L’Istituto Ernesto de Martino: la memoria nei nastri

Agostina Bua, Antonio Fanelli

I paragrafi 1, 2, 3, 4 scritti da Antonio Fanelli, sono la parziale ripubblicazione dell’articolo I dischi del sole. Per dire di un’altra Italia: un’Italia altra, “Primapersona”, n. 19, 2008. Agostina Bua è autrice dei paragrafi 5 e 6.

Legenda: IEdM: Istituto Ernesto de Martino; Nci: Nuovo canzoniere italiano; Fip: fondo Ida Pellegrini; FIEdM-faC: fondo Istituto Ernesto de Martino-Franco Coggiola.

 

1. Brevi cenni storici: Gianni Bosio e le Edizioni Avanti!

Negli anni ’60 la cultura e la musica italiana sono investite al pari della nostra società in generale da una serie di profonde trasformazioni che portano verso la modernità e la società dei consumi. Nel dopoguerra in Italia c’è la democrazia e la pluralità dei partiti, ma c’è anche la guerra fredda; c’è il boom economico, la nascita dell’industria e lo sviluppo delle città del Nord ma c’è ancora una profonda cultura contadina radicata in tutto il paese e soprattutto al Sud. Tradizione e modernità si intrecciano e si sovrappongono e così ai bisogni e alle necessità della prima si affiancano il benessere e i problemi della seconda. In questo quadro si crea un gruppo legato alla musica popolare e all’oralità, il Nuovo canzoniere italiano, che è prima di tutto un movimento culturale e politico, che si propone in modo originale di conoscere l’altra Italia, la cultura contadina e locale, cercare il mondo che sta oltre Eboli risalendo però verso nord. Questo lavoro ha sin dall’inizio un chiaro progetto politico alle spalle: conoscere per trasformare, scoprire il mondo popolare e proletario e viaggiare assieme verso un nuovo mondo, che ora possiamo facilmente far rientrare nell’utopia ma allora era molto più difficile farlo, il socialismo. Le prime ricerche compiute sono opera di Gianni Bosio e di Roberto Leydi e si indirizzano, non a caso, verso il canto sociale, a fine anni ’50.

La tematica del canto sociale è una scelta di novità dirompente; fino a quel momento gli studi di tradizioni popolari avevano avuto una forte attenzione per il testo poetico, si parlava infatti di studi di poesia popolare e il canto sociale e di protesta era un terreno quasi inesplorato, l’immagine che si aveva dei contadini attraverso gli studi era dolcificata, un mondo di persone felici che cantavano e qualche volta lavoravano. Gli studi del dopoguerra legati ai nomi dei fondatori dell’antropologia culturale in Italia (Ernesto de Martino, Diego Carpitella e Alberto Mario Cirese) avevano iniziato già a presentare invece nei loro lavori un mondo di persone che lavoravano e qualche volta cantavano, ma il rovesciamento di prospettive si apriva grazie a Gramsci e alle sue osservazioni sul folklore e alla letteratura e al cinema neorealista.

Bosio, che è il principale animatore delle vicende che sto presentando, si avvicina alla ricerca sul campo da studi di carattere storico-filologico e da una intensa attività politica, di organizzatore di cultura e di editore. Giovane partigiano e poi attivo militante socialista molto vicino a Lelio Basso, leader dell’area socialista laica e luxemburghiana, Bosio diventa funzionario del Partito socialista nel mantovano. Nel 1949, con la rivista “Movimento operaio”, crea un fervido gruppo di storici che indagano le vicende del movimento operaio fuori dall’Università e dal controllo dei partiti. Il Pci è nettamente ostile e fa licenziare Bosio da Feltrinelli, l’editore della rivista; ma Bosio non demorde dopo questa manovra di sapore stalinista e intenta una causa contro Feltrinelli, la vince e con i soldi ottenuti rilancia la casa editrice del Partito socialista: le Edizioni Avanti!. Il lavoro editoriale di Bosio è incredibile, pur tra mille difficoltà economiche e politiche (Bosio è un antistalinista bassiano e il Psi è in pieno frontismo), l’apertura a nuove tematiche politiche e culturali è davvero notevole. Nel nostro caso mi limito a citare il filo che porta al Nci: le Edizioni Avanti! pubblicano I Kikuyu di Yomo Keniatta, i canti di protesta americani, Ascolta mister Bilbo!, a cura di Leydi e di Tullio Kezich e la terza annata di una rivista molto preziosa come “La Lapa”, diretta da Alberto Mario Cirese. Nel 1958 inizia anche la collana “Mondo Popolare” diretta da Roberto Leydi. Bosio stringe un vero e proprio sodalizio con Leydi e instaura in questa fase un rapporto di collaborazione e amicizia con Cirese. Uno storico, un etnomusicologo e un antropologo.

2. Il Nuovo canzoniere italiano (Nci)

Il Nci inizia come rivista nel 1962 e rilancia la breve esperienza torinese di “Cantacronache”, che proponeva una nuova canzone legata alla protesta politica e al mondo della cultura contro lo strapotere della tv e della canzonetta sanremese. “Cantacronache” produce dischi e spettacoli dal 1958 al 1962, vi collaborano persone come Calvino, Fortini, Eco, Liberovici e altri, ma resta un esperimento interessante anche se circoscritto. Il Nci riuscirà invece a sollevare un clamore e un’attenzione nazionale incentrando la propria attività su tre filoni che si intrecciano: la ricerca sul campo, con la rivista e la creazione poi dell’Istituto Ernesto de Martino; gli spettacoli e i dischi, con la riproposta del canto popolare, e la creazione di nuove canzoni che si legano al presente e alla lotta politica.

