di Gilda Nicolai
Abstract
L’archivio privato di Aurelio Peccei raccoglie documentazione dallo stesso prodotta e conservata negli ultimi 15 anni di vita. Ci troviamo di fronte ad una personalità che ha conservato le sue carte pubbliche, obbedendo ad una mania classificatoria. Non sappiamo quanto è stato distrutto e quanto conservato, ma sicuramente questo era quello che Peccei voleva lasciare ai posteri, la sua autorappresentazione per il futuro.
In realtà non si capisce la figura di Peccei, e dunque, il suo archivio, se non si percorre la sua vita, dal clima culturale in cui cresce nella Torino dei primi decenni del Novecento, ai suoi anni giovanili, al suo antifascismo, alla sua carriera nella Fiat, e non ultimo alla fondazione del Club di Roma.
Abstract english
The private archive of Aurelio Peccei collects documentation from the same produced and preserved in the last 15 years of life. We are faced with a personality that has retained its public papers, obeying a classification mania. We do not know how much has been destroyed and what is preserved, but surely this was what Peccei wanted to leave to posterity, his self-representation for the future. In reality we do not understand the figure of Peccei, and therefore, his archive, if you do not follow his life, from the cultural climate in which he grows in the Turin of the first decades of the twentieth century, his youthful years, his antifascism, his career in Fiat , and not least the founding of the Club of Rome
“l’educazione, la ricerca, la riflessione e l’apprendimento sono gli strumenti dello sviluppo; dovrebbero promuovere lo spirito di partecipazione, di anticipazione, di solidarietà e di universalità” (Aurelio Peccei)
Premessa
Gli archivi di persona fino a qualche decennio fa non erano oggetto di interesse archivistico: considerati “archivi diversi”, suscitavano attenzione storica, o storico-artistica, o letteraria per questo o quel documento conservato. I cambiamenti sociali che hanno segnato il XX secolo non potevano non riflettersi anche su questa forma di archivi. Potremmo arrivare a definire gli archivi privati e, soprattutto, gli archivi di persona, il simbolo della società in cui viviamo, quella definita da Zigmunt Bauman ‘postmoderna’ e ‘liquida’, dove la linea di confine tra memoria e oblio è sottile.
Gli archivi di persona, gli ‘specchi di carta’ considerati anche «complementari alle fonti pubbliche»1, oggi non sono più né semplici ‘specchi’ né solo di carta e dopo i numerosi convegni tenutisi dagli ultimi decenni del novecento ad oggi, si è riacceso il dibattito intorno a questa tipologia2. Frutto dell’attività del soggetto e non di obbligatorietà di conservazione, dunque, inteso come autorappresentazione e come modo di costruire e trasmettere una determinata immagine di sé, l’archivio di persona conserva documentazione variegata di natura diversa, giuridica e non, e proprio per la natura così articolata, per l’atipicità strutturale, diventa una sfida affascinante che continua ad alimentare il dibattito sulle modalità di conservazione, di trattamento e di fruizione. Nell’intervento “Mi ricordo di Aurelio”, fatto in occasione del centenario della nascita, Giorgio Nebbia3 professore emerito dell’Università di Bari, dichiarava “l’unica cosa che mi sarebbe stata a cuore, sarebbe stata la raccolta e l’accessibilità pubblica dell’archivio e della biblioteca di Aurelio Peccei”.
Sottratto all’oblio e affidato a studiosi e ricercatori dell’Università degli Studi della Tuscia, l’archivio privato di Aurelio Peccei raccoglie documentazione dallo stesso prodotta e conservata negli ultimi quindici anni di vita. Ci troviamo di fronte ad una personalità che ha conservato le sue carte pubbliche, obbedendo ad una mania classificatoria. Non sappiamo quanto è stato distrutto e quanto conservato, ma sicuramente questo era quello che Peccei voleva lasciare ai posteri, la sua autorappresentazione per il futuro.
