La Fondazione Isec di Sesto San Giovanni: archivi e biblioteche per la storia

di Alberto De Cristofaro, Primo Ferrari

Abstract

La Fondazione Isec (già Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio) è una onlus costituita nel marzo 1973 con lo scopo di raccogliere, conservare, ordinare e porre a disposizione degli studiosi fonti documentarie e bibliografiche utili per ricostruire le vicende sociali, politiche ed economiche dell’Italia contemporanea. Ha raccolto negli anni un’imponente documentazione che permette di ricostruire la storia di personalità del mondo della politica e della cultura, di organizzazioni sindacali e partiti politici, di imprese. Possiede inoltre un cospicuo patrimonio librario, comprendente diverse biblioteche tecniche. La Fondazione Isec promuove ricerche e pubblicazioni di carattere storico, dando rilievo in particolare ai lavori di giovani studiosi. Organizza infine convegni, seminari, dibattiti pubblici sia nell’area metropolitana milanese sia in altre sedi italiane o straniere, in collaborazione con analoghe istituzioni culturali.

Abstract english

The Isec Foundation (previously Institute of Milan for the History of Resistance and the Labor Movement) it’s a non-profit established in March 1973 with the aim to collect, store, sort, and make available to researchers useful documentary and bibliographical sources for reconstructing the Italian contemporary political, economic and social events. Has collected over the years an impressive documentation that allows you to reconstruct the history of politicians and culture, trade unions and political parties, businesses. It also has a large collection of books, including several technical libraries. The Isec Foundation promotes research and historical publications, highlighting in particular the work of young researchers. Also organizes conferences, seminars, public debates both in the Milan area and in other Italian or foreign locations, in collaboration with similar cultural institutions.

La Fondazione

La Fondazione Istituto per la storia dell’età contemporanea (Isec) principiò nel marzo 1973, in una biblioteca alla periferia di Sesto San Giovanni (Mi), il suo lavoro di raccolta e valorizzazione di archivi e biblioteche. La spinta iniziale all’impresa venne da alcuni giovani intellettuali che avvertirono la necessità di concentrare in un unico luogo la documentazione relativa alla Resistenza nel Milanese e quella inerente la storia del movimento operaio a partire almeno dall’inizio del XX secolo. Da qui, da questa duplice esigenza, il primo nome dell’Isec, ovvero Istituto milanese per la storia della Resistenza e del movimento operaio (Isrmo). Il tessuto sociale e culturale di Sesto San Giovanni si prestava certamente a favorire l’iniziativa: la città era divenuta infatti nel corso del ’900 uno dei poli principali dell’industrializzazione italiana e durante la guerra di Liberazione si era contraddistinta per la qualità e la quantità degli sforzi condotti contro nazisti e fascisti (a Sesto, nel 1972, fu conferita la Medaglia d’oro al valor militare). Anche nel dopoguerra Sesto aveva mantenuto la sua caratteristica di grande polo industriale e dunque di centro di attività sindacali e politiche. In parallelo si era sviluppato anche un largo ventaglio di attività culturali di diversa matrice ideologica.

Questo per dire che l’iniziativa dei fondatori dell’Istituto non nasceva dal nulla, ma aveva solide radici in una sensibilità diffusa che univa personalità di varia provenienza politico-ideologica, dai comunisti ai socialisti, dai repubblicani ai cattolici democratici.

Oggi, a testimonianza del lavoro svolto in questi quarant’anni, la Fondazione, che ha depositi in due edifici contigui nel centro di Sesto San Giovanni (Foto 1. Foto 2.), conserva in estrema, e sicuramente difettiva, sintesi:

– 5.000 metri lineari di documenti;

– 80.000 volumi;

– 3.500 testate di riviste;

– 170.000 fotografie;

– 100.000 disegni tecnici;

– 1.500 manifesti politici;

– 450 ore di interviste a protagonisti della Resistenza, della vita politica, scientifica e culturale milanese, del mondo del lavoro.

L’Archivio

All’inizio quindi furono acquisite le carte di personaggi che avevano partecipato alla Resistenza in posizioni di rilievo e avevano custodito la documentazione prodotta dalle diverse formazioni partigiane nel corso della guerra civile. Gioverà citare almeno tra i fondi più rilevanti quelli legati ai nomi di Odoardo Fontanella, Virgilio Canzi, Giuseppe Carrà, Bruno Cerasi, Eugenio Mascetti, Carlo Venegoni, Luigi Gasparotto. Vi erano poi le carte delle sezioni dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) di Milano, di Sesto San Giovanni e di Busto Arsizio, quelle del Comitato di liberazione nazionale (Cln) di Sesto e dell’Associazione nazionale ex deportati (Aned) nazionale.