La storia del Nci e dei Dischi del Sole è intricata perché tanti sono quelli che vi transitano (assemblee di 60-70 persone per un totale in alcune fasi di 2-300 persone) e molte sono le piste possibili da seguire; per fortuna si possiede una importante “guida indigena” che è il lavoro di Cesare Bermani, Una storia cantata (Jaca Book, 1996) e in anni recenti è stato realizzato un bel film, I Dischi del Sole (Fandango, 2003), in cui il regista Luca Pastore ricostruisce alcune atmosfere dell’epoca. Per una storia complessiva e filologica, come sarebbe piaciuta a Bosio, dobbiamo ancora lavorare, poiché non possediamo un elenco analitico di tutti i dischi prodotti e delle copie vendute, degli spettacoli e dei seminari-convegni realizzati, dei progetti in corso e di quelli non realizzati, degli scambi, delle influenze e degli scontri intorno, dentro e fuori il Nci.

Il Nci parte con degli spettacoli che creano un interesse e in alcuni casi un tale clamore da mettere per la prima volta al centro dell’attenzione pubblica l’oralità e la cultura degli umili e degli oppressi: spettacoli come Pieta l’è morta (1964), Bella Ciao (1964), Ci ragiono e canto (1966, con Dario Fo) hanno aperto ad un pubblico più ampio un mondo di suoni, di immagini e di storie che fino ad allora non aveva avuto la dignità culturale che era invece esclusiva della cosiddetta “alta cultura”. Al teatro Caio Melisso di Spoleto, durante il Festival dei due mondi nel 1964, per la prima volta in un luogo importante della cultura in Italia, risuonano le voci e i canti del lavoro e della protesta e sarà un celebre canto contro la guerra, Gorizia, a scatenare un putiferio in sala, dove ci sono molti ufficiali e uomini d’ordine. Il parapiglia generale suscitato da Michele Straniero che canta Gorizia con una strofa “proibita” (“traditori signori generali”) porterà ad uno scandalo che terrà le prime pagine dei giornali. Questo è l’evento che proietta il Nci verso una diffusione tale che quando poi esploderà il ’68 i canti che si legheranno a quelle vicende saranno proprio quelli degli autori più originali del Nci, come Della Mea, Pietrangeli, Marini, Amodei, Bandelli, Masi che cantano quei fatti che sconvolgono il mondo e danno l’assalto al cielo a cui lo stesso Nci partecipa attivamente. Sono loro i cantori di quelle vicende con canzoni come Contessa, Cara moglie, I morti di Reggio Emilia, I treni per Reggio Calabria e poi ancora Nina di Gualtiero Bertelli, Le basi americane di Assuntino. Queste canzoni e il repertorio storico del movimento operaio (Internazionale, Bandiera rossa, Addio a Lugano) sono cantate dal movimento, si trasmettono oralmente e risuonano a lungo, con molta forza, fino alla fine degli anni ’70, e con un suono più flebile fino ai giorni nostri.

3. I Dischi del Sole

I Dischi del Sole prodotti dalle Edizioni Avanti! iniziano la loro avventura nel 1962. Essi hanno fatto conoscere i canti politici della Resistenza, quelli anarchici, quelli socialisti, comunisti, quelli contro la guerra e quelli giacobini e garibaldini; i canti di osteria e le launeddas, le mondine e Che Guevara, Ciccio Busacca, Caterina Bueno, le due Giovanne: la Marini e la Daffini, Ivan Della Mea, Paolo Pietrangeli, Rudi Assuntino, Fausto Amodei, Alberto D’Amico, Rosa Balistreri, Sandra Mantovani, Paolo Ciarchi, Gualtiero Bertelli, E Zezi di Pomigliano d’Arco e i blues americani, la guerriglia in Angola, in Venezuela, le lotte operaie in Italia, Matteo Salvatore, il gruppo di Piàdena, la canzoni narrative, i maggi della Bismantova, la maremma e la sabina, gli zampognari, i pescatori, le borgate romane e la lotta per la casa, Judith Reyes e Barbara Dane, Luigi Nono, Gianni Nebbiosi, Mario Scaccia, Laura Betti, canti abruzzesi, il Canzoniere pisano del Potere Operaio, Maria Monti, Dario Fo, i discorsi e gli appelli di Nenni, Morandi, Togliatti e poi ancora Stefano Ricatti, Pino Masi, Alfredo Bandelli, Giorgio Gaslini, il Canzoniere del Lazio e Peppino Marotto, Silvano Spadaccino, Diego De Palma, gli Aggius della Gallura, le poesie di Ignazio Buttitta, i canti del carcere, la Valnerina ternana, la Marcia della pace, le canzoni del lavoro e dell’emigrazione… e altro ancora.

Lavoro artistico, militanza e ricerca sul campo si intrecciano; fra i ricercatori del Nci troviamo oltre a Bosio: Cesare Bermani, Franco Coggiola, Giuseppe Morandi, Gian Luigi Arcari, Silvio Uggeri, Dante Bellamio, Michele Straniero, Clara Longhini, Mathias Deichman, Riccardo Schwamental e successivamente anche Alessandro Portelli e molti altri collaboratori a volte occasionali.

Negli anni ’60 l’etichetta indipendente Dischi del Sole riesce ad avere una buona diffusione e una buona copertura del mercato, non solo quello legato alle strutture dei partiti del movimento operaio. Siamo ancora in una fase in cui è possibile per una casa discografica “artigianale” tenere il confronto con le “grandi” del mercato: la pubblicità e la distribuzione non hanno ancora raggiunto i livelli di costi che nel corso degli anni ’70 e poi definitivamente negli anni ’80 offuscheranno queste voci “resistenti”.