In realtà non si capisce la figura di Peccei, e dunque il suo archivio, in cui ogni soggetto produttore si rispecchia, se non si risale molto indietro, al clima culturale in cui cresce nella Torino dei primi decenni del Novecento, ai suoi anni giovanili, al suo antifascismo da sempre (che lo porterà ad affrontare il carcere e la tortura), alla sua insaziabile curiosità, alla sua testardaggine, all’ampiezza dei suoi interessi (si definiva un inguaribile “generalista”) e delle sue vedute, al suo profondo senso etico, al suo coraggio, al suo ottimismo.
Breve biografia di Peccei
Aurelio Peccei4 nacque nel 1908 a Torino, da famiglia borghese e progressista, in un decennio ricco di intraprendenza e dinamismo. All’inizio del ventesimo secolo l’uomo aveva conquistato il cielo grazie agli aeroplani e ai dirigibili e le capitali europee stavano costruendo le prime linee delle metropolitane. Laureato in Scienze economiche fruì di una borsa di studio alla Sorbona che contribuì non poco ad aprire gli orizzonti della sua mente e di un viaggio premio nella nascente Unione Sovietica. Pur apprezzando il pensiero marxista, Peccei ne percepiva i limiti e l’incapacità di interpretare le esigenze della società moderna. La sua conoscenza delle lingue e il suo desiderio di viaggiare oltre i confini italiani lo portarono, a metà degli anni trenta, alla FIAT, che gli affidò un incarico direttivo in Cina. Ritornato in Italia alla vigilia della seconda guerra mondiale, Aurelio Peccei divenne presto un attivo sostenitore del movimento antifascista e della Resistenza, aderendo a Giustizia e Libertà. Come lo stesso scrisse, questo periodo fu utile per meglio comprendere l’importanza sia delle potenzialità, sia della forza interiore dell’uomo. La sua esperienza in Cina e il drammatico periodo della resistenza rafforzarono dunque il suo interesse per le potenzialità umane. Dopo la guerra, Peccei si impegnò nella ricostruzione della Fiat e prese parte, con la sua abilità di “guardare oltre il presente” a varie iniziative volte alla ricostruzione dell’Italia, inclusa la creazione di Alitalia. Nel 1949 accettò un incarico all’estero per rilanciare le attività, pressochè interrotte a causa della guerra, del gruppo FIAT, in America Latina. Visse con la famiglia in Argentina per un decennio. Durante questo periodo fondò la FIAT Concord che operò con successo nella costruzione di auto e trattori e che divenne una delle industrie automobilistiche più importanti dell’America Latina. Nel 1958, con il sostegno della FIAT, fondò Italconsult, una joint venture parapubblica che comprendeva FIAT, Innocenti e Montecatini, di cui divenne amministratore delegato, carica che mantenne fino agli anni settanta per poi divenire presidente onorario. L’Italconsult era un organismo societario di natura consortile che avrebbe dovuto operare senza scopo di lucro, al fine di promuovere, attraverso studi e progetti industriali nelle infrastrutture di base, consulenza ingegneristica ed economica per i Paesi in via di sviluppo in cui operavano le imprese italiane. Nel frattempo, la FIAT gli aveva assegnato nel 1964 l’incarico di rimettere in ordine la Olivetti, un’impresa che doveva affrontare la difficile transizione dalle tecnologie meccaniche a quelle elettroniche nel campo delle macchine per ufficio. Queste molteplici attività di manager industriale, proiettate in un gran numero di paesi, lo convinsero dei limiti insiti nell’operare solo su progetti puntuali e specifici, in un mondo le cui condizioni globali si andavano progressivamente deteriorando a causa dell’acuirsi di contraddizioni e divari di tutti i livelli. Fu allora che Peccei cominciò a impegnarsi a fondo anche nella questione ambientale, partecipando fin dall’inizio delle sue attività al WWF, del cui Consiglio internazionale fu membro molto autorevole.
