Cittadini onorari sammarinesi alla presidenza degli Stati Uniti d’America

 Paolo Rondelli

È il 18 novembre 1860 quando il Consiglio Principe e Sovrano, ovvero il parlamento di San Marino, esamina una richiesta della Reggenza della Repubblica nell’ambito del comma “Onoreficienze” :

È in questa vista che l’Ecc.ma Reggenza domanderebbe al Consiglio la sanzione fino da questo punto di accordare la Cittadinanza Sammarinese al Presidente pro tempore degli Stati Uniti d’America, riservando alla Reggenza stessa il tempo opportuno di spedire il Deploma. Ed il Consiglio accogliendo pienamente la proposta accordò alla Reggenza ogni opportuna facoltà per mandarla ad effetto1.

Si finalizzò così l’atto di conferimento al presidente Abramo Lincoln della cittadinanza onoraria della piccola Repubblica arroccata sul Monte Titano. Una nota ufficiale venne inviata negli Stati Uniti d’America e, poco dopo, il rappresentante della potentissima nazione rispose per iscritto alla Repubblica con parole che vennero scolpite nella pietra e ancora oggi troneggiano nel Palazzo Pubblico sulla base del busto che celebra il Capo di Stato nordamericano: “Benché il Vostro dominio sia piccolo nondimeno il Vostro Stato è uno dei più onorati di tutta la storia”.

Una convinzione, una certezza della storia sammarinese è stata, fino ad oggi, che quello fosse l’unico episodio in cui un presidente americano fosse stato insignito di tale onore, ma gli incartamenti ritrovati presso l’Archivio di Stato della Repubblica di San Marino (Fondo Segreteria di Stato per gli Affari Esteri) e qui di seguito descritti vanno in una nuova direzione, riportando alla luce fatti legati ad accadimenti connessi alla conclusione della Grande Guerra.

Il 17 aprile 1919 dalla Legazione della Repubblica di San Marino a Parigi partì una nota diretta a “Sua Eccellenza il Sig. Comm.re Gozi, segretario di Stato per gli Affari Esteri”. Il rappresentante diplomatico sammarinese faceva riferimento a una precedente nota dello stesso Gozi datata 13 marzo 1919 e diceva:

Eccellentissimo Signore, appena ricevuta la lettera di V. E. in data 13 Marzo testé decorso, colla quale Ella mi incaricava di consegnare al Sig. Presidente Wilson il Diploma di Cittadino Onorario della Repubblica, domandai un’udienza per adempiere tale missione. Soltanto ieri sera, 16 aprile, sono stato invitato con dispaccio a presentarmi oggi a mezzogiorno alla residenza del Presidente: e così ho fatto. Il Sig. Wilson mi ha ricevuto nel suo Gabinetto e dopo i saluti d’uso, mi ha invitato a sedermi ed io mi sono espresso in questi termini:

“Signor Presidente, mi sento particolarmente onorato di essere stato incaricato dal Governo di San Marino per consegnare nelle vostre mani il Diploma di Cittadino onorario della Repubblica, conferitovi dal Gran Consiglio nella seduta del 28 Dicembre ultimo scorso. È questa la più alta distinzione di cui la nostra Repubblica può disporre, e Essa è stata gratissima dell’onore che le avete fatto accettandola. Essa ve l’ha offerta, Signor Presidente, come un omaggio reso al liberatore del mondo ed al Difensore del Diritto e della Libertà. La nostra Repubblica, la più antica, e quella degli Stati Uniti, la più Grande, hanno l’una e l’altra, il medesimo ideale, e cioè il culto dell’onore e della Libertà”.

Gli ho quindi presentato il Diploma in un cartone legato con un nastro bianco e azzurro ((Il bianco e l’azzurro sono i colori della bandiera sammarinese.)). Il Presidente mi ha risposto che era stato molto sensibile al pensiero del Governo di San Marino, e che si sentiva molto onorato da questa nomina. Esso mi ha poi incaricato di presentare di nuovo i suoi ringraziamenti al gran Consiglio Generale ed alle LL.EE. i Capitani Reggenti, unitamente ai voti sincerissimi per la prosperità e la gloria della Repubblica. L’udienza, sempre in lingua inglese, ha durato circa un quarto d’ora. In questa occorrenza, prego Vostra Eccellenza Di gradire l’ossequio della distintissima stima e della rispettosa devozione colle quali ho l’onore di confermarmi. Devotissimo e umilissimo Servo.

