Fabio Fabbri L’Italia cooperativa Centocinquant’anni di storia e di memoria. 1861-2011 Roma, Ediesse, 2011

di Tito Menzani

Copertina_Tito_Menzani(2)Le celebrazioni per i centocinquant’anni di storia dell’Italia unita sono state anche un appuntamento storiografico molto importante, caratterizzato dall’uscita di numerosi contributi di ricerca, di sintesi o di alta divulgazione, i quali hanno indubbiamente arricchito il panorama editoriale e il livello di conoscenza della disciplina. Fra questi, va indubbiamente ricordato anche il corposo libro di Fabio Fabbri – professore ordinario di storia contemporanea presso l’Università di Roma Tre – dedicato al movimento cooperativo, ossia ad un fenomeno socio-imprenditoriale che per il caso italiano può essere considerato all’incirca coevo all’Unità.

Fabbri è certamente uno degli autori che ha più contribuito all’avanzamento della ricerca sull’impresa cooperativa: sue alcune pietre miliari della storiografia relativa a quest’oggetto di studio, quali la curatela Il movimento cooperativo nella Storia d’Italia. 1854-1975 (Milano, Feltrinelli, 1979) o la ponderosa ricerca Da birocciai a imprenditori una strada lunga 80 anni. Storia del Consorzio cooperative costruzioni, 1912-1992 (Milano, Franco Angeli, 1994).

In questo nuovo volume, Fabbri raccoglie, organizza e riedita numerosi propri saggi, già comparsi su riviste e opere collettanee, e li integra con alcuni scritti inediti appositamente realizzati. Fra i contributi ripubblicati, alcuni sono abbastanza noti nel panorama storiografico, mentre altri erano forse sfuggiti ai più, soprattutto perché avevano trovato collocazione in riviste di scarsa circolazione, come “Nuova agricoltura” o “Incontri meridionali”, o perché apparsi in libri che avevano avuto una diffusione limitata o magari dedicati ad argomenti abbastanza distanti da quello della cooperazione (ad esempio: La figura e l’opera di Guido Miglioli. 1879-1979, a cura di F. Leonori, Roma, Quaderni del Cdcd, 1982; Donna lombarda. 1860-1945, a cura di A. Gigli Marchetti e N. Torcellan, Milano, Franco Angeli, 1992).

Innanzi tutto, quindi, il volume di Fabbri ha il grande merito di riproporre alla comunità scientifica numerose ricerche che approfondiscono aspetti assolutamente di rilievo, come il significativo tema delle origini del movimento cooperativo o quello della componente di genere, che certo non può dirsi trascurabile.

Ma soprattutto, il libro ha il merito di riuscire a fornire una visione cronologica sostanzialmente esaustiva ed uno spettro tematico comunque molto ampio, per quanto prevalentemente riferito alla cooperazione aderente a Legacoop. Proprio l’integrazione fra saggi editi ed inediti consente di arrivare ad una architettura davvero convincente ed equilibrata, che vede come scelta principale la divisione del volume in tre sezioni. La prima, che occupa metà delle pagine, è incentrata sulla vicenda storica propriamente detta, e quindi tratta della nascita del movimento cooperativo, del suo sviluppo in età giolittiana, della controversa fase fra le due guerre fino alle cruciali trasformazioni del secondo Novecento e al consolidamento imprenditoriale dei decenni a noi più vicini.

La seconda sezione, invece, intitolata La memoria, sviscera alcune questioni storiografiche che hanno animato e che continuano ad animare il dibattito storiografico, come i rapporti fra teoria economica dell’impresa cooperativa e ideologie politiche, o come il ruolo educativo ed emancipatorio del movimento fra XIX e XX secolo. La terza ed ultima parte del volume, invece, offre una lunga e ragionata rassegna degli studi sulla cooperazione, sostanzialmente la prima in assoluto ad avere un carattere così completo e di spessore. Proprio quest’ultimo sforzo di Fabbri ha il merito di contribuire ulteriormente all’interesse del libro, perché le tante ricerche dedicate all’argomento vengono qui ridiscusse e ricondotte entro un unico solco interpretativo, e si offre così allo studioso una vera e propria bussola per orientarsi in una grande quantità di studi. Infine, impreziosiscono il volume alcune appendici conclusive.

In sintesi, il libro ha il duplice pregio di riproporre una vivace produzione storiografica relativa al movimento cooperativo italiano e di arricchirla con nuovi saggi, così da offrire uno sguardo organico e di innegabile interesse. Dato che attualmente le imprese cooperative vantano dodici milioni di soci, oltre un milione di addetti e contribuiscono per il 7% alla formazione del prodotto interno lordo, lo studio delle radici di questo fenomeno e del suo sviluppo successivo rappresenteranno sempre più un tema di grande rilievo storiografico.