Recensione di Tito Menzani
La recente crisi finanziaria ed economica ha fatto delle banche un obiettivo polemico del dibattito politico e pubblico in generale. Ma c’è un network creditizio che rivendica una propria specificità, e che utilizza da tempo slogan come “la mia banca è differente” o “differenti per forza”. Si tratta delle banche di credito cooperativo, un tempo note come casse rurali e artigiane, la cui proprietà non è egemonizzata da pochi speculatori o affaristi, ma è in mano a migliaia e migliaia di piccoli risparmiatori, famiglie, imprenditori, professionisti. La curatela da Alessandro Carretta, ordinario di economia degli intermediari finanziari all’Università Tor Vergata di Roma, offre una ricca e documentata sintesi – a metà tra ricerca e alta divulgazione – sul fenomeno cooperativo nel settore creditizio.
Apre il volume la Presentazione di Alessandro Azzi, Presidente di Federcasse, seguita dalla Prefazione di Alessandro Carretta, che riassume brevemente lo spirito e l’architettura del libro e anticipa gli snodi cruciali contenuti entro le cinque sezioni che compongono la curatela.
La prima, intitolata Il credito cooperativo dalle origini alla fine del XX secolo, è dedicata agli aspetti storici ed è curata da Pietro Cafaro, ordinario di storia economica all’Università Cattolica di Milano. Essa ospita quattro saggi: Radici, consolidamento e crescita del credito cooperativo tra Ottocento e Novecento (di Emanuele C. Colombo, assegnista di storia economica presso l’Università Cattolica di Milano), Lo scollamento tra credito e cooperazione negli anni tra primo dopoguerra e anni Cinquanta (di Andrea M. Locatelli, ricercatore di storia economica all’Università Cattolica di Milano), La lenta ricostruzione di un modello tra spinte in avanti e false partenze (dello stesso Pietro Cafaro), Il nuovo regime bancario e il ruolo riconosciuto del credito a prevalenza mutualistica (di Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse, e Pietro Cafaro).
In questa prima parte si chiariscono le vicende che nel XIX secolo hanno portato alla genesi delle banche di credito cooperativo in Europa e in Italia. E successivamente si spiega come questa forma di istituto bancario sia riuscito a sopravvivere e, anzi, a ritagliarsi crescente spazio nel mercato, pur se i momenti di crisi non sono certo mancati.
La seconda sezione è curata da Emanuele Cusa, associato di diritto commerciale all’Università di Trento, ed ha l’esplicativo titolo di Profili giuridici. Al suo interno si trovano quattro contributi: Società mutualistiche, locali, democratiche e non necessariamente lucrative (dello stesso Emanuele Cusa), I soci, la partecipazione sociale e l’organizzazione societaria (di Giuseppe Fauceglia e Concetto Costa, ordinari di diritto commerciale rispettivamente all’Università di Salerno e di Catania), Il sistema del credito cooperativo (di Pierfilippo Verzaro, responsabile Fuzione consulenza di Federcasse, e Antonio Torre, responsabile Funzione legale e compliance di Iccrea Holding), Promozione e controlli (di Angelo Rinella, ordinario di diritto costituzionale italiano e comparato alla Lumsa di Roma, Livia Salvini, ordinario di diritto tributario alla Luiss di Roma, Concetta Brescia Morra, associato di diritto dell’economia all’Università del Sannio, e Marco Lamandini, ordinario di diritto commerciale all’Università di Bologna).
In questa parte, invece, si calano le banche di credito cooperativo entro il contesto legislativo. Ciò che spicca è la specificità di normative pensate appositamente per valorizzare la natura di questi istituti di credito, che hanno vincoli e tutele rispetto alle banche commerciali tradizionali, proprio perché eredi di una tradizione e di una impostazione peculiare.
Stefano Zamagni, professore ordinario di economia politica all’Università di Bologna, è il curatore della terza sezione, intitolata Profili economici, che si compone di sei saggi: Cooperazione di credito e sviluppo civile: come esaltare il potenziale identitario delle Bcc (dello stesso Stefano Zamagni), La creazione del valore sociale ed ambientale nelle Bcc (di Leonardo Becchetti, ordinario di economia politica all’Università Tor Vergata di Roma), La rilevanza macroeconomica del credito cooperativo in Italia (di Marco Mazzoli, docente a contratto di politica economica all’Università Cattolica, sede di Piacenza), Bcc, sviluppo del territorio, private equity: una sfida antica e moderna (di Stefano Caselli, ordinario di economia degli intermediari finanziari all’Università Bocconi di Milano), Lo stress testing e le procedure di controllo nel sistema bancario: un modello per il credito cooperativo (di Massimiliano Marzo, associato di economia politica all’Università di Bologna, sede di Forlì, e Paolo Zagaglia, assegnista di scienze economiche all’Università di Bologna), Costo del capitale e creazione di valore nelle Bcc (di Ignace Gustave Bikoula, del Servizio relazioni internazionali di Federcasse).