Allo stesso tempo, però, egli incominciò attivamente a mettere in atto il suo piano di escogitare forme nuove per attaccare i problemi fondamentali dell’uomo. Una di queste opportunità gli fu offerta verso la fine del 1962 quando due senatori americani progressisti, Hubert Humphrey e Jacob Javits, gli chiesero di guidare un progetto per rilanciare l’iniziativa privata in America Latina. Peccei accettò l’invito di Humphrey e Javits, ma ampliò lo scopo insistendo che nel progetto fossero incluse, oltre a quelle americane, anche altre imprese. Fu così costituita l’ADELA (Atlantic Development of Latin America), impresa a carattere collettivo per catalizzare lo sviluppo dell’America Latina, con una molteplicità di azionisti, ognuno a piede di parità, che includevano un gran numero di compagnie industriali con base in Europa, negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone. Una delle innovazioni che distinse ADELA, e che illumina l’evoluzione del pensiero di Peccei, è che il fine societario dell’impresa doveva essere principalmente l’interesse pubblico. Verso la metà degli anni sessanta, Peccei incominciò a parlare più frequentemente in pubblico. Due dei suoi discorsi, in particolare, ebbero una risonanza molto più ampia di quanto lui ragionevolmente potesse aspettarsi. Nel primo di questi, intitolato “La sfida degli anni settanta per il mondo di oggi”, del 1965, parlò sia della difficoltà di risolvere gli enormi problemi del sottosviluppo, sia dei rapidi cambiamenti nel mondo creati dalla rivoluzione informatica. La seconda conferenza di Peccei fu tenuta a Washington agli inizi del 1966. Il tema era lo stesso, ma vennero trattati anche nuovi argomenti. In particolare, Peccei parlò della crescente minaccia dei macro problemi mondiali che, per la loro interdipendenza, non potevano essere risolti in modo frammentario. A Washington, suggerì che per capire e cercare di risolvere questi problemi planetari bisognava promuovere uno sforzo collettivo, coinvolgendo anche i paesi comunisti e quelli in via di sviluppo.
Nel dicembre del 1966 il presidente Lyndon B. Johnson decise di vagliare la possibilità di fondare un centro internazionale di studi sui problemi comuni delle società avanzate5 (A. Peccei, La qualità umana, cit., p. 70). Ci vollero circa sette anni per creare a Laxenburg, in Austria, quello che è ora l’IIASA (International Institute for Applied System Analysis). L’istituto, che venne creato dopo lunghi e accesi dibattiti, svolse un importante ruolo di collegamento tra l’Oriente e l’Occidente, soprattutto perché tra i propri ideatori vi erano gli Stati Uniti (con la National Academy of Sciences), l’Unione Sovietica (con la Soviet Academy of Sciences), ma anche altri paesi dei due blocchi occidentale e orientale, tra cui dall’Italia, il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Lo IIASA divenne luogo di incontro tra studiosi di differenti nazionalità e assunse un ruolo di collegamento nel mondo scientifico, producendo importanti studi in svariati settori della conoscenza, come il cambiamento climatico, l’energia e l’agricoltura.
Nel 1965 Peccei tenne una conferenza a Buenos Aires, presso il Collegio Militare Argentino, dove per la prima volta espose i termini della cosiddetta “problematica”, cioè l’intreccio di vari problemi globali con cui si confronta la società moderna. Questo testo, venne letto da Jermen Gvishiani, il quale manifestò interesse per le idee di Aurelio e stimolò due persone: il prof. Carroll Wilson del MIT e il dr. Alexander King, che avranno un ruolo importante nel Club di Roma. Peccei e King erano in sintonia, condividevano le preoccupazioni per l’andamento del mondo; il primo aveva maturato il suo pensiero attraverso l’esperienza di operatore economico e dirigente industriale, il secondo era di formazione scientifica, e solo successivamente si era interessato di politica della scienza e di tecnologia.