Un discorso più articolato merita il fondo Odoardo Fontanella1, il più cospicuo tra quelli citati, che custodisce documentazione relativa a formazioni politiche e militari della Resistenza, non solo milanese, ma anche notevolissima documentazione di parte fascista: carte di gruppi rionali e squadre d’azione del Partito nazionale fascista (1934-1942), documenti della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (1935-1943), di uffici del governo della Repubblica sociale italiana e di sue formazioni militari (Legione autonoma mobile E. Muti, Guardia nazionale repubblicana, diverse brigate nere, ecc.). Il fondo Fontanella poi comprende anche un’importantissima sezione fotografica: si tratta di circa 8.000 immagini dell’archivio fotografico di “Voce comunista”, periodico della Federazione milanese del Pci. Esse illustrano in particolare la vita del Milanese tra gli anni Quaranta e Sessanta nei suoi molteplici aspetti: politici e sindacali, culturali e sportivi (Foto 3. Foto 4. Foto 5.). Non sono trascurabili inoltre ampie sezioni dedicate al periodo della Repubblica sociale italiana (immagini di militi repubblichini colti nelle più diverse occasioni, in addestramento, in parata, nei momenti di relax, ecc.) e alla vita nei paesi dell’est Europa (fotografie di opere edilizie, di manifestazioni collettive, di eventi culturali).

Nel corso dei decenni poi si sono aggiunti molti altri fondi più esigui ma non trascurabili dal punto di vista dei contenuti e degli spunti di ricerca. Giova citare almeno quello legato al nome di Carlo Travaglini. Nato e cresciuto in Germania, nel 1936 Travaglini venne espulso perché oppostosi alle leggi razziali naziste e si trasferì in Italia dove trovò impiego presso l’azienda Ledoga-Lepetit in qualità di interprete. Grazie ai suoi contatti e alle sue capacità di falsificare timbri e firme di alti ufficiali tedeschi, riuscì con grande coraggio a liberare più di 300 prigionieri italiani dai campi di concentramento di Verona, Mantova, Pescantina e dalla Germania. Condannato a morte, si trasferì in montagna sulle Alpi Grigne dove comandò l’89ª Brigata Garibaldi. La documentazione del fondo Travaglini dà conto di questa sua attività ed è corredata da fotografie eccezionali scattate ai membri della sua formazione partigiana durante la guerra (Foto 6.).

Fin dall’inizio delle attività dell’Istituto furono raccolti fondi di organizzazioni dei lavoratori attive all’interno e all’esterno delle fabbriche. L’Istituto riuscì così a salvare da quasi certa dispersione o distruzione (e gli esempi in questo senso non mancano davvero in Italia) una mole considerevole di documenti prodotti dai consigli di gestione e dalle commissioni interne di molte imprese sestesi e milanesi, carte di organizzazioni politiche e sindacali esterne alle aziende e di sezioni sindacali interne alle stesse, documenti prodotti dai consigli di fabbrica (gli organismi che dal 1970 sostituirono le commissioni interne). Tutti questi materiali, oltre a essere una fonte insostituibile per chi voglia ricostruire le vicende del movimento operaio dal dopoguerra sino agli anni Ottanta del secolo scorso, sia dal punto di vista sindacale che da quello politico, costituiscono anche un prezioso serbatoio per gli storici dell’economia in genere e per gli storici d’impresa in particolare. (Foto 7.).

A partire dagli anni Ottanta a questi due filoni documentari se ne affiancò un altro altrettanto significativo, quello relativo ai partiti e movimenti politici. L’Istituto acquisì in particolare gli archivi della Federazione milanese e del Comitato regionale lombardo del Pci. Questi fondi sono importanti per ricostruire le vicende della maggiore federazione del Partito comunista in Italia e, grazie alla ricchezza di documentazione raccolta dal Partito tra gli anni Cinquanta e Ottanta su tutto ciò che si muoveva nella società italiana, possono fornire importanti tracce di indagine agli studiosi della vita politica, sindacale e culturale milanese. Contestualmente fu versata anche parte dell’archivio fotografico della redazione milanese del quotidiano del partito “l’Unità”. Si tratta delle immagini della cosiddetta cronaca nera e sportiva. La dizione cronaca nera è in questo caso del tutto fuorviante, stante il fatto che la sezione, costituita da oltre 40.000 fotografie, comprende da un canto immagini relative alla vita sociale milanese e lombarda tra gli anni Cinquanta e Ottanta (certamente uniche quelle dedicate alle trasformazioni urbanistiche delle diverse zone del capoluogo lombardo), e dall’altro immagini di personalità del mondo politico e culturale italiane e straniere. Le immagini sportive coprono il medesimo arco cronologico e danno conto dell’attività di atleti delle più disparate discipline sportive.

Molto significativa risulta anche la documentazione raccolta dall’Istituto per ciò che riguarda il Partito socialista milanese. A questo proposito non si può che citare in particolare l’archivio davvero imponente raccolto da Emanuele Tortoreto2. Si tratta di una raccolta di documenti da cui è impossibile prescindere se si vuole far luce sulla storia dei socialisti milanesi e lombardi nel dopoguerra e ricavare notizie su un variegato panorama di organizzazioni politiche e culturali milanesi.