4. L’IEdM

Il lavoro del Nci si intreccia con la produzione della casa editrice Edizioni Avanti! poi indipendente dal Psi nel 1964 con la denominazione “del Gallo” e con il nascente progetto di Bosio, Cirese e Leydi di creare un Istituto di ricerca. Bosio e Leydi rompono tra di loro nel 1966 e l’Istituto nasce dopo questa rottura, a Milano, come “Istituto Ernesto de Martino per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario” con il compito di razionalizzare e conservare il materiale raccolto e dare una cornice all’attività dei singoli e dei gruppi che si muovono nell’ambito del Nci. Cirese in questa fase cerca di connettere e di far dialogare fra di loro il mondo accademico e la variegata sfera della ricerca militante: la passione civile e politica e l’impegno serio e documentato sono i due cardini della Premessa dello Statuto dell’IEdM stesa da Cirese assieme a Bosio nel 1966.

La ricerca è intesa da Bosio come possibilità di scoprire i tesori del patrimonio culturale delle classi popolari che possono essere delle isole di resistenza rispetto al processo di organizzazione dei consensi della società di massa e del neo-capitalismo. Bosio anticipa il movimento della oral history puntando ad una ricostruzione storica globale che tenga conto tanto della filologia dei documenti che delle fonti orali raccolte col magnetofono, inoltre egli parlerà di “negazione del foklore” attraverso la ricerca dell’uomo storico inteso nella totalità delle sue attività a cui si contrappone invece l’immagine dell’uomo folklorico, l’uomo dimezzato, stornellante e strambottante, presentato dalla tradizione di studi sul folklore. Bosio insiste per portare la ricerca dal sud contadino al nord del mondo operaio, della città e degli artigiani. Queste riflessioni sono raccolte nella sua miscellanea di scritti più famosa intitolata L’intellettuale rovesciato (1967; nuova edizione a cura di Cesare Bermani, Jaca Book 1996). Questa immagine dello studioso che si pone nei confronti delle classi popolari non come una guida e come un corpo separato da essa ma che invece si “rovescia” egli stesso, cioè rovescia la sua prospettiva per trarre dalla cultura stessa delle classi popolari le idee e le basi di un agire comune, è sicuramente una delle proposte e delle aspettative di Bosio che più hanno influito sui movimenti politici degli anni della contestazione fino a oggi.

5. La nastroteca

L’IEdM conserva svariati materiali che si collocano nelle rispettive sezioni in cui l’istituto è organizzato: biblioteca appartenente alla rete provinciale Sdiaf (Sistema documentario integrato dell’area fiorentina), emeroteca, discoteca, fototeca, filmoteca, nastroteca e infine una raccolta di manifesti, locandine e opuscoli a stampa in originale.

La strutturazione della nastroteca prende avvio nel 1966, anno che vede anche ampliarsi l’organico, e Franco Coggiola, ricercatore e stretto collaboratore di Bosio, assume il ruolo di conservatore dei materiali sonori e cartacei dell’Istituto. L’archivio sonoro specializzato, che in quegli anni si stava formando, ancora oggi rappresenta un valido scrigno di esperienze, ricerche e attività legate a importanti iniziative sorte in ambito culturale nell’Italia degli anni ’50-70. I materiali raccolti in questo archivio sono frutto di ricerche dapprima avviate su iniziative indipendenti o di tipo personale e in seguito confluite nelle attività del Nci, finanziate, promosse e realizzate dallo stesso organico dell’istituto. Nel tempo la nastroteca si è arricchita delle raccolte dei ricercatori esterni che hanno voluto fare dono dei loro lavori all’Istituto. Ad oggi, secondo una stima sommaria, sono presenti circa seimilacinquecento nastri per un totale di quindicimila ore di registrazione riguardanti l’intero territorio nazionale e svariate regioni estere. I materiali sonori sono presenti sia in forma originale che digitale, parzialmente riversata su Cd e Hard disk e organizzati in fondi a seconda della provenienza. I corpus più consistenti si suddividono in fondo Istituto Ernesto de Martino-Franco Coggiola, fondo Ida Pellegrini e fondo Ricercatori esterni1.

Lo stato di catalogazione e schedatura presenta oggi differenze rilevanti: alcuni nastri sono stati catalogati analiticamente, altri si trovano oggi in uno stato di schedatura minima con le sole indicazioni generiche relative alla data e al contesto di registrazione, talvolta insufficienti anche per una sommaria descrizione critica. Il sistema di catalogazione è stato avviato da Gianni Bosio con la compilazione di schede che riportano informazioni dettagliate sul luogo, il contesto, la data, gli informatori, i presenti e inoltre qualche nota tecnica sulla durata della registrazione, il numero di piste utilizzate e i contenuti delle interviste. Alcune di queste schede sono state edite nei materiali riguardanti il fondo Pellegrini e sono state, in passato, la base per la realizzazione di un prototipo di scheda cartacea e oggi per la creazione di un database informatico. Il database relazionale, su base open source MySQL e denominato “Koacervo”, è stato strutturato per fornire un elevato numero di informazioni circa il materiale che si intende catalogare: tipo di supporto, dati tecnici inerenti la digitalizzazione e un corposo elenco di tipologie e sottotipologie per l’inquadratura e l’analisi critica dei contenuti.