f.to Bouquet”

Già in questo passaggio epistolare vediamo alcune condizioni particolari di questo momento storico: anzitutto Wilson riceve nelle proprie mani a Parigi il diploma di cittadinanza, a differenza di Lincoln al quale venne spedito. Il primo inviò alcune considerazioni tramite il rappresentante diplomatico sammarinese che le riporta in tono aulico, mentre il secondo rispose vergando una missiva da sempre custodita, e di recente restaurata, presso gli Archivi di Stato a San Marino. Ma le differenze non si fermano qui e più avanti in questo scritto individueremo un fatto temporale che rende interessante questo scambio epistolare della seconda decade del Novecento.

In quel momento l’Incaricato d’Affari per San Marino a Parigi, prima capitale europea ad accreditare un diplomatico della Repubblica fin dal 1854 come ricorda Balsimelli (1975, 139), era il Commendatore Maurizio Bouquet, nominato il 6 settembre 1913, fino alla morte avvenuta nel febbraio 1921. Bouquet quindi è colui che seguì per San Marino non solo tutta la questione legata al conferimento della cittadinanza al presidente Wilson, ma, soprattutto, la Conferenza di pace di Parigi a cui questi partecipava.

La lettera datata 13 marzo 1919 proveniente dalla “Reggenza della Repubblica di San Marino” che Bouquet aveva ricevuto, registrata all’allora protocollo n.187, riportava il testo che segue:

 

In data odierna in rotolo raccomandato è stato spedito al di Lei indirizzo il diploma per conferimento della Cittadinanza Onoraria Sammarinese a S.S. Woodrow Wilson Presidente degli Stati Uniti d’America. La S.V. Ill.ma ne è incaricata per la consegna nelle dovute forme, durante la permanenza dell’Eccellentissimo Presidente in Parigi. In attesa di un cenno in proposito […], con la più alta considerazione.

f.to Gozi”

In quei mesi a ridosso della conclusione del conflitto bellico, il carteggio con gli Stati Uniti d’America riguardò anche altro, tant’è che il 10 gennaio 1919 giunge alla Reggenza della Repubblica la nota prot.763.72119/3042:

 

Excellencies: I have been greatly pleased to receive your courteous and valued communication of November 13, 1918, with which you were so good as to transmit a copy of the address of the Captains of the Regency to the people of San Marino on the occasion of the signing of the Armistice. I beg to assure you that your laudatory references to President Wilson and the heroes of America are highly gratifying to the Government and people of the United States. I take this occasion also to acknowledge on behalf of the Secretary of the Interior of the United States the similar communication which you were pleased to address to him. Accept, Excellencies, the assurances of my distinguished consideration.

f.to Acting Secretary of State of the United States of America

La lettera inviata da San Marino era probabilmente giunta oltre oceano per tramite della Ambasciata americana a Roma, tant’è che il 18 novembre 1918 S.E. Nelson Page, avvocato e scrittore che ricoprì la carica di ambasciatore degli Stati Uniti a Roma per circa sei anni durante la presidenza Wilson, scrisse una nota al capitano reggente di San Marino Avv. Protogene Belloni:

Excellency: I have the honor to acknowledge with thanks the receipt to-day of your kind note of November 13th, with which Your Excellency enclosed me a copy of the speech addressed to the people of San Marino by the Regents of the Republic in honor of the final victory of the Allies in the present war. I greatly appreciate the gracious expressions used by the Regents in connection with the role played by The President of the United States and the American people in the successful termination of this world-war. With the renewed expression of my thanks, I avail myself of this opportunity to convey to Your Excellencies the assurances of my highest consideration.

f.to Thomas Nelson Page

Interessante qui notare come l’ambasciatore Page definisca il conflitto come una “world-war”, una guerra mondiale in cui gli Stati Uniti furono presenti a pieno titolo, oltre a sottolineare il ruolo del presidente e del popolo americano. Va ricordato che gli Stati Uniti entrarono in guerra in realtà solo nell’aprile 1917, con la dichiarazione di belligeranza presentata da Washington alla Germania a seguito dell’intensificarsi del fronte marittimo.