Completano il panorama dei fondi archivistici legati alla storia dei socialisti la documentazione di Antonio Greppi3 e di Piero Caleffi4 che custodisce al suo interno le carte di Guido Mazzali, amico di Caleffi, direttore dell’“Avanti” dal 1944 al 1951 e segretario della Federazione milanese del Psi dal 1945 al 1960.

A sinistra, negli anni Settanta, sorsero diverse formazioni politiche che ebbero vita più o meno effimera. Di alcune di queste sono rimasti gli archivi, che offrono spaccati inediti e punti di vista inusuali sul nostro passato. L’Istituto conserva gli archivi di tre di queste formazioni: Movimento lavoratori per il socialismo (Mls), Movimento politico dei lavoratori e Democrazia proletaria (Dp). Il primo archivio è forse il più rilevante, trattandosi dell’archivio nazionale di una formazione politica che nacque nel 1974 dal Movimento studentesco dell’Università statale di Milano (Foto 8.). Le carte danno conto esaustivamente dell’attività degli organi centrali e di molti degli organi periferici dell’Mls fino all’unificazione col Partito democratico di unità proletaria (Pdup, 1979). Il Movimento politico dei lavoratori nacque nel 1970 dalle ceneri dell’Associazione di cultura politica dei lavoratori (Acpol), fondata nel 1969 da Livio Labor, cattolico ed ex presidente delle Acli nazionali. L’archivio dà conto dell’attività di questa formazione fino al 1972 quando si sciolse. Il terzo archivio è quello della Federazione milanese di Democrazia proletaria, movimento politico nato alla metà degli anni Settanta e trasformatosi in partito nel 1978. La documentazione copre un arco cronologico che va dal 1972 al 1990 e fornisce resoconti dell’attività della Segreteria, delle commissioni di lavoro, dei congressi provinciali e delle sezioni, dei gruppi consiliari di Regione, Provincia, Comune di Milano. Conserva inoltre una quantità davvero notevole di stampa prodotta dal partito o raccolta da militanti dello stesso.

Di recentissima acquisizione (primavera 2013) è il cospicuo Archivio della Democrazia cristiana di Sesto San Giovanni, che va ad aggiungersi agli archivi personali di importanti personalità del mondo cattolico attive nel movimento delle Acli5.

Il discorso sulla documentazione conservata dall’Istituto attinente la vita politica nel nostro paese non sarebbe esaustivo se trascurassimo di parlare della nostra adesione al progetto “Archivi on line” (http://www.archivionline.senato.it/) promosso dall’Archivio del Senato della Repubblica. Il progetto mette a disposizione sul Web la documentazione relativa agli uomini politici che presero parte all’Assemblea Costituente. Il nostro archivio contribuisce al progetto con quattro fondi legati ai nomi di Giuseppe Alberganti ((Ferroviere, militante e dirigente comunista fin dal 1921, combattente in Spagna durante la guerra civile, confinato a Ventotene, comandante partigiano in Emilia Romagna, segretario della Federazione milanese del Pci dal 1947 al 1958, deputato dal 1948 al 1953, senatore dal 1953 al 1963)); Arialdo Banfi ((Avvocato, antifascista, militante del Partito d’Azione dal 1942, combattente nelle fila delle formazioni di Giustizia e libertà (Gl) in Piemonte, tra i fondatori nel 1943 del Movimento federalista europeo, militante socialista dal 1947, sottosegretario agli Affari esteri nel primo governo Moro, presidente della Società umanitaria di Milano tra il 1973 e il 1977)); Piero Caleffi6; Luigi Gasparotto ((Avvocato, deputato radicale nel 1913, ministro della Guerra al termine del primo conflitto mondiale, antifascista, nel 1944 ministro dell’Aeronautica nel governo Bonomi, padre dell’eroe della Resistenza Poldo Gasparotto, senatore di diritto nel 1948, presidente della Fiera di Milano dal 1946 fino all’anno della sua morte nel 1953)).