6. I singoli fondi

Il fondo Ida Pellegrini è composto in prevalenza dalle registrazioni effettuate da Gianni Bosio e Clara Longhini, per la maggioranza, nel periodo che va da aprile 1962 a agosto 19712. Il corpus, denominato da Bosio con il nome di sua madre, comprende circa seicentocinquantacinque bobine registrate su una sola pista per un totale di circa seicentocinquanta ore ed è considerato, per ampiezza e rilevanza storica, la più importante raccolta di documenti orali presente nella nastroteca. Il criterio di ordinamento dei nastri è cronologico; i sottofondi rispettano un ordine cronologico interno.

Le registrazioni sono state effettuate, nella maggior parte dei casi, da Gianni Bosio talvolta in compagnia di Franco Coggiola, Roberto Leydi, Clara Longhini, Gianluigi Arcari e Dante Bellamìo. Si tratta prevalentemente di campagne di ricerca avviate da Bosio e dal Nci per rispondere all’esigenza di rilevare i cambiamenti che investivano le realtà contadine. Con il passare del tempo, e il progredire della ricerca, l’interesse si è esteso alle singole regioni, comprendendo singole e specifiche campagne in Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania e Puglia con l’intento di realizzare collane monografiche regionali. L’intento di estendere le ricerche alle regioni centro-meridionali partiva dalla volontà di operare una comparazione con gli studi su Acquanegra sul Chiese, paese natale di Bosio e base di partenza per le registrazioni, da cui è sorta la pubblicazione Il trattore ad Acquanegra: piccola e grande storia in una comunità contadina. In quel periodo Acquanegra, e tutta la valle Padana, rappresentavano una realtà contadina e operaia in via di crescente modernizzazione tecnologica, economica e socio-culturale. Al contrario le regioni del mezzogiorno erano ancora immerse in un’economia di stampo agro-pastorale che le manteneva in una situazione di arretratezza economica e tecnologica e allo stesso tempo legate a pratiche socio-culturali preservate in forma arcaica. Le tematiche affrontate da Bosio nelle sue ricerche e le linee programmatiche delle sue analisi si possono riscontrare in L’Intellettuale rovesciato, oggi lettura obbligata per chi volesse approfondire la conoscenza di Bosio, e in particolare in Elogio del magnetofono. Nella descrizione dei materiali su nastro del fondo Ida Pellegrini, Bosio chiarisce l’intento di voler studiare e porre a confronto realtà differenti, quali erano le regioni italiane degli anni Sessanta.

Le ricerche del Nci puntavano a voler superare gli obiettivi tradizionali di raccolta e analisi dei materiali sulla cultura contadina per spingere nella direzione della comparazione con la società urbana e la sua evoluzione. In particolare la realtà economica e i sistemi produttivi che, a seguito di un’attenta analisi, si possono comparare con lo sviluppo interno delle stratificazioni sociali e dei sistemi di produzione e diffusione culturale. Nel Fip si possono trovare numerose bobine con incisioni riguardanti l’uso dei gerghi, il canto sociale, anarchico, di protesta in parte editi in Addio padre. La guerra di Belochio, di Palma e di Badoglio. Contemporaneamente era stata avviata una ricerca sui canti della rivolta contadina del 1880-1890, il cui nastro guida appartiene al Fip e avrebbe dovuto essere incentrato su La Boje!, invece confluì nello spettacolo intitolato Il bosco degli alberi. Sono inoltre presenti esempi rilevanti di canto narrativo che Bosio voleva far sfociare in una serie di dischi sulla canzone narrativa italiana rimasta incompiuta, di cui è stato pubblicato solo il disco Donna Lombarda. Seguono canti e grida di lavoro, di filanda e di risaia, con registrazioni di ricchi repertori delle mondine di Roncoferraro e altri personaggi che sono in seguito divenuti protagonisti del Nci come Giovanna Daffini e Vasco Scansani. A questi canti si affiancano le registrazioni concernenti le festività religiose popolari o civili connesse ai ritmi calendariali, teatro di massa, burattinai e soprattutto teatro popolare, in particolare i Maggi di cui sono presenti svariate registrazioni. La ricerca sul teatro rientrava nella volontà del Nci di riproporre in forma spettacolare gli aspetti caratterizzanti del teatro popolare. Da queste indagini è sorto lo spettacolo Gorizia e le pubblicazioni La rappresentazione popolare. I Maggi della Bismantova (Bosio, Coggiola1967), La grande paura e Il bosco degli alberi3. Le ricerche inerenti il contesto urbano si sono concentrate in particolare sulla contestazione studentesca avvenuta in Italia e all’estero parzialmente pubblicate in Movimento studentesco 1968 (Uggeri, Morandi 1969) e sulla realtà della fabbrica confluite nei dischi sulla Crouzet di Milano del 1972 e sulla Filati-Lastex di Bergamo Redona del 1975, che contengono anche molti nastri appartenenti al fondo Istituto Ernesto de Martino-Franco Coggiola. Sempre dello stesso filone di ricerca ci sono i nastri selezionati per la pubblicazione de I fatti di Milano, con questo disco Bosio voleva restituire una lettura immediata dei fatti raccolti attraverso testimonianze orali: un’analisi critica contemporanea che utilizzava esclusivamente fonti orali, “un lavoro esemplare di storia immediata” come lui stesso lo aveva definito nella presentazione posta nella copertina del disco. A queste si possono affiancare tutti i documenti sonori inerenti a storie di vita e anche narrazioni sull’attività lavorativa di operai e artigiani nonché interviste e conversazioni riguardanti studiosi di tradizioni popolari, politici, militanti di base e del movimento operaio. Di questa serie sono stati editi il nastro su Pia Carena Leonetti e i materiali riportati nell’articolo Ricordo di Giulio Trevisani.