In queste pagine si intrecciano quattro principali obiettivi. Il primo è quello di sviscerare la questione identitaria, strettamente collegata al magistero sociale della Chiesa. Il secondo è quello di tratteggiare l’importanza macroeconomica e non speculativa del credito cooperativo. Il terzo è quello di mettere in luce la solidità patrimoniale che generalmente caratterizza questi istituti bancari. Il quarto ed ultimo aspetto approfondito è quello della fiducia, intesa come ingrediente imprescindibile che fa da collante all’intero sistema.
La sezione successiva è curata dal responsabile scientifico dell’intero volume, Alessandro Carretta, ed è intitolata Concorrenza, Governance e controlli, valore. Contiene cinque contributi: Il posizionamento del sistema cooperativo del credito nel sistema bancario italiano (di Vittorio Boscia, straordinario degli intermediari finanziari all’Università Bocconi di Milano, e Juan Lopez, responsabile Studi, ricerche, statistiche, e relazioni internazionali di Federcasse), Le competenze distintive delle Bcc nella valutazione e gestione del rischio di credito: il caso della Lgd (di Lucia Gibilaro, aggregato di economia degli intermediari finanziari all’Università di Bergamo, e Gianluca Mattarocci, ricercatore di economia degli intermediari finanziari all’Università Tor Vergata di Roma), Governance e controlli interni (di Paola Shwizer, ordinario di economia degli intermediari finanziari all’Università di Parma e Valeria Stefanelli, docente di economia degli intermediari finanziari all’Università telematica “Niccolò Cusano” di Roma), La pianificazione strategica delle banche di piccole dimensioni (di Andrea Balbi, del Servizio rischi e controlli di Federcasse), La persistenza dei profitti delle Banche di Credito Cooperativo italiane: il ruolo della competizione, dell’efficienza e delle variabili ambientali (di Franco Fiordelisi, associato di economia degli intermediari finanziari all’Università di Roma Tre).
Questa parte della curatela si concentra su alcuni aspetti cruciali, tra l’altro oggetto di un dibattito recente. Infatti, l’analisi del posizionamento competitivo e di alcuni profili di governo e gestione delle banche di credito cooperativo costituisce un momento rilevante per la valutazione del ruolo svolto da questi istituti nel sistema finanziario. E i temi toccati rivestono pure grande importanza per lo sviluppo di tale modello bancario nel nostro paese.
L’ultimo blocco di saggi è imperniato sugli aspetti culturali e organizzativi. Curato da Domenico Bodega, ordinario di organizzazione aziendale all’Università Cattolica di Milano, ha il titolo di Organizzazione, cultura e gestione del personale e al suo interno si ritrovano sei contributi: Bcc: ambiente, organizzazione, cultura (dello stesso Domenico Bodega), I sistemi di banche cooperative in Europa. Governance, assetti strategici e tendenze evolutive (di Roberto Di Salvo, vicedirettore generale di Federcasse), La scelta di gestione e sviluppo del personale (di Luca Solari, ordinario di organizzazione aziendale all’Università di Milano), I processi di comunicazione, informazione e decisione del sistema Bcc (di Marco De Marco, ordinario di organizzazione aziendale all’Università Cattolica di Roma), L’organizzazione collettiva dei rapporti di lavoro. Relazioni sindacali e contrattazione collettiva nel credito cooperativo (di Felice Testa, associato di diritto del lavoro all’Università europea di Roma), L’identità del credito cooperativo e il Progetto CooperniCo (di Paolo de Angelis, direttore generale di Sef Consulting, e Daniela Antonucci, responsabile del Progetto CooperniCo).
L’ultima sezione è dedicata ad aspetti prettamente manageriali o comunque riconducibili alla cultura del management. In particolare, l’assetto e la configurazione delle banche di credito cooperativo e del loro network sono considerati il prodotto di processi di mediazione per il controllo e l’influenza degli attori interni ed esterni all’istituzione stessa. Il che porta poi a concludere che la flessibilità e la capacità di adattarsi a sempre nuove situazioni rappresenta un concreto valore strategico.
In definitiva, la curatela di Alessandro Carretta sistematizza e amplia una serie di riflessioni, considerazioni e suggestioni interdisciplinari, per andare a riempire un vuoto che effettivamente esisteva a livello scientifico e editoriale. E ci spiega come mai il credito cooperativo, forte di un secolo e mezzo di storia, sia ancora un’esperienza attuale ed efficace.