Intorno alla metà degli anni Novanta l’Istituto ampliò nuovamente lo spettro dei propri interessi e iniziò a raccogliere sistematicamente fondi archivistici di imprese industriali soprattutto del Milanese. Questa svolta fu in qualche modo obbligata, perché proprio in quegli anni ci si trovò a Sesto San Giovanni a fare i conti con la messa in liquidazione di una delle imprese storiche che avevano fatto di Sesto un centro di prima grandezza nel panorama industriale nazionale. Stiamo parlando della Breda, che dopo più di cento anni di storia produttiva cessò le proprie attività (Foto 9. Foto 10. Foto 11.). Rodolfo Spadaro, responsabile dell’Archivio storico Breda – che si era costituito all’interno dell’impresa all’inizio degli anni Ottanta –, avvertì chiaramente il pericolo che la fine della società portasse con sé anche lo smembramento e la dispersione dell’archivio tanto faticosamente messo in piedi da maestranze operaie e impiegatizie. Egli dunque si mosse tempestivamente e, facendosi forza del fatto che sull’archivio, dal 1983, “gravava” il vincolo tutorio della Sovrintendenza archivistica della Lombardia – che l’aveva dichiarato “archivio di notevole interesse storico” –, indusse la dirigenza della società a concedergli un mandato esplorativo presso le autorità del Comune di Sesto San Giovanni per capire se vi fosse la volontà politica di prendersi carico di questo ingente patrimonio documentario: il Comune decise di acquisire le carte, che furono depositate presso l’Istituto. Ben presto si ebbe modo di constatare la ricchezza della documentazione raccolta da Spadaro e colleghi7 nel corso degli anni: oltre alla documentazione cartacea che testimoniava dell’attività produttiva della società dalla fine dell’Ottocento fino all’inizio degli anni Novanta del XX secolo, i disegni tecnici (oltre 10.000) illustravano nei dettagli le caratteristiche dei prodotti usciti dagli stabilimenti dell’impresa (la Breda produceva di tutto: dai treni alle navi, dalle armi ai trattori, dai frigoriferi ai telai per calze, dai ciclomotori ai filobus, dai tram alle carrozze della Metropolitana milanese, ecc.) (Foto 12. Foto 13. Foto 14.), le fotografie (oltre 60.0008) mostravano gli ambienti di lavoro e la loro evoluzione nel corso dei decenni, i lavoratori impegnati nelle loro mansioni, le folle anonime nei padiglioni fieristici della società in Italia e all’estero, le visite agli impianti produttivi da parte di personaggi politici e delegazioni di stati stranieri, le opere assistenziali realizzate a favore dei dipendenti (Foto 15. Foto 16.)9. E poi ancora: i filmati delle produzioni realizzati dalla società negli anni Cinquanta e Sessanta, le centinaia di bozzetti pubblicitari che danno conto del lavoro svolto dai creativi della società e da importanti grafici come ad esempio Araca (Foto 17. Foto 18.), Rognoni, Max Huber, le centinaia di migliaia di schede del personale attraverso cui è possibile ripercorrere le biografie di uomini e donne, operai, impiegati e tecnici che in più di cent’anni hanno “fatto” l’impresa, le decine e decine di strumenti di lavoro e cimeli, reperti della vita di fabbrica che senza l’appassionato lavoro dei “raccoglitori” sopra menzionati sarebbero sprofondati in un inevitabile dimenticatoio.

Oggi l’Archivio Breda (oltre 2.000 buste e 6.000 unità archivistiche) è completamente ordinato e l’inventario è consultabile on line sul sito della Fondazione (http://fondazioneisec.it/allegati/fondi_isec/Archivio_Breda_Totale.pdf).

Successivamente all’arrivo dell’Archivio Breda, l’Istituto acquisì altri archivi d’impresa, con modalità molto diverse l’una dall’altra. Grazie alla collaborazione con la Sovrintendenza archivistica della Lombardia e con l’Archivio di Stato di Milano fu possibile, nel 2002, recuperare l’Archivio storico della Società italiana per le strade ferrate meridionali (poi Bastogi).

L’Archivio Bastogi (434 buste, 3.947 unità archivistiche) conserva in particolare la serie completa dei libri sociali della società (Foto 19. Foto 20.). Nata nel 1862 per la gestione di strade ferrate e trasformatasi dopo la nazionalizzazione delle reti ferroviarie del 1906 in società finanziaria, svolse, almeno fino ai primi anni Sessanta, un ruolo di primo piano in Italia come centro di mediazione e confronto degli interessi economico-finanziari dei maggiori gruppi industriali nazionali. L’archivio è ordinato e l’inventario è consultabile sul sito della Fondazione Isec e sul sito regionale Lombardia Beni Culturali – Plain (Progetto Lombardo Archivi in Internet: http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/).

Più articolata risulta la storia dell’acquisizione dell’Archivio storico Ercole Marelli, avvenuta in tre momenti diversi fra il 1999 e il 2000. La documentazione cartacea – comprendente carte relative all’attività tecnico-amministrativa-commerciale della società, famosa in tutto il mondo soprattutto per la produzione di ventilatori (Foto 21.) – e la biblioteca tecnica (642 titoli fra monografie e periodici) furono versati dall’Archivio di Stato che a sua volta li aveva ricevuti dai liquidatori della società; l’archivio fotografico, costituito da 35.000 immagini di interni di stabilimenti (Foto 22.), di prodotti, di stand della società a fiere nazionali, di opere assistenziali per i dipendenti (Foto 23.), interamente catalogato e digitalizzato, fu acquisito dalla società ABB Sadelmi di Sesto San Giovanni, in qualche misura erede della Marelli; ancora di provenienza Sadelmi sono le migliaia di fascicoli del personale per il periodo 1945-1973. L’Archivio (865 buste, 1.507 unità archivistiche) è stato ordinato e l’inventario è consultabile in rete sia sul nostro sito che su Plain10. Sempre su Internet è visitabile la mostra virtuale dedicata alla Marelli (http://www.fondazioneisec.it/marelli/index.htm), che utilizza centinaia di immagini dell’archivio fotografico11.