Nel Fip sono confluite diverse registrazioni di assemblee del Nci, utili strumenti di analisi critica per lo studio del gruppo e della nascita e evoluzione dell’IEdM. Tra le pubblicazioni che corredano questo fondo, oltre a quelle citate, ricordiamo Fonti orali per la storia e l’antropologia in cui sono raccolte tutte le informazioni riguardanti la nastroteca, ad oggi questo testo è l’unico che contiene la descrizione di tutti i materiali sonori dell’IEdM; Italia: Le stagioni degli anni ’70, pubblicazione relativa alle singole registrazioni regionali e infine Una Ricerca In Salento che raccoglie i materiali cartacei della campagna di ricerca pugliese.

In coda sono posti i sottofondi dei ricercatori esterni: “Deposito Maria Vailati”, “Deposito Dante Bellamìo”, “Deposito Gianluigi Arcari” e “Deposito Giuseppe Morandi”. In conclusione, per avanzare una valutazione sulla preminenza dei campi d’interesse delle ricerche effettuate da Bosio, si può dire che gli ambiti convergano in vari argomenti e soprattutto sconfinano le barriere delle fasce sociali e lavorative. La volontà di estendere le registrazioni alla realtà urbana per operare un confronto con il mondo contadino ha arricchito il Fip di un corollario d’indagini a tutto tondo confluite, in seguito, nelle numerose pubblicazioni cartacee e discografiche. La varietà di ambienti e contesti indagati, lo sviluppo delle metodologie di studio e analisi, seppur talvolta scivolate nelle indagini di stampo folkloristico, rivelano una forte spinta in direzione della ricerca in continua evoluzione (Bosio 1998b, 233). Allo stato attuale la catalogazione del Fip si trova in uno stadio avanzato rispetto agli altri fondi. L’IEdM possiede infatti la descrizione dei primi centonovantasei nastri compilata da Gianni Bosio e edita in Documenti orali nei primi centonovantasei nastri del fondo Ida Pellegrini che sono stati la base per la creazione di un prototipo di scheda utilizzata nella catalogazione di tutti i materiali della nastroteca. Ad oggi il Fip è l’unico fondo ad essere schedato e catalogato nel database digitale Koacervo.

Se il Fip è il fondo più ricco e importante per contenuti, fondazione e completezza nella schedatura, ad esso fa seguito il fondo Istituto Ernesto de Martino-Franco Coggiola tra tutti il più esteso e assortito. Secondo la descrizione di Coggiola, questo comprende la “Ricerca Adda”, “Ricerca Alessandria”, “Ricerca Risaia” e “Ricerca Dialetti italiani” e in coda il “Deposito Franco Coggiola”, “Deposito Michele L. Straniero” e la “Sezione Internazionale”. Oltre alle serie il fondo è stato pensato secondo un’ulteriore suddivisione per settori, ne sono stati individuati quattro denominati con le prime lettere dell’alfabeto.

Nel settore A trovano posto tutte le registrazioni promosse, ideate e effettuate dai membri interni insieme ai nastri che compongono blocchi unitari in base alla zona, il ricercatore o la tematica. Il settore B raccoglie i documenti sonori sui convegni, congressi, seminari e discussioni metodologico-organizzative inerenti i vari settori di studio dell’IEdM. Nel settore C troviamo invece i materiali di tutti i momenti di riproposta e spettacolo. Infine nel settore D si trovano copie di dischi rari concessi in prestito per farne copia, le cui tematiche sono estensione dei nastri del primo settore. L’ordine previsto per l’intero fondo contemplava un criterio di sistemazione cronologica, a partire dal 1965 fino al 1985, in cui i quattro diversi settori e le differenti ricerche avrebbero dovuto intersecarsi. L’idea partiva dalla volontà di mantenere integro l’ordine di successione ed evoluzione dei diversi settori di ricerca. Bosio aveva in mente di offrire al ricercatore che si avvicendasse nello studio del FIEdM-faC l’esatta sequenza cronologica dello svolgersi e svilupparsi delle ricerche. Il risultato doveva essere un archivio vivo che mostrasse apertamente l’incrocio delle idee e il circuito delle ricerche, delle iniziative e attività nello stesso momento in cui si erano sviluppate, ideate e promosse. Questo fondo avrebbe dovuto essere lo specchio reale dello svolgimento, degli incroci, dei prolungamenti, delle estensioni e delle ricerche che s’intersecavano con nuove attività affiancate a vecchi lavori: i tempi lunghi della ricerca scientifica che scorrevano di pari passo alla sempre crescente esigenza della documentazione della realtà contemporanea. Tuttavia lo stato di catalogazione dei nastri del FIEdM-faC è quasi nullo, le serie compongono un’unica vasta miscellanea con un ordine cronologico impreciso.

Allo stato attuale solamente il “Deposito Michele L. Straniero”, “Ricerca Dialetti italiani” e “Ricerca Adda” sono stati individuati e collocati separatamente. Per le altre serie la situazione è differente: il “Deposito Franco Coggiola” non è stato ancora individuato, così come la “Sezione Internazionale”, mentre la “Ricerca Alessandria” è inserita nell’ordine cronologico della miscellanea e la “Ricerca Risaia”, che si trova a seguito del blocco denominato “Marcia della pace”, fa parte del gruppo 1968, nonostante comprenda annate differenti4. A tal proposito, e per ovviare allo stato di cose, l’IEdM ha avviato un progetto annuale, che avrà inizio in dicembre, con lo scopo di ripristinare l’ordine preposto e digitalizzare e catalogare uno dei blocchi che compongono il suddetto fondo. Il FIEdM-faC rappresenta, quindi, uno scrigno prezioso e ricco di dettagliate informazioni sull’evolversi dei contenuti e metodologie di ricerca.