Peccei e King decisero di organizzare un incontro, per illustrare le loro idee, con scienziati, economisti e sociologi tutti di nazionalità europea. Questa riunione avvenne il 6 e il 7 Aprile del 1968. Per l’occasione Peccei chiese a Erich Jantsch, un noto esperto di previsione e valutazione della tecnologia, di scrivere un rapporto di base, dove venissero indicati i termini della problematica e i rispettivi obiettivi da raggiungere. Ma la riunione non raggiunse le aspettative previste, poiché il rapporto di Erich Jantsch venne scritto in termini particolarmente difficili, inoltre egli previde un costo di 10 milioni di dollari, una cifra ben più alta rispetto ai fondi disponibili. In breve, la riunione fu un fallimento, ma la sera del 7 Aprile, sei tra tutti i partecipanti, si riunirono a casa Peccei e decisero che, nonostante tutto, fosse necessario andare avanti, e compresero che era opportuno coinvolgere anche colleghi non europei, sia del mondo industrializzato, che di paesi in via di sviluppo. Nacque così il Club di Roma, con i seguenti componenti, oltre King e Peccei, Erich Jantsch, Max Kohnstamm, Jean Saint-Geours e Hugo Thiemann. Venne sottoscritto uno statuto alla fondazione del Club di Roma che stabiliva tre obiettivi: Contribuire alla comprensione dei problemi della società moderna, acquisire coscienza che questa problematica costituisce, diffondere i risultati di studi o elaborati anche commissionati dal Club di Roma. Dal 1968 Aurelio Peccei concentrò la sua attività su questo obiettivo, contribuendo alla definizione della problematica nei suoi elementi costituenti ed esplorando le metodologie di approccio alla problematica stessa. Da allora le riunioni si intensificarono.
Nel luglio 1970 si tenne una riunione presso il MIT con lo scopo di definire il programma di lavoro; dopo poche settimane arrivò il consenso della fondazione Volswagen ad assegnare al Club di Roma un finanziamento del valore di 250.000 dollari per lo svolgimento dello studio e per la realizzazione del progetto. Per questo fu convocato il Prof. Dennis Meadows50, assistente di Forrest, che con alcuni colleghi si mise al lavoro. Il 12 Marzo 1972 fu presentato il rapporto del MIT al Club di Roma “The Limits to Growth” portando il Club di Roma alla ribalta dell’attenzione mondiale. Ma quali furono le conclusioni di questo rapporto? Se fossero continuate le tendenze in atto di crescita materiale, verso la metà del XXI secolo, l’espansione delle attività umane nel pianeta avrebbe raggiunto livelli tali, da generare un collasso catastrofico del sistema. Da qui nasceva il richiamo sulla necessità di dare una nuova direzione alla crescita, fermando la tendenza alla espansione incontrollata dell’economia e recuperando l’equilibrio tra uomo e pianeta. Dal 1972 al 1984, anno della scomparsa di Peccei, il Club di Roma ha svolto e promosso una impressionante un serie di attività, all’origine delle quali il contributo di Peccei è stato centrale e determinante. La sua cultura laica, l’assenza totale di dogmatismo nel suo pensiero, hanno fatto sì che il Club non si irrigidisse di fronte alle critiche che il rapporto del MIT aveva generato. Altri rapporti commissionati o stimolati dal Club di Roma hanno riguardato la popolazione, l’energia, gli oceani, gli effetti della rivoluzione informatica sulla società, il problema della fame e quello del rischio. Ma Aurelio Peccei si convinse che, al di là di tutti questi problemi a carattere scientifico, tecnico, economico, il fattore chiave per affrontare la problematica mondiale del tempo attuale era la qualità umana, e quindi dedicò in modo crescente la sua attenzione all’uomo come individuo e come società. Di qui il rapporto sull’apprendimento intitolato “Imparare il futuro” e soprattutto il varo del progetto “Forum Humanum”, attraverso il quale Peccei intendeva mobilitare i giovani, veri protagonisti del