Ancora diversa la modalità di acquisizione, sempre nel 1999, di una parte dell’Archivio storico della società milanese Riva Calzoni (primi del ‘900-1970; 100 ml), leader in Italia nella produzione di turbine e pompe idrauliche, realizzatasi grazie alla mediazione dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia. Il fondo, non ancora ordinato, conserva circa 70.000 disegni tecnici di prodotti e progetti di impianti realizzati dalla Società tra gli anni Dieci e gli anni Sessanta, corrispondenza e documentazione amministrativo-contabile.

Un contatto diretto con i proprietari portò l’Istituto, nello stesso scorcio del secolo, a ottenere in deposito dalle Acciaierie e ferriere lombarde Falck di Sesto San Giovanni la documentazione dell’Ufficio personale e i disegni tecnici dei suoi impianti siderurgici, delle centrali elettriche e degli immobili per uso civile (Foto 24.). Si tratta di 25.000 disegni tecnici e di 460 scatoloni contenenti i fascicoli del personale dei diversi stabilimenti dell’azienda a partire dall’inizio del secolo scorso. Sempre dalla Falck giunsero, contestualmente alla documentazione, anche due importanti biblioteche tecniche, quella appartenente al prof. Armando Frumento, per molti anni responsabile dell’Ufficio studi della società, e quella del Centro ricerche e controlli. Complessivamente le due biblioteche conservano 7.500 volumi fra monografie e periodici.

Nel 2006 la società Italtel (ex Siemens) ha versato alla Fondazione Isec un fondo del suo archivio storico (Foto 25.) che riguarda l’attività degli organismi dirigenti, la produzione e commercializzazione dei prodotti a livello internazionale, i rapporti con i dipendenti e le organizzazioni sindacali per il periodo 1943-1990. Anche questo archivio è stato ordinato e l’inventario è consultabile on line.

La testimonianze autobiografiche

Sono fin dalle origini parte non trascurabile dell’archivio della Fondazione decine di memorie autobiografiche sia orali che scritte, di varia natura e di periodi storici assai differenti. Le prime in ordine di tempo a essere raccolte furono le numerose memorie di partigiani lombardi (oltre cento) che vennero in gran parte intervistati tra la fine degli anni ‘60 e il 1984 da Luigi Borgomaneri, da Giuseppe Vignati, da Giorgio Oldrini e altri. Alle testimonianze orali dei partigiani si aggiunsero nel corso degli anni le autobiografie scritte di alcuni di essi. Fra queste ricordiamo in particolare quelle di: Eugenio Mascetti, militante comunista dal 1928, condannato dal Tribunale speciale, comandante partigiano nell’Alta e Bassa Brianza, operaio poi caporeparto alla Breda I sezione (Elettromeccanica) di Sesto San Giovanni. La sua autobiografia è sfociata in seguito nel volume La pelle dell’orso, Milano, Greco & Greco, 1990 (Foto 26.); Mario Muneghina, volontario nella prima guerra mondiale, partecipò all’impresa fiumana. Militante dell’Usi, comunista dalla fondazione del partito, tecnico esperto dell’organizzazione del lavoro alla Pirelli e alla Hispano Suiza, prima in Italia e poi in Spagna, partecipò all’insurrezione delle Asturie e alla guerra civile, fu tra i primi organizzatori della Resistenza in Ossola e nel Verbano come comandante della 85ª brigata Garibaldi “Valgrande Martire” diventata poi divisione “M. Flaim”; Francesco Tadini, comunista, antifascista, operaio della Pirelli; Mario Taccioli, disegnatore della Breda II sezione, Sesto San Giovanni, membro del Pci clandestino, arrestato in seguito agli scioperi del marzo 1944 e deportato a Mauthausen. Particolarmente significative poi le trascrizioni di 66 interviste ad altrettanti ex deportati in Germania, iscritti all’Associazione nazionale ex deportati della Toscana.

All’interno della sezione fondi antichi della Fondazione sono poi conservate due testimonianze autobiografiche di particolare valore storico-documentario. Si tratta del giornale di guerra manoscritto del capitano Michele di Palma Castiglione, comandante della 1ª Compagnia dell’8° Battaglione dell’Esercito del Regno delle Due Sicilie, dall’8 aprile 1860 (Messina) al febbraio 1861 (assedio di Gaeta) e del diario di viaggio per nave per compiere il giro del mondo del conte Giovanni Battista Lucini Passalacqua (partenza il 5 luglio 1871 da Genova). Il diario si conclude a Saigon.

Alla prima guerra mondiale risale il diario di guerra manoscritto del tenente di cavalleria Salvatore Montalbano combattente sul fronte del medio Isonzo e decorato con croce al merito di guerra.