Nei quattro settori individuati per la catalogazione trovano posto tutte le tematiche affrontate e analizzate nel corso degli anni dai membri interni dell’IEdM. La ricerca correva di pari passo con le attività di produzione e diffusione culturale che facevano parte del progetto globale dell’istituto: dalla fase di progettazione, alla raccolta documentaria, alle elaborazioni di riproposta fino alle discussioni teoriche sui risultati della stessa ricerca volte a stimolare nuovi percorsi tematici e analitici di metodo e contenuti. Dai documenti di questo fondo, così come avvenuto per il Fip, sono sorte numerose pubblicazioni. Tra le più importanti ricordiamo i Dischi del Sole riguardanti la serie Inni Proletari della Piazza (DS 200-201-201-203) documenti tratti da registrazioni effettuate da Coggiola nel 1965 in varie località emiliane in occasione di festeggiamenti politici. Si affiancano a questi i Canti della Resistenza italiana (n.7 DS 45; n. 8 DS 53; n. 9 DS 54; n. 10 DS 55) registrati a Milano lo stesso anno durante le celebrazioni per il ventennale della liberazione e i canti di resistenza de La Resistenza dell’Emilia Romagna, i nastri delle trasmissioni radio, i materiali su Matteotti sfociati nel disco Povero Matteotti, e infine la serie delle canzoni comuniste, anarchiche e giacobine5. In seguito furono pubblicate le Comunicazioni di massa e comunicazioni di classe, relative ai seminari organizzati nel laboratorio di Modena del giugno 1965 e Comunicazione orale nella città e nella provincia di Alessandria6 ad Alessandria nel giugno 1968, per la formazione dei ricercatori. Le sessioni seminariali erano momenti di studio teorico e esercitazione a cui partecipano oltre ai membri interni Bosio, Roberto Leydi, Sandra Mantovani, Franco Coggiola e Filippo Colombara anche eminenti studiosi del settore tra cui Alberto Mario Cirese, Gian Luigi Bravo, Italo Sordi e Matteo Deichmann, Bruno Pianta e Giorgio Vezzani.

In questo fondo, come già accennato, si trovano diverse registrazioni inerenti gli spettacoli di riproposta come Ci ragiono e canto, L’Altra Italia, La canzone popolare narrativa, La opposizione, Altri vent’anni, Piàdena, Gorizia, Domani Alessandria, La Linea Rossa, Sutta a chi tucca, Tera e aqua, Si gh’era el fiouel d’un conte, Padrone mio ti voglio arricchire, Sciur Padrun, Karlmarxstrasse, Fiaba grande, Il mio nome è Abele7 e le manifestazioni come i documenti riportati nel disco Folk Festival 1 e Folk Festival 28 titoli tratti dagli eponimi festival svoltisi a Torino nel 1965 e 1966. Appartengono a questo fondo numerose pubblicazioni di dischi relativi a monografie sui canti sociali o repertori specifici come: Peppino Marotto, Italia, le stagioni degli anni ’70, Le canzoni de “La grande paura”, L’occupazione delle fabbriche, Osteria osteria, Cicciu Busacca, Il 29 luglio del 1900, E la partenza per me la s’avvicina, I Caprara, Alfredo Bandelli, Is Launeddas, La Valnerina Ternana, Giuseppe di Vittorio, Roma, Sentite buona gente gente9. Non ultimi ci sono i Dischi del Sole con le collane dei singoli autori, tra questi i repertori di Ivan Della Mea10, Giovanna Daffini11, Giovanna Marini12, Gualtiero Bertelli13, Stefano Ricatti14, Matteo Salvatore15.

Il blocco dei fondi si chiude con il fondo Ricercatori esterni che comprende le ricerche di circa ottantadue ricercatori esterni all’IEdM. I singoli depositi sono catalogati in ordine alfabetico secondo i nomi dei ricercatori. Tra questi sono presenti molti degli intellettuali, cantanti e studiosi che hanno collaborato con l’Istituto: Rudi Assuntino, Cesare Bermani, Gualtiero Bertelli, Mimmo Boninelli, Caterina Bueno, Claudio Cormio, Gruppo Cantacronache, Gruppo Padano di Piàdena, Roberto Leydi, Sergio Liberovici, Marco Müller, Nuovo Canzoniere Bresciano, Giovanni Pirelli, Sandro Portelli, Riccardo Schwamenthal, Maria Vailati.

I nastri sono complessivamente 1188 e contengono materiali sonori registrati prevalentemente negli anni ’60, ’70 e ’80, di svariato genere: ricerche sugli spettacoli di burattini, sul mondo contadino, sulle forme di organizzazione e manifestazione politica del movimento studentesco e operaio, lotte operaie, dibattiti pubblici e privati, ricerche monografiche, registrazioni e canti d’osteria, di filanda e di risaia, d’amore, della Prima guerra mondiale, dialettali, partigiani, politici, ottava rima, canti narrativi, religiosi e Maggi, storie di vita. Le registrazioni contengono materiali sonori che provengono prevalentemente dal nord Italia ad eccezione dei nastri cinesi di Ciccio Giuffrida e quelli di Marco Müller, i nastri registrati da Bernard Lortat-Jacob nel versante italo-francese della Val di Tenda e infine le documentazioni statunitensi raccolte da Sandro Portelli.