Dal carteggio del Fondo Segreteria di Stato Affari Esteri emergono poi altri due documenti significativi, entrambi a firma del presidente medesimo, Woodrow Wilson. Il primo è una nota a firma vergata direttamente dal presidente, datata 23 dicembre 1918 e dattilografata su una carta da lettere particolare, quella della American Commission to Negotiate Peace, in pratica la delegazione statunitense che era presente alla Conferenza di Pace di Parigi in quel periodo. La conferenza, va ricordato, radunava i rappresentanti degli Stati usciti vittoriosi dal conflitto e portò alla sottoscrizione di trattati separati con le nazioni sconfitte. Si limitò così la dimensione dell’esercito tedesco, nacquero nuovi Stati ed altri, fra cui l’Italia che ottenne il confine alpino, mutarono le loro frontiere.

Il presidente Wilson quell’antivigilia di Natale 1918 scrisse a Protogene Belloni, definendolo erroneamente governor anziché capitano reggente:

Your Excellency: Your gracious invitation to visit the Republic of San Marino has been received. I regret to inform you that at present my plans have not been determined upon, so that I am unable to give you a definitive answer. I assure you that nothing would give me greater pleasure than to be able to pay a visit to your ancient city. I will be glad to receive your Excellency during my sojourn in Italy, and I should appreciate it if you would communicate with me later concerning this matter, through the American Embassy at Rome. I am, with tokens of high consideration, Sincerely yours.

f.to Woodrow Wilson

 

Immagine 1. Nota del Presidente Woodrow Wilson al Capitano Reggente S.E. Protogene Belloni del 23 dicembre 1918, fondo Segreteria Affari esteri – Archivio di Stato della Repubblica di San Marino.

Immagine 1. Nota del Presidente Woodrow Wilson al Capitano Reggente S.E. Protogene Belloni del 23 dicembre 1918, fondo Segreteria Affari esteri – Archivio di Stato della Repubblica di San Marino.

Emerge qui l’esistenza di un invito ufficiale della reggenza al presidente, di recarsi in visita nella piccola Repubblica, invito di fatto declinato. È però importante questo aspetto che porta a considerare una volontà di San Marino di intensificare al più alto livello i rapporti con la grande nazione Nord Americana che negli anni a seguire accoglierà migliaia di cittadini sammarinesi emigrati in cerca di migliore fortuna stante la condizione di povertà in cui versava il territorio dello Stato in analogia con le limitrofe aree italiane, tant’è che è proprio in quegli anni che, con avverse fortune, verranno nominati vari consoli onorari a rappresentare la Repubblica presso il governo statunitense.

Allo stato attuale delle ricerche non è emerso il documento di invito a cui il presidente Wilson fa riferimento nella sua risposta, mentre è stato ritrovato nel carteggio del fondo della Segreteria Affari esteri il telegramma con cui Wilson accettò quella cittadinanza onoraria sammarinese che gli fu formalmente consegnata dall’Incaricato d’Affari Maurizio Bouquet a Parigi il 16 aprile 1919. Il giorno 11 gennaio di quell’anno, giunse ai Capitani Reggenti Protogene Belloni e Francesco Morri un telegramma proveniente dalla capitale francese, il testo contiene alcuni errori probabilmente dovuti all’addetto al telegrafo:

January y Thenth Nine Thirthy B.M. stop Your gracious telegram of December Thenthy ieghhth ha reached me here and per to express tu you and your associates my warm appreciation of the distinguished honor you have conferred upon me in macing me honorary citizen of the Republic of San Marino.

f.to Woodrov Wilson

Immagine 2. Telegramma di Woodrow Wilson ai Capitani Reggenti di San Marino a seguito del conferimento della cittadinanza onoraria, fondo Segreteria Affari esteri, Archivio di Stato della Repubblica di San Marino.

Immagine 2. Telegramma di Woodrow Wilson ai Capitani Reggenti di San Marino a seguito del conferimento della cittadinanza onoraria, fondo Segreteria Affari esteri, Archivio di Stato della Repubblica di San Marino.