Al secondo conflitto invece va ricondotta una particolare tipologia di documentazione autobiografica, ovvero quella costituita da un album fotografico che ripercorre le fasi iniziali dell’intervento bellico italiano (fino al dicembre 1940). Si tratta dell’album realizzato da Otello Pighin (Renato) che, dopo la laurea in ingegneria, frequentò la scuola ufficiali e fu inquadrato come tenente di artiglieria e inviato in guerra in Grecia. Ammalatosi, venne congedato e diventò assistente universitario. Politicamente vicino e impegnato nel Partito d’Azione, dopo l’armistizio di Cassibile si impegnò attivamente nella Resistenza veneta. Caduto in un’imboscata e ferito, morì nel gennaio del ’45.

Per quel che attiene le memorie del lavoro possiamo ricordare le 27 storie di vita di lavoratori di Pavia e Sesto San Giovanni raccolte dal sociologo Pietro Crespi e pubblicate dallo stesso, quasi integralmente, nei volumi Esperienza operaia (Milano, Jaca Book, 1974) e Capitale operaia. Storie di vita raccolte tra le fabbriche di Sesto San Giovanni (Milano, Jaca Book, 1979) (Foto 27.). Vi sono poi due autobiografie legate al mondo del lavoro redatte da un dirigente e da un tecnico della Breda di Sesto San Giovanni. Si tratta dei ricordi autobiografici di 48 anni di lavoro alla Breda (dal 1928 al 1976) del dott. Luigi Ferrini, direttore amministrativo alla Breda meccanica bresciana e alla Breda elettromeccanica e locomotive, vice direttore generale della Breda termo meccanica e dirigente del Cantiere navale di Venezia e della testimonianza dattiloscritta dell’ing. Pierfederico Testi, tecnico della Breda termomeccanica nel settore nucleare (anni ’60-’70).

La Biblioteca e l’Emeroteca

Quanto detto finora riguarda in massima parte l’archivio della Fondazione, ma ciò non esaurisce il suo patrimonio. L’Isec infatti dispone, oltre che delle biblioteche tecniche che abbiamo già citato parlando degli archivi d’impresa, anche di una biblioteca specializzata nella storia contemporanea. La biblioteca12 (Foto 28.), suddivisa in diversi fondi, interamente catalogata nel Sistema bibliotecario nazionale (Sbn), conta circa 10.000 monografie pubblicate fra la metà dell’Ottocento e i giorni nostri ed è specializzata in particolare sui temi della storia economica, politica, sociale e culturale del Milanese in particolare e della Lombardia più in generale. Di particolare rilevanza le decine di giubilari prodotti dalle imprese, milanesi e non solo, nel corso del XX secolo per illustrare le proprie produzioni e celebrare eventi significativi.

Non possono essere altresì trascurati i numerosi fondi speciali che arricchiscono in modo significativo il patrimonio librario dell’Isec. Si segnalano per la loro rilevanza sia qualitativa che quantitativa: il fondo del prof. Umberto Colombo13) che consta di oltre 5.000 volumi fra monografie, periodici e atti di convegni che trattano argomenti relativi all’energia, con particolare riguardo allo studio delle fonti alternative e rinnovabili, all’ecologia e allo sviluppo sostenibile; il fondo dello studioso Giuseppe Trotta rappresentato da circa 6.000 pubblicazioni di storia politica e sindacale contemporanea, storia della filosofia, storia delle religioni; il fondo del prof. Franco Della Peruta, studioso di storia del Risorgimento, ricco di 5.000 pubblicazioni di storia italiana ed europea dalla rivoluzione francese ai giorni nostri con particolare attenzione, ovviamente, per le questioni legate al percorso di unificazione del nostro paese.

Un discorso a parte merita infine la biblioteca del Collegio degli ingegneri e architetti della provincia di Milano che è depositata da molti anni presso la Fondazione Isec. Questa biblioteca, interamente catalogata in Sbn dal personale della Fondazione Isec che si occupa anche della sua gestione, conserva 21.000 volumi, fra monografie e riviste, pubblicati fra il 1500 e i giorni nostri ed è uno dei giacimenti culturali più rilevanti a livello nazionale per chi voglia studiare la storia dell’ingegneria e dell’architettura (Foto 31.).

Meriterebbe più di un cenno poi il fondo degli oltre 10.000 opuscoli, costituito da migliaia di pezzi pubblicati in Italia e all’estero. Tra gli opuscoli più significati vi sono certamente quelli pubblicati clandestinamente durante gli anni del regime fascista dai partiti e dai movimenti politici che si opponevano a esso (Foto 29. Foto 30.).

Parte integrante della biblioteca è l’emeroteca, ricca di più di 3.500 titoli di quotidiani e riviste: dai grandi fogli nazionali (“Corriere della sera”, “Il Popolo d’Italia”, “l’Unità”, “Avanti”, “il Manifesto”) alla stampa extraparlamentare degli anni Settanta, dalle pubblicazioni clandestine delle formazioni partigiane e dei partiti durante la Resistenza alla stampa di regime, dai giornali di fabbrica prodotti da sindacati e partiti nel secondo dopoguerra alle pubblicazioni aziendali, dalle riviste culturali a quelle di storia contemporanea ancora in corso, ecc.