Bibliografia

Boccardo P., Bosio G., Savi T.

1966 (cur.)      Addio padre. La guerra di Belochio, di Palma e di Badoglio, Milano, Edizioni del Gallo, Dischi del Sole, giugno 1966 (DS 116/18).

Bosio G.

1969                Ricordo di Giulio Trevisani, in “Il Labriola” nuova serie, n. 2, giungo.

1970a              I fatti di Milano,Milano, Edizioni del Gallo, Strumenti di Lavoro/Archivi Sonori (SdL/AS/7).

1970b (cur.)    Pia Carena Leonetti. Una donna all’Ordine Nuovo, Milano, Edizioni del Gallo, I Dischi del Sole, DS 74, gennaio.

1970c (cur.)     Documenti orali nei primi centonovantasei nastri del fondo Ida Pellegrini, descrizioni e indici a cura di P. Boccardo, G. Arcari, S. Uggeri, vol. I: Descrizioni e trascrizioni per gli anni 1960-1966, vol. II: Indice dei documenti raccolti per titolo, per argomento, per incipit come appare nella descrizione dei nastri; indice delle località e degli informatori,Milano, Edizioni del Gallo.

1981                Il trattore ad Acquanegra: piccola e grande storia in una comunità contadina, a cura di C. Bermani, Bari, De Donato.

1998a              L’Intellettuale rovesciato. Interventi e ricerche sulla emergenza d’interesse verso le forme di espressione e di organizzazione “spontanee” nel mondo popolare e proletario (gennaio 1963-agosto 1971), a cura di C. Bermani, Milano, Jaca book.

1998b              Uomo folklorico/uomo storico. Relazione sull’attività dell’Istituto Ernesto de Martino, al luglio 1969, in Bosio 1998a.

Bosio G., Coggiola F.

1967 (cur.)      La rappresentazione popolare. I Maggi della Bismantova, Milano, Edizioni del Gallo, Strumenti di Lavoro/Archivi Sonori, 1967 (SdL/AS/ 1 – 2).

1972 (cur.)      L’Italia nelle canzoni. Il Nuovo Canzoniere Italiano presenta “Il bosco degli alberi”. Storia d’Italia dall’Unità a oggi attraverso il giudizio delle classi popolari. Rappresentazione in due tempi, Milano, Edizioni del Gallo, Dischi del Sole, novembre (DS 307/9 – 310/12).

Bosio G., Longhini C.

2007                1968. Una ricerca in Salento. Suoni, grida, canti, rumori, storie e immagini, a cura di L. Chiriatti, I. Della Mea, C. Longhini. Lecce, Kurumuny.

Consiglio di Fabbrica della Crouzet

s.d. (cur.)         Milano. Lotta operaia alla Crouzet, collana “Archivi Sonori” dei Dischi del Sole, SdL/AS/11.

Consiglio di Fabbrica della Filati Lastex (cur.)

s.d.                  Bergamo Redona. Filati Lastex alla ricossa, collana “Archivi Sonori” dei Dischi del Sole, SdL/AS/12.

Coggiola F.

1969 (cur.)      Donna Lombarda. Volume primo del “Nigra cantato”, Milano, Edizioni del Gallo, Strumenti di lavoro/Archivi Sonori (SdL/AS/5).

1986 (cur.)      Fonti orali per la storia e l’antropologia: testimonianze e documenti del mondo contadino e operaio. Prima relazione sulla nastroteca dell’Istituto Ernesto de Martino, Urbino, Centrostampa dell’Università degli Studi di Urbino.

Istituto Ernesto de Martino, Portelli S.

1971 (cur.)      Italia: le stagioni degli anni ’70 nei documenti originari di tutte le regioni italiane disposti secondo le stagioni, le funzioni e le forme proprie alla cultura orale di base e di intervento, Milano, Edizioni del Gallo, (I Dischi del Sole, gli uomini le opere i giorni, 508/10, 511/13).

Laboratorio di Modena

1966                Comunicazioni di massa e comunicazioni di classe, in “Strumenti di lavoro/Archivi delle comunicazioni di massa e di classe”, Milano, Edizioni del Gallo, aprile.

Uggeri S., Morandi G.

1968 (cur.)      Movimento studentesco 1968, Milano, Edizioni del Gallo, gennaio.

