di Andrea Giovannucci
Il dibattito sulla questione ambientale, benché abbia raggiunto oggi più che in passato, una grande popolarità e sia spesso frequentato dal grande pubblico manca alle volte di una visione in grado di compierne la complessità e profondità. Il volume di Paolini, incentrato sull’analisi dei cambiamenti ambientali avvenuti a Firenze a partire dal secondo dopoguerra e fino al 2005, raccoglie questa esigenza di approfondimento e grazie all’utilizzo di documenti e fonti d’archivio traccia una storia del rapporto tra ambiente e uomo nel fiorentino.
Paolini fa partire il suo studio dal secondo dopoguerra, periodo in cui si avvia un cambiamento ambientale, ma anche economico e sociale, forse irreversibile. Analizzando i motori principali di questo cambiamento, il convulso processo di inurbamento alimentato dai flussi migratori dalle campagne e dal sud Italia verso le nuove città produttive, il rapido sviluppo industriale e la temperie culturale del nuovo benessere, il volume ripercorre con grande attenzione lo sviluppo del problema legato all’ambiente. Seguendo le politiche delle diverse amministrazioni che si sono succedute nel corso degli anni e mettendo in luce i diversi approcci e punti di debolezza l’autore fa emergere l’inadeguatezza complessiva di quanto fatto fino ad oggi e pone sotto una nuova luce e con nuova urgenza il problema di più attuali e fattive politiche legate agli aspetti ambientali.
Paolini propone una visione alternativa alla diffusa percezione che fa ricadere la responsabilità del degrado ambientale esclusivamente sulle industrie e sui grandi stabilimenti produttivi (specialmente quelle che hanno anche un impatto visivo maggiore con le loro fumarole, etc.), e sul sistema produttivo in generale. Secondo l’autore infatti esistono anche altre problematiche non sufficientemente prese in considerazione. Tra queste l’aspirazione al mondo del benessere da parte degli uomini e delle donne rappresenta un punto nodale della questione.
Nel contesto del nuovo benessere del boom economico gli aspetti legati all’inquinamento, che pure erano evidenti, apparivano alla società come una ricaduta secondaria, un male minore e necessario per poter accedere ad un nuovo stadio di benessere e a un rinnovamento quasi catartico rispetto alle condizioni di vita precedenti. I cittadini non hanno vissuto il problema ambientale come un problema urgente, né hanno mai chiesto ai partiti l’approvazione di politiche ambientali rigorose, il problema era generalmente percepito come subalterno ad altre problematiche.
Il volume di Paolini, pur partendo dal caso di Firenze e del suo territorio è perfettamente incastonato nel dibattito che riguarda l’intero territorio italiano. La scelta di Firenze, caso esemplare del rapporto tra sviluppo economico e consumo del territorio, permette infatti all’autore di esemplificare e di allargare la visione critica anche al contesto nazionale e internazionale. L’autore adottando diverse prospettive di analisi (politico-sociale, ambientale, urbana) fornisce un quadro completo e complesso delle condizioni che hanno prodotto il problema ambientale e le mancanza e inadeguatezze che non sono state in grado di gestire o correggere la traiettoria che andavano prendendo, mettendo in luce che la crisi ambientale è stata il prodotto di complesse interazioni tra produzione, consumo, tecnologia, modelli politici, culturali ed economici.