 

Ricerca, didattica e pubblicazioni

Questo per quanto riguarda, fondamentalmente, l’opera di conservazione del patrimonio documentario e librario, ma l’attività della Fondazione Isec non si esaurisce, come abbiamo già avuto modo di accennare, in un’opera, seppur meritoria, di salvaguardia, per così dire materiale della memoria collettiva.

La Fondazione è impegnata e attiva anche sul fronte della promozione di studi e ricerche, realizzazione di mostre14, organizzazione di convegni, seminari e giornate di studio15, consulenza prestata a studenti e ricercatori attraverso il personale dell’archivio e della biblioteca, consulenza prestata a imprese e soggetti privati per attività di tutela, conservazione e valorizzazione degli archivi storici, attivazione di stage di archivistica in collaborazione con l’Università degli studi di Milano, consulenza e formazione per insegnanti e docenti di ogni ordine e grado, realizzazione di percorsi didattici inerenti in particolare la storia del movimento operaio e la Resistenza (Foto 35.).

Negli anni la Fondazione ha infatti promosso e organizzato attività per la didattica: un breve repertorio della iniziative più recenti è disponibile sul sito (http://fondazioneisec.it/sezioni.php?id_sezione=32)16. Si segnala in particolare il ciclo “Cinema& storia”, un corso di aggiornamento per i docenti della provincia di Milano organizzato in collaborazione con Istituto Lombardo di Storia Contemporanea e MIC – Museo Interattivo del Cinema a Milano-Cineteca Milano17.

Anche sul piano editoriale la Fondazione ha dimostrato grande vitalità, nonostante le difficoltà nel reperire risorse per finanziare ricerche e pubblicazioni: l’Isec ha dato vita per Guerini editore alla collana bibliografica che già nel nome, “Ripensare il ‘900”, testimonia dei contenuti e che vanta fino a oggi 24 opere pubblicate, in gran parte frutto di ricerche originali di giovani studiosi (il catalogo completo alla pagina http://fondazioneisec.it/sezioni2.php?pag=pubblicazioni&id_sezione=30). Dal 2012 Isec, in collaborazione con Archetipo Libri (http://archetipolibri.com/), ha avviato anche una collana di e-book, che sono disponibili anche in versione cartacea in numero limitato18.(Foto 32. Foto 33. Foto 34.)

Isec, profondamente convinto che la condivisione di progetti e l’attivazione di reti e sinergie tra istituzioni culturali e di ricerca sia una condizione necessaria e proficua per la diffusione del sapere, collabora attivamente con reti a livello locale e nazionale e promuove progetti e iniziative condivise da numerosi soggetti e istituzioni. Ne sono un esempio concreto la presenza all’interno di reti nazionali, quali la rete degli istituti di storia della resistenza (http://www.italia-resistenza.it/) o la rete dei musei d’impresa (http://www.italia-resistenza.it/) – e la collaborazione con progetti quali il portale degli archivi d’impresa (promosso dal Mibac e consultabile alla pagina: http://www.imprese.san.beniculturali.it/web/imprese/home), il portale degli house organ (http://www.houseorgan.net/it). Ma anche il dialogo proficuo con associazioni che raggruppano specialisti in archivistica (http://www.anai.org/anai-cms/cms.view?numDoc=5&munu_str=), storia contemporanea (http://www.sissco.it/), storia del lavoro (http://storialavoro.wordpress.com/), storia del design (http://www.aisdesign.com/), storia orale (http://www.aisoitalia.it/). E la presenza attiva all’interno di iniziative milanesi e nazionali quali BookcityMilano19.

Biografia

Alberto De Cristofaro (Milano, 1964). Laureato in Lettere indirizzo storico presso l’Università Statale di Milano, collabora dal 1991 con la Fondazione Isec di Sesto San Giovanni. Responsabile dell’Archivio, si è occupato prevalentemente dell’ordinamento di rilevanti archivi storici d’impresa. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi su riviste specializzate e ha curato la pubblicazione di vari volumi.

Primo Ferrari (Milano, 1965). Laureato in Storia indirizzo archivistico presso l’Università Statale di Milano, collabora dal 1992 con la Fondazione Isec di Sesto San Giovanni dove attualmente è responsabile dell’Archivio. Collabora inoltre con l’Associazione Archivio del lavoro di Sesto San Giovanni e con archivi storici di imprese dell’area milanese. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni su riviste specializzate.