  1. Coggiola (1986) nella descrizione della nastroteca inserisce anche i fondi Cesare Bermani e Sandra e Mimmo Boninelli, collocati invece negli archivi privati degli eponimi ricercatori.  []
  2. Gianni Bosio registrò solo due nastri nel 1960 e nel 1961, inoltre dopo la sua morte sono stati aggiunti al fondo dieci nastri registrati da Clara Longhini tra il 1972 e il 1977. []
  3. Su Il bosco degli alberi si veda L’altra Italia. il bosco degli alberi. La storia d’Italia nel giudizio delle classi popolari, in Bosio 1998a, 279-286. []
  4. Le informazioni sull’attuale struttura topografica della nastroteca sono tratte dai documenti digitali di Simone Sartini conservati presso l’IEdM. []
  5. La Resistenza dell’Emilia Romagna nelle testimonianze, nei canti, nei documenti, Dischi del Sole, collana “Gli uomini, le opere, i giorni”, DS 502/4, 505/7; SOS – qui parlano i poveri cristi della Sicilia occidentale attraverso la radio della nuova resistenza, “Archivi sonori”, Dischi del Sole, SdL/AS/9; Povero Matteotti. Il risveglio antifascista del ’24 e l’Aventino, a cura di Maria Luisa Betri e Anna Maria Ciniselli; L’Ordine Nuovo. Antologia della canzone comunista in Italia, a cura di Cesare Bermani, DS 161/63; Sventolerai lassù. Antologia della canzone comunista in Italia 2, a cura di Cesare Bermani DS 1078/80; Quella sera a Milano era caldo… Antologia della canzone anarchica in Italia 2, Dischi del Sole, collana “L’altra Italia”, DS 1099/01; Camicia rossa. Antologia della canzone giacobina e garibaldina, a cura di Cesare Bermani, DS 1117/19; Arrendersi o perire. Le giornate del 25 aprile, a cura di Giovanni Pirelli, Dischi del Sole, collana “L’altra Italia”, DS 107/9. []
  6. Il seminario rientrava nel programma: L’altra Italia. Quarta rassegna dedicata all’analisi e all’uso della cultura del mondo popolare e proletario, organizzata per seminari di studio dal giugno 1968 al giugno 1969 in tempi e luoghi diversi. []
  7. Ci ragiono e canto, rappresentazione popolare in due tempi su materiale originale curato da Cesare Bermani e Franco Coggiola con la regia di Dario Fo; L’Altra Italia. Seconda rassegna dedicata alla rappresentazione popolare, con un esempio di elaborazione culturale di base, presentato al Teatro Piccolo della Società Umanitaria di Milano dal 4 marzo al 1 aprile 1966; La canzone popolare narrativa. Prova di concerto n. 1, a cura di Roberto Leydi e Franco Coggiola; La opposizione. Resistenza di sempre, a cura di Michele L. Straniero; Altri vent’anni, a cura di Cesare Bermani e Ivan Della Mea; Piàdena, un paese della pianura padana, a cura della Biblioteca popolare di Piàdena; Gorizia, ricerca di linguaggio e di dimensioni teatrali, a cura di Paola Boccardo, Virginio Peucher, Tullio Savi; Domani Alessandria Ieri oggi noi; La Linea Rossa, Sutta a chi tucca, a cura di Paolo Castagnino, Tera e aqua (del Canzoniere Popolare Veneto), Si gh’era el fiouel d’un conte (gruppo “Il Portone” di Vimercate), Padrone mio ti voglio arricchire (Canzoniere Popolare Romano) fanno parte della collana “L’Alta Italia. Terza rassegna dedicata alla cultura del mondo popolare e proletario nelle proposte dei gruppi locali e alla musica contemporanea nelle proposte di Giorgio Gaslini, Giacomo Manzoni, Bruno Maderna e Luigi Nono”; Il mio nome è Abele. Esperimento in due tempi, presentato da Nuccio Ambrosino, Paolo Ciarchi, Ivan Della Mea, Massimo De Vita, Silvia Malagugini, Cati Mattea, Michele L. Straniero, Gian Paolo Tescari. []
  8. Folk Festival 1 (Torino, 3-5 settembre 1965), Dischi del Sole, collana “L’Altra Italia”, (DS 125/27); Folk Festival 2 (Torino 8-9-10-11 settembre 1966). []
  9. Peppino Marotto, Sa bandiera ruja. Nuove canzoni da Orgosolo, DS 72; Italia, le stagioni degli anni ’70, DS 508/10, 511/13; Le canzoni de “La grande paura”, 1920; L’occupazione della fabbriche, DS 1000/2; Osteria osteria (viaggio attraverso l’osteria italiana considerata come casa della cultura popolare), a cura di Michele L. Straniero, DS 188-90; Cicciu Busacca, Un uomo che viene dal sud (DS 1006/8); Il 29 luglio del 1900, a cura di Emilio Jona e Sergio Liberovici sulla figura di Gaetano Bresci, DS 1018/20; E la partenza per me la s’avvicina, a cura di Maria Luisa Betri e Silvio Uggeri, DS 514/16; I Caprara. Fra città e campagna, DS 523/25; Mondarisi. Registrazioni di canti della risaia effettuate a Veneria di Lignana (Vercelli) nel 1953, DS 520/22; Alfredo Bandelli, Fabbrica, galera piazza, DS 1034/36; Is Launeddas. Ricerca su uno strumento musicale, a cura di Andreas Fridolin Bentzon, DS 529/31; La Velnerina Ternana. Una proposta di ricerca/intervento 1972-1975, reg. originali di Valentino Paparelli e Sandro Portelli; Giuseppe di Vittorio. Il sole si è fatto rosso, a cura di Maria Luisa Betri e Franco Coggiola, DS 316/18; Roma. La borgata e la lotta per la casa, a cura di Sandro Portelli, SdL/AS/10; Sentite buona gente. Canti delle mondine di Trino Vercellese, a cura di Cesare Bermani e Franco Coggiola, DS 535/37. []
  10. La nave dei folli (1976); Calendimaggio (1976); Io Ivan Della Mea (1977). []
  11. Amore mio non piangere, nella collana “L’altra Italia”, Dischi del Sole, DS 1063/65; Una voce, un paese, DS 146/48 []
  12. Correvano coi carri (1977); Con la chitarra senza il potere (1967); La grande madre impazzita. Cantata e sonata di Giovanna Marini, DS 1108/10, 1111/13. []
  13. Dentro la fabbrica e fuori (1977). []
  14. Stefano Maria Ricatti, La Corriera, DS 1093/95. []
  15. Matteo Salvatore, Il lamento dei mendicanti, DS 140/42. []