futuro. Peccei era ben cosciente del rischio che il Club di Roma, costituito da un numero molto modesto di membri (100 per limite statutario), potesse essere percepito come un old men’s club, ed era convinto che spettasse ai giovani occuparsi attivamente della problematica mondiale, stabilendo reti interattive a livello internazionale e intercontinentale. La morte sopraggiunta nel marzo 1984 impedì il compimento di questo progetto. Ma il suo lavoro di semina ha dato frutti: la Fondazione Aurelio Peccei, seppur dotata di mezzi limitati, sostiene i giovani negli studi sulla problematica globale. Ultimo tema su cui si concentrò l’impegno di Peccei negli ultimi anni della sua vita fu la pace nel mondo e contro la corsa agli armamenti, non solo da parte delle superpotenze, ma anche di un considerevole numero di paesi industrializzati e in via di sviluppo. L’ultima conferenza generale del Club di Roma prima della scomparsa di Peccei, tenutasi a Bogotà nel dicembre 1983, fu interamente dedicata al tema dello sviluppo in un mondo di pace e così la interpretava Peccei “La pace è il primo fattore di cui si deve tener conto quando ciascuno di noi vuole perseguire obiettivi di sviluppo, qualità della vita e autorealizzazione. Ma la pace va intesa nel suo significato più ampio e profondo di non-violenza, non solo a tutti i livelli e settori della società umana, ma anche nel rapporto fra questa e la natura”6
L’archivio Aurelio Peccei
Sfortunatamente l’attenzione al pensiero di Peccei in Italia non fu lontanamente pari a quella ottenuta nel mondo. Anche il suo archivio e la sua biblioteca non hanno avuto la considerazione e la valorizzazione che meriterebbero.
L’archivio Peccei è depositato presso la Biblioteca della ex Facoltà di Beni culturali dell’Università della Tuscia di Viterbo, proveniente dal Dipartimento per la innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali (DIBAF), un dipartimento di ricerca e di didattica multidisciplinare per l’innovazione scientifica e tecnologica dei processi di valorizzazione, salvaguardia e gestione dei sistemi biologici, delle risorse forestali, della trasformazione e sicurezza agroalimentare, della salute umana e della chimica per l’ambiente e del territorio in generale, con peculiare attenzione alla sostenibilità ambientale. Nel 2012 venne stipulata una convenzione tra Dipartimenti e l’archivio fu trasferito nella sede attuale dove era presente il corso di Archivistica generale e dove quindi poteva essere inventariato e messo a disposizione dei ricercatori. L’archivio arrivò in discreto stato di conservazione, condizionato in dox e cassettine di legno. Racchiude l’attività di Peccei dal 1967 al 1984 con documentazione fino al 1994, in quanto è presente anche documentazione della Fondazione Aurelio Peccei.
Le carte, giunte a noi dopo il riordinamento effettuato in parte da Peccei stesso, in parte dalla segretaria Anna Pignocchi, non hanno subito ulteriori modifiche, se non l’aggiunta di un numero limitato di camicie in presenza di carte sciolte e di faldoni nei casi in cui le cassettine erano danneggiate. In ogni unità di conservazione è riportato il contenuto.
Dal 2013 sono stati effettuati lavori di censimento e schedatura sommari del fondo che si compone 246 pezzi comprendenti anche alcuni album fotografici. Insieme al fondo documentario è arrivata anche una parte della biblioteca che contiene sia pubblicazioni di Peccei in svariate lingue sia testi che lui utilizzava per le sue ricerche.
La documentazione presente segue l’attività lavorativa di Peccei dopo la fondazione del Club di Roma e dunque dopo l’intensificarsi delle sue partecipazioni a convegni e alla attività di studio connessa al Club.
All’archivio Peccei è stata dedicata una tesi di laurea, discussa nel 2018 e realizzata da Carmela Saraceno, con relatore la dott.ssa Gilda Nicolai, e correlatore la prof.ssa Gabriella Ciampi.
