G. Berti, C. De Maria, (a cura di), L’anarchismo italiano. Storia e storiografia, Milano, Biblion Edizioni, 2016.

di Federico Chiaricati

La nascita del volume, come spiegano nella nota introduttiva i due curatori, vede i primi passi nei due appuntamenti promossi dall’Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa e dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, il primo il 9 novembre 2013 (un seminario) e il secondo il 10 e 11 maggio 2014 (un convegno nazionale) e dall’esigenza, sentita da circa quarant’anni, di riflettere sugli studi compiuti sull’anarchismo in Italia. I contributi, elaborati da un gruppo di esperti e ricercatori del tema, sono poi confluiti in questa opera collettiva.

Come si può vedere non si tratta in questo caso di scrivere una storia dell’anarchismo italiano, bensì si cerca di tracciare una mappa degli studi sull’anarchismo italiano e sul pensiero libertario. Per questo motivo le discipline interessate sono le più varie, così come gli approcci metodologici. Per rappresentare meglio questa varietà il volume è stato diviso in sette sezioni tematiche: Interpretazioni, Biografie e generazioni; Insediamenti territoriali; Esilio e comunità all’estero; Ecologia e neo-anarchismo; Arte e letteratura; Strumenti, repertori e fonti. Questa messa a punto, però, riesce anche a indicare possibili prospettive di studi e orientamenti metodologici. La difficoltà nel tracciare una storia dell’anarchismo con gli stessi approcci con cui sono scritte le storie dei partiti politici ha portato, infatti, alla ricerca di nuovi indirizzi, tra cui il metodo biografico e lo studio delle comunità dell’esilio in una prospettiva transnazionale hanno visto negli ultimi anni un fiorire di studi. Le due sezioni, seppur divise, possono essere infatti facilmente intrecciate. Le traiettorie di vita di militanti e teorici come Malatesta, Galleani o Gori, per fare degli esempi, sono caratterizzate da una grande mobilità territoriale. Concentrarsi sulle loro biografie significa anche considerare le reti e i nodi transazionali che loro stessi andavano a costituire, come l’organizzazione di gruppi politici, la promozione di giornali, riviste e la circolazione di idee e metodi di lotta (e in questo senso viene chiamata in causa anche la riflessione sugli insediamenti territoriali). Discorso simile si può proporre per le sezioni sulle interpretazioni e sull’ecologia e il neo anarchismo. Gli approcci teorici e storiografici descritti nella prima sezione, infatti, possono essere accostati con le nuove tendenze dell’anarchismo e con le elaborazioni contemporanee, come la decrescita, il primitivismo o l’antispecismo, che, sebbene non siano peculiarmente anarchiche, presentano molti punti di contatto con il movimento. Il dibattito relativo all’anarchismo come movimento e all’anarchismo come pensiero o i temi e le prospettive mediterranee confrontate con quelle anglosassoni vedono una loro prosecuzione nella discussione contemporanea su post- o neo-anarchismo.

Una menzione particolare va anche al problema delle fonti e dei fondi archivistici. Data la natura transnazionale del movimento anarchico è fondamentale un raccordo sempre più stretto tra i centri di ricerca, le biblioteche e gli archivi di tutto il mondo, per confrontare e incrociare i documenti o le prospettive di ricerca. Diventa quindi indispensabile l’inventariazione del materiale e la sua tutela e salvaguardia in modo da permettere futuri studi.

Come si è potuto vedere, in conclusione, il volume offre due chiavi di lettura. Da una parte si può riconoscere una mappa concettuale, che riesce a riordinare (anche grazie alla divisione nelle sezioni indicate precedentemente) gli studi, le tendenze e gli approcci che hanno caratterizzato la storiografia sull’anarchismo italiano. Secondariamente, però, questa mappa si configura come una vera a propria rete, dove le sezioni, seppur divise, sono strettamente intrecciate le une con le altre. In questo modo si riescono anche a individuare le prospettive di ricerca e di analisi, andando a riconoscere legami e lacci non ancora del tutto sviluppati e che coinvolgono una vasta gamma di discipline.

In conclusione un libro che serve sicuramente allo studioso e al ricercatore, ma è di particolare importanza anche per l’appassionato e l’attivista.