Ma come mai ci fu così tanta corrispondenza fra la piccola Repubblica e la grande nazione nordamericana in quei mesi immediatamente successivi alla fine della Grande Guerra? Quale era lo scopo realmente perseguito? Una possibile e realistica risposta ci viene dai documenti visionati nel carteggio dello US Department of State collocato presso la sede a College Park (MD) dei National Archives statunitensi (Posizione RG 59 Department of State; Decimal File 1910 – 29; from 860.00/- to 860B.71/2; Box 9327 A).

Il 5 novembre 1918, circa una settimana prima della trasmissione all’ambasciatore statunitense Thomas Nelson Page del discorso della reggenza sammarinese alla popolazione di cui si è fatta menzione sopra, lo stesso ambasciatore Page inviò a Washington un telegramma registrato a protocollo come Routine 2297:

Embassy has received request from Republic of San Marino to American Government for a loan of eight million dollars to meet present difficult financial condition. Details of request are being forwarded by pouch.

f.to Nelson Page

 

Immagine 3. Telegramma Protocollo Routine 2297 dell’Ambasciatore Page al Dipartimento di Stato in cui comunica la richiesta di finanziamento ricevuta da San Marino, Carteggio dello US Department of State collocato presso la sede a College Park (MD) dei National Archives.

Immagine 3. Telegramma Protocollo Routine 2297 dell’Ambasciatore Page al Dipartimento di Stato in cui comunica la richiesta di finanziamento ricevuta da San Marino, Carteggio dello US Department of State collocato presso la sede a College Park (MD) dei National Archives.

La tempistica fa emergere chiara l’ipotesi che, stante la richiesta sammarinese di un finanziamento di ben otto milioni di dollari al governo americano, l’attivismo del piccolo Stato europeo nei confronti degli Stati Uniti non fosse del tutto casuale.

Il 27 novembre successivo lo US Department of State risponde a sua volta alla rappresentanza diplomatica a Roma con un telegramma che contiene alcune richieste di informazioni:

Your 2297, November 5. Pouch not yet received. Report to Department as to former financing of San Marino, where necessary loans were secured, etc., and present financial condition, unless this information is contained in pouch referred to.

 

Immagine 4. Telegramma Protocollo 1872 del Dipartimento di Stato all’Ambasciatore Page per richiedere chiarimenti sulla richiesta di finanziamento ricevuta da San Marino, Carteggio dello US Department of State collocato presso la sede a College Park (MD) dei National Archives.

Immagine 4. Telegramma Protocollo 1872 del Dipartimento di Stato all’Ambasciatore Page per richiedere chiarimenti sulla richiesta di finanziamento ricevuta da San Marino, Carteggio dello US Department of State collocato presso la sede a College Park (MD) dei National Archives.

Servono quindi più informazioni agli Stati Uniti per potere dare seguito alla richiesta, e sono necessarie, in particolare, informazioni sulle condizioni finanziarie dello Stato sammarinese e sulle garanzie di rimborso di un eventuale prestito, come venne precisato anche nella trasmissione della richiesta al Dipartimento del Tesoro.

Il 18 novembre 1918 lo US Treasury Department rispose al Department of State con una nota che richiamava chiaramente come le condizioni affinché gli Stati Uniti potessero concedere prestiti a governi stranieri era che non fossero alleati di nazioni impegnate nella guerra contro gli Usa e che il credito concesso fosse destinato a garantire la sicurezza nazionale e la difesa. Infatti il riferimento recita in un suo stralcio:

Under the terms of the Act of Congress authorizing the Secretary of the Treasury to extend credits to foreign governments, the governments in favor of which credits may be established to those “then engaged in war with the enemies of the United States”.

The credits may only be established for “the purpose of more effectually providing for the national security and defense and prosecuting the war”. Unless the application of the Republic of San Marino for a loan from this Government comes within these terms, the Secretary of the Treasury is without power to establish a credit in its favor. If the Department of State can inform this Department that the application of the Republic of San Marino meets these conditions the Secretary of the Treasury will consider any application for a loan made to him by the Government mentioned. The authority of the Secretary of the Treasury to establish credits for foreign governments ceases upon the termination of the war between the United States and the Imperial German Government.

Oltre quindi a definire se San Marino rispecchi le condizioni richieste, venne ricordato che, l’autorità del segretario di Stato al Tesoro di concedere tali prestiti sarebbe cessata alla fine del conflitto fra Usa e Impero Tedesco. Si era a novembre 1918 e l’armistizio col governo tedesco era alle porte. Le speranze di ottenere il prestito richiesto quindi erano, per San Marino, veramente esigue in termini di tempistica.