La tesi ha raccolto i vari interventi di schedatura fatti precedentemente e ha elaborato un primo elenco della documentazione. Nella stesura delle schede, la descrizione archivistica è stata condotta nel rispetto degli standard internazionali di descrizione. Si è proceduto a un primo livello di descrizione, prendendo in esame le singole unità conservative. Alle buste è stata assegnata una numerazione progressiva, una denominazione, degli estremi cronologici generali, una consistenza, un contenuto e un campo note. La denominazione è stata ricavata dalle notazioni scritte all’esterno dei dox o delle cassettine. Nel caso in cui non fossero presenti annotazioni è stata fatta un’analisi del contenuto ed attribuita una denominazione. L’analisi delle carte ha permesso di capire che l’attuale ordine è stata una elaborazione dello stesso Peccei, e spesso si ritrovano note rivolte alla segretaria per inserire la documentazione in un determinato dox con uno specifico titolo. Anche in base alla classificazione data da Peccei alle sue carte, sono state ipotizzate le serie che vengono descritte di seguito. Nella descrizione si segue l’ordine alfabetico con a fianco gli estremi cronologici e la consistenza (dox e cassettine). Per completezza è riportata una breve descrizione del contenuto della serie. In un intervento successivo verrà realizzato l’inventario analitico dell’archivio.
Descrizione del fondo documentario
Atlinst (Atlantic Institute for International affaris), |
1974-1983 |
2 |
La serie riguarda vari fascicoli riguardanti Atlinst, il meeting di Parigi e memorandum del meeting |
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Articoli e discorsi Peccei |
1982-1985 |
2 |
Raccolta di articoli e discorsi di Peccei. Sono organizzati per data e luogo. Nei dox sono presenti liste dei discorsi, per chi è stato scritto e la data dell’elaborato. Sono presenti inoltre articoli di giornale e riviste. |
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Bi (Business International) |
1980-1984 |
3 |
Corrispondenza varia su business international, business international Roundtable Mexico, copie dello scritto “Lezioni per il ventunesimo secolo” |
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Borse di studio |
1984-1994 |
4 |
Documentazione e corrispondenza riguardante la concessione di borse di studio |
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Cor (Club of Rome) |
1970-1991 |
66 |
Corrispondenza varia riguardante le attività del Club di Roma: corrispondenza con Africa, India, America latina, Usa, Europa; inoltre sono presenti opuscoli, dossier, relazioni di congressi, e lettere di ringraziamento per Peccei; corrispondenza con il Canada e documenti sul project Utopia; corrispondenza Austria e URSS; corrispondenza Club di Roma in Italia; corrispondenza con il Giappone; corrispondenza con la Germania; progetti Club di Roma, e rapporto sul Club stesso; elenchi candidati; corrispondenza Alexander King con tutti i membri “Associates and National”; incontro Excom 1985; documentazione del Club in Spagna; documenti riguardanti “Us Association for th Club of Rome”; corrispondenza con la Scandinavia sul progetto “development of peace games software for mass use with home computers”; corrispondenza con Iran, Iraq, Israele, Kuwait, Nuova Zelanda; corrispondenza con la Svizzera; conferenza di Caracas; documenti riguardanti il Club a Bogotà; ritagli di giornali; elenchi spese e contabilità del Club; corrispondenza tra Peccei e Anna Pignocchi; corrispondenza con Tokio; corrispondenza Club con Bruxelles; ricerca Schmidt sul futuro del Mediterraneo; rapporti tra Club di Roma e FondazionePeccei.. |
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Convegni e conferenze |
1975-1984 |
4 |
È raccolta documentazione riguardante convegni e conferenze a cui ha partecipato Peccei |
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Contratti editori |
1974-1985 |
4 |
Sono presenti contratti editoriali e spese di pubblicazioni |
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Corrispondenza |
