Antonio Senta, A testa alta! Ugo Fedeli e l’anarchismo internazionale (1911-1933), Milano, Zero in Condotta, 2012

Recensione di Giorgio Sacchetti

Copertina recensione SacchettiAnarchico militante, operaio, storico autodidatta, bibliotecario e da ultimo collaboratore di Adriano Olivetti, Ugo Fedeli (Milano, 1898 – Ivrea, 1964) vive da protagonista, con la sua compagna Clelia Premoli, le vicende cruciali del Novecento. Il patrimonio documentario e le memorie della sua vita sono oggi custoditi presso l’IISG (Internationaal Instituut voor Sociale Geschiedenis) di Amsterdam. Già disertore nella prima guerra mondiale e rifugiato in Svizzera, nel 1921, a seguito del suo coinvolgimento nell’attentato al Teatro Diana, inizia l’odissea tra Parigi, Russia e Berlino. Pubblicista fecondo, si lega a importanti figure dell’anarchismo come Luigi Fabbri e Camillo Berneri, conosce Buenaventura Durruti e Nestor Machno. Espulso dalla Francia e dal Belgio emigra in Uruguay, dove rimarrà fino alla sua deportazione nelle prigioni italiane come “indesiderato” (1933). Gli Ugo Fedeli papers (diari, epistolario, manoscritti vari, appunti e schede bibliografiche) “misurano” 21,6 metri lineari e riguardano l’arco temporale 1869-1964. Il materiale è stato a suo tempo riordinato proprio da Antonio Senta, giovane archivista e studioso autore di questa monografia.

La lista dei documenti si può consultare su

http://www.iisg.nl/archives/pdf/ARCH00392.pdf

Il presente volume, mentre valorizza originali fonti sul ’900, ci racconta un’avventurosa storia di vita, documento sulle vicende dell’anarchismo italiano e internazionale. Bibliografia e apparato di note sono cospicui. La ricerca si articola nei seguenti capitoli: Un trentennio di storia d’Italia (1880-1911); Sindacalismo, Settimana Rossa, guerra e rivoluzione (1911-1917); Il Biennio Rosso e il “fattaccio inconsulto” del teatro Diana a Milano (1918-1921); Un militante in fuga. Nella Russia sovietica e a Berlino (1921-1922); A Parigi nel mondo dell’esilio antifascista (1923-1929); Addio Europa: a Montevideo (1929-1933). La narrazione si ferma, al momento, sulla soglia di altri eventi risolutivi. L’auspicio è che il racconto continui. Per l’Europa quella soglia, il 1938-1948, rappresenta il “decennio di transizione” in cui precipitano la sconfitta antifascista in Spagna, la seconda guerra mondiale, la Resistenza e la Guerra Fredda… Per gli anarchici, reduci di mille battaglie e in procinto di essere travolti dalla “bolscevizzazione” del movimento operaio, sarà un passaggio doloroso e inaspettato dal protagonismo di massa all’attività di testimonianza. Il cenacolo di Ivrea con il suo poliedrico movimento Comunità, cui Fedeli darà la sua collaborazione fattiva nel secondo dopoguerra, sarà una delle opportunità concrete, fra le numerose in atto allora, per mantenere viva un’istanza libertaria e per non disperderne la memoria.

Il protagonista “attraversa” cesure epocali e milita nelle diverse tendenze del movimento anarchico. Da giovane operaio vive la stagione irrequieta dell’individualismo (corrente libertaria dai connotati “milanesi” e proto-futuristi) e poi quella dell’anarcosindacalismo, per maturare infine un’impostazione teorica vicina al comunismo anarchico organizzatore e federalista. È un “viaggio” spontaneo il suo, ascrivibile non tanto ad una maturazione ideologica, quanto invece alla ricerca di inedite pratiche sovversive adatte alle contingenze storiche. C’è, in tutto questo, qualcosa che ci riconduce a Camillo Berneri. L’azione anarchica e la scelta dei possibili interlocutori sono calibrate su criteri che man mano si aggiornano. Così le correnti politiche affini strategicamente non sono più valutate in base all’antico paradigma novecentesco rivoluzionari vs/ riformisti, bensì secondo l’antitesi berneriana “comunismo dispotico centralizzatore” vs/ “socialismo federalista liberale”.

Le correnti libertarie, schiacciate dai totalitarismi ma comunque presenti nell’agone culturale e sociale contemporaneo, sono oggi al centro di un’ampia indagine storiografica libera finalmente dagli stereotipi. Il volume si colloca in un quadro di rinnovato appeal storiografico dell’anarchismo, caratterizzato da una prolifica produzione scientifica, spesso dedicata a biografie su personalità di rilievo dell’antifascismo, della cultura e del sindacato nel secolo appena trascorso. Basti ad es. ricordare: C. Venza (a cura di), Il fabbro anarchico. Autobiografia fra Trieste e Barcellona, Roma, Odradek, 2011; Gaetano e Giovanna Gervasio, Un operaio semplice. Storia di un sindacalista rivoluzionario anarchico (1886-1964), Milano, Zero in Condotta, 2011; C. De Maria (a cura di), Giovanna Caleffi Berneri. Un seme sotto la neve. Carteggi e scritti. Dall’antifascismo in esilio alla sinistra eretica del dopoguerra (1937-1962), prefazione di G. Berti, nota conclusiva di G. Fofi, Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi / Archivio fam. Berneri A. Chessa, 2010; T. Marabini, G. Sacchetti, R. Zani, Attilio Sassi detto Bestione. Autobiografia di un sindacalista libertario (1876-1957), Milano, Zero in Condotta, 2008; G. Sacchetti, Senza frontiere. Pensiero e azione dell’anarchico Umberto Marzocchi (1900-1986), prefazione di C. Venza, Milano, Zero in Condotta, 2005.

 

Per citare questo testo attenersi alle seguenti indicazioni: Recensione di Giorgio Sacchetti. Antonio Senta, A testa alta! Ugo Fedeli e l’anarchismo internazionale (1911-1933), Milano, Zero in Condotta, 2012, in “Storia e Futuro”, Rubriche: Scaffale, n. 30, novembre 2012.