Sempre il 5 novembre 1918 l’ambasciatore Page oltre al telegramma trasmise la richiesta del governo sammarinese, a firma del capitano reggente Protogene Belloni, con allegata la minuta del verbale del parlamento sammarinese, entrambe tradotte in lingua inglese, e sottolineò come le motivazioni di richiesta del finanziamento fossero ben delineate in questi due documenti.

Excellency, Emboldened by manifestations of affection shewn this Republic by means of the much-appreciated gifts to our War-Hospital and to the local Congregation, with deep emotion I write to you because my heart is that of an entire body of citizens, and has beaten and still beats with faith in the People born of divine ideals, resplendent in the light of Charity, of Justice, of Sacrifice and savior of a world! Having grown and lived free for seventeen centuries in poverty and in the silence of this hiding-place, although in contact with modern life and with the greatest of wars we have been able to safeguard our political and moral values, neverthe less our financial conditions have suffered greatly, and the public discomfort has increased with the difficulties which have sprung up with the well-known prize-loan, and with the disoccupation of the workingmen.

Besides it is wicked that S.Marino should continue to live a sad and desolate life, when she has such great natural riches in the way of the air, light and beauty. Trusting in the greatest and most generous Republic of the world, the smallest and most ancient Republic of the world imagined thorough us the loan which was discussed in the Great and General Council of March 14th 1918 (and of which I enclose copy of the minutes), in order to provide the need mentioned above. At this meeting of the Council, a commission was appointed to examine the matter, and hence our request has been delayed up to the present – and even now we hesitate to present it for fear of its being refused. Of course now the conditions foreseen in the enclosed scheme are changed; but the chosen People of God will find a way to help. Deign, Excellency, to enter a little into the affairs of this millennial Republic of ours, whose history is one long poem of liberty and of italianity, and for which your great Government recently had sentiments of admiration and affection, and to give me your valuable opinion as to whether it would be considered too bold on the part of S.Marino to request a loan of your great Government. Pardon my disturbing you. With the deepest respect.

(sgd) PROTOGENE BELLONI Regent

Prima di passare ad esaminare alcuni stralci, sempre nella loro traduzione inglese, del verbale della riunione del Consiglio Grande e Generale datata 14 marzo a cui il reggente Belloni si riferisce, preme sottolineare come lo stesso nella sua nota all’ambasciatore Page definì il popolo statunitense “il Popolo scelto da Dio” e richiamò la disoccupazione e le condizioni di povertà che si erano aggravate con il conflitto bellico. Chi scrive trova anche significativo il richiamo alla “Italianità” della storia sammarinese, accenno ritenuto alquanto insolito.

Nella trascrizione in lingua inglese del verbale del Consiglio si faceva riferimento a speculazioni e cattiva amministrazione di un precedente capitano reggente, che dopo avere speso al tavolo da gioco più di quanto egli possedesse commise suicidio, come una delle cause della cattiva situazione finanziaria della Repubblica, nonché a una richiesta di prestito già presentata al governo italiano.

Emergono poi dalla lettura del documento alcune delle voci a cui si sarebbe voluto destinare il prestito americano una volta concesso:

San Marino has splendid air and a magnificent view and might be turned into a climatic station from April to October. Much would have to be done; a railway would have to be built from San Marino to Rimini; the hospital would have to be enlarged and improved, and places of entertainment built. A school of arts and trades would also have to be built for the purpose of training the men, as under present conditions the majority of the male population is compelled to become laborers because of the lack of a training school.

Nel piano di investimento erano menzionate alcune linee di sviluppo quindi che poi si sarebbero realizzate in anni successivi ma grazie ad altri interventi. La ferrovia Rimini-San Marino, ad esempio, prevista già in questo documento del 1918 come necessaria per lo sviluppo di San Marino quale stazione climatica da aprile a ottobre, sarà realizzata durante l’epoca fascista fra il 1929 e il 1932, anno in cui venne messa in esercizio. Restò operativa fino al 1944, per poi vedere le sue 17 gallerie divenire luogo di ricovero dei profughi in fuga dal fronte della Linea gotica.