1980-1985 |
5 |
La documentazione riguarda la WFSF, world futures studies federation, corrispondenza Italia, rassegna stampa Molden, corrispondenza per Aurelio Peccei, corrispondenza tra Peccei e W.L. Oltmans |
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Dap (discorsi di apertura) |
1967-1986 |
3 |
Discorsi di apertura su vari temi in varie lingue |
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Dv (da visionare) |
1973-1983 |
3 |
Sono presenti tesi di laurea, bozze di scritti, articoli e ritagli di giornale da visionare |
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East West |
1979-1984 |
2 |
Riunioni, corrispondenza e agenda relativi a meeting |
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Estratti conto |
1975-1985 |
3 |
Estratti conto del Club di Roma stilati dall’Union de Banques Suisses |
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Fh (Forum Humanum) |
1979-1985 |
12 |
Progetti del Forum Humanum, resoconti economici, regole di ammissione, corrispondenza varia, gruppi di progetti nazionali |
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Fondazione Peccei |
1978-1994 |
8 |
Conferenze, workshop di Erice 1988, pubblicazione di scritti inediti di Peccei, corrispondenza con U. Colombo, documentazione dedicata le Aurelio Peccei Lectures |
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Fondazioni varie |
1978-1984 |
4 |
Sono presenti documenti riguardanti varie fondazioni tra cui Association progress, Brunel Univ., G.C.S. club, ICIS, WAAS-World accademy of art and science |
||
Ifias (The International federation institutes for adwanced study) |
1975-1984 |
2 |
Corrispondenza e riunioni |
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Inviti |
1981-1984 |
3 |
Inviti per Peccei con allegati |
||
Interviste |
1977-1984 |
1 |
Raccolta di interviste, telegrammi, e biglietti da visita |
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Istituti vari |
1973-1984 |
4 |
Documenti riguardanti l’International Ovean Institute, L’European management forum, l’International center for integrative studies, l’International institute for appliedsystems analysis |
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Laszlo (Ervin Laszlo) |
1980-1984 |
2 |
Programma “regional and interregional cooperation in the 1980, corrispondenza indirizzata a Peccei, bozza di “megacrisis” di Ervin Laszlo |
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Pax |
1982-1984 |
2 |
Sono raccolti fascicoli, e vari documenti con oggetti la pace, appunti, ritagli di giornale |
||
Premi |
1973-1983 |
2 |
Documentazione sui premi ricevuti |
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Pubblicazioni |
138-212- |
2 |
Corrispondenza e rendiconti per le pubblicazioni di Peccei |
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Scalette |
1973-1983 |
4 |
La documentazione riguarda scalette e appunti degli interventi e delle pubblicazioni di Peccei |
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Scritti Peccei |
1979-1981 |
2 |
Documentazione adottata durante il Colloquio della giornata mondiale dell’alimentazione del 1982, altri scritti di varie conferenze ordinato per data e per titolo |
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Sid (Society for international Development) |
1976-1983 |
4 |
Corrispondenza tra vari soci e membri della SiD, opuscoli e contributi |
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Varie |
1970-1985 |
46 |
Si tratta probabilmente di materiale che Peccei non è riuscito a classificare ed è rimasto all’interno dell’unità di conservazione così come era stato prodotto. Inoltre, parte della documentazione va oltre la morte di Peccei e deve essere ricondotta alla Fondazione |
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Velinario |
1978-1984 |
9 |
Si tratta di veline, ovvero corrispondenza spedita a vari membri del Club di Roma, a capi di Stato, e varie personalità |
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Viaggi |
1981-1984 |
2 |
Documentazione riguardante viaggi ma anche telefonate. Tutto documentato nel dettaglio |