  1. Odoardo Fontanella, militante comunista negli anni Trenta, fu partigiano in Lombardia con il nome di battaglia di Olona e nel dopoguerra dirigente dell’Ufficio quadri e della Commissione di controllo della Federazione milanese del Partito comunista italiano. Una selezione del fondo è consultabile sulla Pagina Flickr dell’Isec: http://www.flickr.com/photos/fondazioneisec/collections/72157606307605132/ []
  2. Docente di Diritto agrario presso la facoltà di agraria dell’Università di Bari, fu militante della sinistra del Psi fino al 1989. []
  3. Sindaco di Milano tra il 1945 e il 1951 []
  4. Senatore socialista dal 1958 al 1972, vicepresidente del Senato, sottosegretario dal 1964 al 1968, presidente dell’Isec dal 1973 fino alla sua scomparsa nel 1978. []
  5. Un nome su tutti, quello di Giovanni Bianchi, esponente della sinistra democristiana, presidente delle Acli dal 1987 al 1994, presidente del Partito popolare italiano dal 1994 al 1997, deputato per tre legislature []
  6. Dirigente socialista, aderì a Giustizia e libertà nel 1929, nel 1943 entrò nel Partito d’Azione e partecipò alla Resistenza, nel 1953 rientrò nel Psi, senatore dal 1958 al 1972 e vicepresidente del Senato, sottosegretario dal 1964 al 1968, presidente dell’Aned []
  7. Crediamo sia doveroso fare i loro nomi: Carlo Vimercati, Giuseppe Bruscella, Ivano Baucia []
  8. Una selezione delle fotografie è consultabile alla pagina http://www.flickr.com/photos/fondazioneisec/collections/72157606215021492/ []
  9. Per avere un’idea della ricchezza dell’archivio fotografico Breda si consiglia di visitare, oltre alla pagina Flickr già segnalata, anche la mostra virtuale da noi allestita sul nostro sito alla pagina: http://www.fondazioneisec.it/breda/index.htm. Nei prossimi mesi sul nostro sito, grazie a un finanziamento ricevuto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, sarà possibile consultare on line le immagini che sono state digitalizzate e in significativa parte corredate di schede catalografiche []
  10. Rispettivamente alle pagine http://fondazioneisec.it/allegati/fondi_isec/marelli.pdf e http://lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA006F7C/ []
  11. Una selezione delle immagini è consultabile alla pagina Flickr: http://www.flickr.com/photos/fondazioneisec/collections/72157606215341036/ []
  12. Gli orari di apertura sono: lunedì/giovedì: 9.30/12.30 e 14/17.30 e venerdì: 9.30/12.30. La responsabile della biblioteca è Claudia Zonca. Tutte le informazioni e il regolamento per la consultazione sono disponibili alla pagina http://fondazioneisec.it/sezioni.php?id_sezione=5 []
  13. Esperto di energia e ambiente, scienziato, ministro della Ricerca scientifica durante il governo Ciampi (1993-1994 []
  14. Ricordiamo soltanto la più recente, giugno 2013: la mostra fotografica di Ernesto Fantozzi “Il paese industriale – 1964”. Cinquanta scatti in bianco e nero che documentano con grande nitidezza le trasformazioni antropologiche e sociali, prima ancora che economiche, dei paesi del Nord Milano negli anni del miracolo economico []
  15. Non essendo qui possibile illustrare nel dettaglio le numerose iniziative promosse da Isec, rimandiamo al resoconto delle attività del 2012-2013, disponibile sul sito alla pagina: http://fondazioneisec.it/allegati/news/fondazione_isec_report_2012_2013.pdf e alla pagina dedicata alle news http://fondazioneisec.it/index.php?pag=news_archivio&id_sezione=47 []
  16. Propone a insegnanti e studenti delle scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione: percorsi strutturati, laboratori di ricerca e analisi, visite guidate nel territorio e nell’archivio finalizzati a promuovere fra i giovani la conoscenza del patrimonio storico e culturale del lavoro e dell’industria e la scoperta della storia locale quale strumento per una più motivata conoscenza della storia generale. La sezione didattica, inoltre, si inserisce nell’attività della Fondazione collaborando, per gli aspetti specifici che le competono, nell’offrire ai ricercatori, consulenza storica e bibliografica, ai docenti, attività formative e didattiche, agli studenti, lezioni, seminari, tutoring per tesi di laurea []
  17. Il corso alterna lezioni frontali tenute da docenti universitari, attività di tipo seminariale e proiezioni di film, introdotti e commentati da studiosi di storia del cinema. Le lezioni e i laboratori si svolgono presso la Fondazione Isec, le proiezioni, aperte anche agli studenti, presso la Fondazione Cineteca di Milano []
  18. Il primo titolo disponibile è Giorgio Bigatti (cur.), Reti di carta. Ferrovie, tecnici e imprese nelle carte degli archivi aziendali, Archetipolibri, 2012 []
  19. Il festival metropolitano della lettura e dei libri, la cui prima edizione si è svolta nel 2012. Isec coordina l’unico polo esterno al Comune di Milano dedicato ai temi del lavoro, dell’industria e innovazione, organizzando decine di appuntamenti a Sesto San Giovanni. Il programma dell’edizione 2013, che si svolgerà dal 21 al 24 novembre, sarà a breve disponibile sul sito http://www.bookcitymilano.it/)) e la Settimana della cultura d’impresa ((Promossa da Confindustria e Museimpresa, si svolgerà dal 14 al 24 novembre: il programma sarà disponibile sul sito http://www.museimpresa.com/ []