È interessante rilevare in questo documento come il prestito statunitense dovesse essere garantito da una operazione finanziaria con il Regno d’Italia presso il quale i soldi sarebbero dovuti essere investiti in un mutuo dopo la conversione dollaro-lira.

Ma venne concesso il prestito americano? Andò a buon fine la richiesta sammarinese?

Anzitutto va rilevato che anche all’interno del governo americano non c’era chiarezza sulla situazione, tant’è che il 7 dicembre 1918 l’Office of the Solicitor del Department of State scrisse un riferimento per la risposta alla nota del Department of Treasury sopra richiamata. In questa risposta si nota come il dipartimento responsabile della politica estera statunitense non volesse essere considerato come l’unico responsabile della concessione di tali prestiti e quindi dovesse essere rimandato al dipartimento economico tale ruolo. Nella lettura del riferimento emerge anche come San Marino per gli Stati Uniti avesse dichiarato guerra all’Austria il 24 maggio 1915 e che, quindi, potesse ancora essere considerato in guerra:

Dear Mr. Phillips: A legal question being involved, Mr. Adee has referred this mattertome, and I venture to say that the Treasury Department’s letter of November 18, appears to be placing the responsibility for making the loan to San Marino at the present time entirely upon this Department, which under the Act of Congress providing for loans to foreign governments, this Department has, in my opinion, no authority to exercise. We have not been asked as to the policy of making loans to any other government that I know of. It seems to me that the Treasury letter should be replied to giving the facts as to San Marino’s part in the war and let the Treasury Department decide the question itself. I understand the facts regarding San Marino’s participation in the war to be that she declared war on Austria May 24, 1915. I presume that the Austrian armistice also applied to San Marino, although so far as I know we have no definite information on this point.

In these circumstances the question is whether loaning money to San Marino at the present time would be, “for more effectively providing for the national security and defense and for prosecuting the war”, and whether then these credits are established (if they should be) San Marino is “then engaged in war with the enemies of the United States.” The Austrian – Hungarian armistice does not terminate the war in which San Marino has been engaged, so far I am advised of its terms, and I understand this is the view of France and Great Britain.

If the credits are established before peace is signed I should think then that San Marino would “then be engaged in war with the enemies of the United States”, technically speaking. There is more doubt however as the whether it could be said that the purpose for loaning the money is for “prosecuting the war”. If the money is to be used by San Marino in maintaining her Army during the period of the armistice, perhaps this may be regarded as prosecuting the war to its termination. As a matter of policy it would, perhaps, be inadvisable to stretch the meaning of the terms quoted as to include San Marino at the present time. This is my personal view, but as I have said, it seems to me the question law or policy is one the Treasury Department should take the responsibility for deciding after being appraised of the facts.

(sgd) LHW

La questione è quindi anche stabilire se la materia dovesse avere uno sviluppo secondo le ragioni della legge o quelle della politica secondo l’ufficio legale dello State Department.

La questione però trovò la sua conclusione, almeno in base ai documenti rintracciati presso gli archivi americani fino ad ora, in un telegramma che l’ambasciatore Page invia da Roma a Washington il 6 dicembre 1918 con numero di protocollo Routine 2456:

Department’s 1872 November 27th, 6 P.M. Having made investigations, I have to report on the account in detail furnished by Nitti, Italian Minister of Finance: First, the finances of San Marino are in bad condition, and practically its only revenue is the Italian Government’s annual subvention of 360,000. Nitti adds that Italian Government’s, however, studying question of temporarily increasing this subvention. Secondly, that last spring the Italian Government declined to support San Marino request for a loan of 12 millions from the United States and that [… apparent omission…] still unfavorable. I gather further that San Marino is not held in high esteem by Italian Foreign Office. The Italian view of a small Independent State in Italy itself can hardly be holly unbiased but, in the view of the foregoing, I cannot advise the loan requested. It appears to me incommensurate with the needs of a population numbering about 11000.

f.to Nelson Page

 

Immagine 5. Telegramma Protocollo Routine 2456 dell’ambasciatore Page al Dipartimento di Stato in cui comunica il riferimento del Ministro Italiano Nitti sulla richiesta di finanziamento ricevuta da San Marino, Carteggio dello US Department of State collocato presso la sede a College Park (MD) dei National Archives.