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WWF |
1973-1984 |
6 |
Corrispondenza varia, inviti a eventi, congressi e riunioni |
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100 pagine |
1980-1984 |
3 |
Corrispondenza con gli editori sul libro “100 pagine per l’avvenire”, corrispondenza varia e traduzione in varie lingue |
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Album fotografici |
1970-1984 |
8 |
1 Carucci, Guercio 2009, 39
2 Ricordiamo le pubblicazioni seguite ai convegni: Il futuro della memoria. Atti del convegno internazionale di studi sugli archivi di famiglie e di persone, Capri, 9-13 settembre 1991 (1997); Specchi di carta. Gli archivi storici di persone fisiche. Problemi di tutela e ipotesi di ricerca. Convegno di studio della Fondazione Ezio Franceschini, (1992, 849-908); Archivi nobiliari e domestici. Conservazione, metodologie di riordino e prospettive di ricerca storica. Atti del convegno, Udine, 14-15 maggio 1998 (2000). In questi ultimi anni: Carte, libri, memorie. Conservare e studiare gli archivi di persona, Brescia 26 ottobre 2007n (2007); Carte, libri, memorie. Conservare e studiare gli archivi di persona, Treviso, 2007 (2009); Archivi di persona del Novecento. Guida alla sopravvivenza di autori, documenti e addetti ai lavori, Treviso 6 ottobre-17 novembre 2008 (2008); Uomini e donne del Novecento. Fra cronaca e memoria, Atti degli incontri sugli archivi di persona, Roma, 2009-2013 (2015). Inoltre, ricordiamo anche le pubblicazioni Archivi di persona del Novecento. Guida alla sopravvivenza di autori, documenti e addetti ai lavori, Treviso, 2012; Gli archivi di persona nell’era digitale. Il caso dell’archivio di Massimo Vannucci, Bologna, 2016
3 Nebbia, 2008, 21
4 Per la biografia di Aurelio Peccei sono stati consultati i seguenti testi: The Uman Quality, Milano, 1976; Introduzione di Umberto Colombo a Lezioni per il ventunesimo secolo, scritti di Aurelio Peccei, Roma, 1993; The Legacy of Aurelio Peccei and the Continuing Relevance of his Anticipatory Vision, Vienna, 2004; Il risveglio di una coscienza globale. L’eredità di Aurelio Peccei nel centenario della nascita, Gorizia, 2008
5 Peccei, 1976, 70
6 Archivio Peccei, cassetta 102, “R/CoR Bogotà – 15-17-12-83 =Desarrollo en un munfo de Paz =Development in a World of Peace”
Bibliografia
Carucci P., Guercio M.
2009 Manuale di archivistica, Milano, Carocci
1997 Il futuro della memoria. Atti del convegno internazionale di studi sugli archivi di famiglie e di persone, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale beni archivistici
1992 Specchi di carta. Gli archivi storici di persone fisiche. Problemi di tutela e ipotesi di ricerca. Convegno di studio della Fondazione Ezio Franceschini, in “Studi medievali”, 33, n. 2
Casella L, Navarrini R. (cur.)
2000 Archivi nobiliari e domestici. Conservazione, metodologie di riordino e prospettive di ricerca storica, Udine, Forum
Fondazione Benetton studi e ricerche (cur.)
2009 Carte, libri, memorie. Conservare e studiare gli archivi di persona, in www.fbsr.it
Ghersetti F., Paro L. (cur.)
2012 Archivi di persona del Novecento. Guida alla sopravvivenza di autori, documenti e addetti ai lavori, Treviso, Antiga edizioni
Aiello A., Nemore F., Procino M., (cur.)
2015 Uomini e donne del Novecento. Fra cronaca e memoria, Mantova, Universitas Studiorum
Allegrezza S., Vannucci M.,
2016 Gli archivi di persona nell’era digitale. Il caso dell’archivio di Massimo Vannucci, Bologna, Il Mulino
Bibliografia utilizzata su Aurelio Peccei
Peccei A.
1976, La qualità umana, Milano, Mondadori
Fondazione Aurelio Peccei
1993 Lezioni per il ventunesimo secolo, scritti di Aurelio Peccei, Roma, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per l’informazione e l’editoria
Barbieri Masini E.
2007 The Legacy of Aurelio Peccei and the Continuing Relevance of his Anticipatory Vision, Vienna, in www.fondazionemicheletti.eu
Gasparini A.
2008, Il risveglio di una coscienza globale. L’eredità di Aurelio Peccei nel centenario della nascita, Gorizia, ISIG