di Tito Menzani
Da un paio di decenni a questa parte, la storiografia italiana sta dedicando grande attenzione al tema dello zucchero, soprattutto dall’angolazione della business history. Oltre ai numerosi lavori di Maria Elisabetta Tonizzi, varie ricerche locali si sono indirizzate sulla ricostruzione dell’attività industriale degli zuccherifici. Attorno a questi complessi, infatti, si snodavano vicende che andavano ben oltre la produzione manifatturiera vera e propria, ma che inerivano al contesto agricolo – in particolare alla produzione di barbabietole –, all’attività sindacale, alla mobilità operaia, al ripensamento dell’economia e dell’urbanistica una volta che gli impianti saccariferi sono stati chiusi.
Il volume qui recensito ricostruisce un pezzo di questa storia, in particolare le vicende incentrate sullo zuccherificio di Classe Fuori, frazione del Comune di Ravenna. Costruito nel 1901, lo stabilimento fu ampliato nel 1906, nel 1937, fra il 1950 e il 1953, e nuovamente tra il 1964 e il 1966, per poi essere chiuso nel 1982. In 528 pagine formato A4 – alle quali si aggiungono le 40 del volumetto allegato con Indice alfabetico dei nomi e breve glossario – si raccontano per filo e per segno le varie vicissitudini dello zuccherificio, dalla Grande Guerra all’avvento del fascismo, dal secondo conflitto mondiale al boom economico, dai travagliati anni settanta alla ristrutturazione della Società romana zuccheri che lo gestiva.
Claudio Cornazzani e Rossano Novelli non sono storici di professione, ma semplici appassionati di storia locale. Il primo si definisce “laureato, pensionato, diplomato tecnico e progettista di impianti industriali”, con interessi “di filatelia e cartofilia, di storia ravegnana, di motociclismo e automobilismo, di radioestesia e geobiologia delle quali è didatta e conferenziere della Associazione Mosaico di Ravenna”. Il secondo, invece, è nativo di Classe Fuori e docente di musica in un istituto superiore di Ravenna, ma da tempo coltiva la passione per “gli aspetti storici, economici, sociali e demografici del territorio classicano”. Entrambi, tra l’altro, hanno alle spalle varie pubblicazioni e una ricca attività convegnistica, che testimonia la grande vivacità ed erudizione nell’ambito della storia e della cultura locale.
Il libro sullo zuccherificio di Classe Fuori si presenta come uno straordinario condensato di informazioni, che ha richiesto un lungo e laborioso lavoro di scavo sulle fonti, nonché l’organizzazione dei tanti materiali poi confluiti nel volume: fotografie, documenti d’archivio, testimonianze, verbali, tabelle, mappe e simili. Colpisce indubbiamente la vastità e la trasversalità di una ricerca omnicomprensiva, che è partita dall’oggetto zuccherificio per incunearsi nei meandri del tessuto socio-economico di Classe Fuori, visto che gran parte della vita di questa località gravitò a lungo attorno allo stabilimento saccarifero.
Il valore di un’opera di questo genere – non tanto in senso storiografico, quando di attenta e minuziosa ricostruzione – è ricordato anche da Massimo Cameliani, assessore alle attività produttive del Comune di Ravenna, Elsa Signorino, presidente della Fondazione RavennAntica, e Giorgio Amadei, presidente dell’Accademia nazionale di agricoltura, che hanno accondisceso a scrivere un testo di presentazione introduttiva al lavoro di Cornazzani e Novelli. La Fondazione cassa di risparmio di Ravenna e il Comitato cittadino di Classe hanno poi contribuito a sostenere economicamente questa ponderosa pubblicazione. Tra l’altro, si tratta di un lavoro assolutamente prezioso in vista della trasformazione dell’ex zuccherificio classicano in museo del territorio, che in parte sarà anche dedicato anche alle vicende dell’industria saccarifera locale.