Immagine 5. Telegramma Protocollo Routine 2456 dell’ambasciatore Page al Dipartimento di Stato in cui comunica il riferimento del Ministro Italiano Nitti sulla richiesta di finanziamento ricevuta da San Marino, Carteggio dello US Department of State collocato presso la sede a College Park (MD) dei National Archives.

Dal governo italiano, tramite il ministro delle Finanze Nitti, arrivò quindi un riferimento negativo sulla situazione finanziaria sammarinese, anche se il Regno d’Italia stava in quel momento studiando la possibilità di aumentare il proprio contributo alle casse della piccola Repubblica, introito definito come in pratica l’unica entrata del Paese. L’Italia decise di non supportare la richiesta di garanzia per il prestito statunitense, qui indicato in 12 milioni e non 8 come in altri documenti e quindi l’ambasciatore Page concluse che San Marino non godeva di grossa stima da parte del governo italiano e indicò come spropositata la richiesta della cifra vista la popolazione della Repubblica di circa 11000 persone.

A questo punto la concessione di cittadinanza onoraria sammarinese al presidente Wilson proprio in quelle settimane e lo scambio di corrispondenza successivo non fanno altro che confermare come il governo sammarinese cercasse di “forzare” la mano statunitense per la concessione di un prestito vitale per l’economia sammarinese strozzata dalla povertà e dalla dipendenza dal Regno d’Italia, con un approccio politico diplomatico. Va sottolineata anche la positiva programmazione dell’esecutivo nello stabilire alcune linee di sviluppo della Repubblica, come la ferrovia che poi verrà realizzata due decenni dopo, o come la vocazione turistica che emergerà, invece nel secondo dopoguerra.

Resta un fatto significativo a conclusione di questa vicenda: non solo uno ma due furono i Presidenti statunitensi insigniti della cittadinanza sammarinese, antesignani di quelle migliaia di doppi cittadini che poi nel corso degli anni si generarono a seguito della massiccia emigrazione che da San Marino portò molte famiglie a cercare fortuna principalmente a New York e in Michigan.

 

Biografia

Paolo Rondelli nasce nella Repubblica di San Marino il 17 giugno 1963. Laureato in Ingegneria chimica, con successive specializzazioni nei settori dell’ambiente e della sicurezza, torna poi all’amore per le materie umanistiche laureandosi in Lettere e filosofia presso l’Università di Bologna. Da qualche anno si dedica alla ricerca storica con particolare attenzione per la storia del Novecento collaborando con docenti della medesima Università dove, nel novembre 2012 ha conseguito la laurea magistrale in Scienze storiche, con lode, discutendo una tesi sulla storia dei movimenti femminili sammarinesi nella seconda metà del Novecento da cui è nato il suo primo libro. Da 20 anni al servizio dell’amministrazione sammarinese dopo un quinquennio trascorso presso grossi gruppi industriali italiani quali ENI e SOL, ha sviluppato la sua carriera sia sul binario tecnico che su quello diplomatico. Dal 2005 al 2009 si è recato in numerosi Stati dell’ex Yugoslavia e dell’ex Unione Sovietica per conto del Consiglio d’Europa quale osservatore internazionale durante consultazioni elettorali. Dal novembre 2006 al maggio 2007 è stato rappresentante speciale della presidenza del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa in Serbia e in Montenegro. Dal luglio 2007 è ambasciatore non residente per la Repubblica di San Marino presso gli Stati Uniti d’America. Attualmente sta frequentando il Master di II Livello in comunicazione storica presso Unibo.

 

 

Bibliografia

Fondo del Dipartimento di Stato Americano, Classificatore RG 59 Department of State; Decimal File 1910 – 29; from 860.00/- to 860B.71/2; Box 9327 A.

Fondo della Segreteria Affari Esteri, presso Archivio di Stato della Repubblica di San Marino.

Atti del Consiglio Principe 1858-1861, Dipartimento Affari Interni Archivio di Stato.

Balsimelli F.

1975                Storia delle rappresentanze diplomatiche e consolari della Repubblica di San Marino, San Marino, pubblicazione a cura degli eredi.

 

  1. Dipartimento Affari interni Archivio di Stato, Atti del Consiglio Principe 1858-1861, Volume 6, p. 343. []