Omar Mazzotti
In occasione della Commemorazione dei 50 anni della Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche, nei giorni 27 e 28 novembre 2009 si è svolto ad Ancona il convegno di studi su Consumi e dinamiche economiche in età moderna e contemporanea, organizzato dalla Società italiana degli storici economici (Sise) in collaborazione con il Dipartimento di Studi europei – area di Storia economica – dell’Università di Bari.
Il convegno si è aperto con la sessione dedicata alla commemorazione dei 50 anni della Facoltà di Economia, presieduta da Antonio di Vittorio, e le testimonianze di Franco Amatori, Marco Moroni ed Ercole Sori su La Storia Economica nella Facoltà di Ancona: insegnamento e ricerca da Alberto Caracciolo a Sergio Anselmi, che hanno permesso di delineare con grande chiarezza il ruolo svolto dai due principali storici dell’economia nel panorama della disciplina nel corso di questo mezzo secolo. Ercole Sori ha ricostruito il ruolo svolto da Caracciolo nel delineare quella che si potrebbe denominare scuola storica marchigiana fin dagli anni Sessanta, sottolineando il suo originale apporto alla didattica e alla ricerca, culminato nella fondazione della rivista “Quaderni Storici delle Marche” (poi divenuta “Quaderni Storici”). Franco Amatori tratteggiato gli aspetti biografici e professionali della figura di Sergio Anselmi, ricordando (in seguito al divorzio da “Quaderni Storici”), il suo ruolo nella creazione del Museo della Mezzadria, della rivista di storia economica e sociale dell’Italia centrale “Proposte e Ricerche”, del Centro Interdipartimentale per l’Adriatico e i Balcani, e il suo approdo alla narrativa con i bestseller editi dal Mulino. I campi di interesse dell’attività scientifica di Anselmi sono stati oggetto dell’intervento di Marco Moroni, che ha mostrato come l’attenzione dello storico di Senigallia si sia concentrata sulla mezzadria e sull’assetto del territorio, da una parte, e sull’Adriatico, dall’altra, temi declinati secondo un approccio che privilegiava gli apporti di altre discipline scientifiche, come l’antropologia economica. In seguito l’intervento di Pietro Alessandrini su La Facoltà di Economia di Ancona e lo sviluppo economico delle Marche ha delineato con efficacia il ruolo svolto dalla Facoltà nel contesto economico nel quale si è collocata a partire dal 1959, la peculiare capacità di esprimere studiosi eccellenti in ogni disciplina, dalla storia economica all’economia (Giorgio Fuà), dalla sociologia (Massimo Paci) al diritto (Francesco Galgano).
Il convegno è proseguito poi con la sessione relativa a Consumi e dinamiche economiche in età moderna e contemporanea, presieduta da Alberto Guenzi e iniziata con la relazione di Alberto Niccoli su Dinamiche dei consumi in età di globalizzazione. Questo intervento ha posto in luce, attraverso una serie di evidenze empiriche, come l’indice di concentrazione del reddito di ogni Paese sia cresciuto dal 1990 al 2005, a fronte di una tendenza planetaria che ha visto un sensibile incremento della povertà nei Paesi più poveri, un trascurabile decremento del reddito procapite medio in quelli più ricchi e una decisa crescita del medesimo indicatore nei Paesi collocabili in una fascia intermedia, con le relative conseguenze sui livelli di consumo.
La relazione di Paolo Malanima su I consumi in età moderna. Crescita o declino? è partita da dati e ipotesi relative a salari e redditi nel lungo periodo per giungere alla conclusione, in leggera divergenza dalla tesi di De Vries sulla cosiddetta “rivoluzione industriosa”, che il lavoro impiegato sia aumentato per far fronte a redditi decrescenti, un aumento dettato in ultima analisi, secondo Malanima, dalla necessità di maggior consumo. È stata poi la volta di Marco Belfanti, che ha trattato di Consumi di lusso e consumi di massa, offrendo una panoramica di lungo periodo sulle dinamiche di queste due macrocategorie di beni di consumo e delineando la variabilità nel tempo e nello spazio di entrambe, attraverso logiche di identificazione e differenziazione messe in atto dai gruppi sociali dominanti.
La seconda sessione si è svolta nella giornata di sabato sotto la presidenza di Tommaso Fanfani, con la relazione di Paola Lanaro su Crisi e consumi in età moderna: l’intervento ha posto in evidenza i caratteri delle crisi di carattere malthusiano di antico regime, sottolineando con particolare enfasi il ruolo giocato dalle doti non solo nelle dinamiche matrimoniali in senso lato, ma anche nelle loro ripercussioni indirette sui consumi e riprendendo la tesi di Allegra sui beni di consumo dotali interpretabili – poiché utilizzati come pegni ai Monti di pietà – come beni di investimento in età di crisi. Paolo Frascani si è soffermato su Tempi e forme delle crisi nell’Italia contemporanea, mettendo a fuoco lo stato dell’arte della storiografia che si è occupata di crisi in età contemporanea, secondo vari approcci (periferico, settoriale, ecc.) e mostrando come la crisi degli anni Settanta in Italia non abbia generato, diversamente da quanto è avvenuto negli altri paesi europei, un dibattito tra storici economici, soprattutto a causa del ruolo dominante esercitato dalla storia politica. Il convegno si è chiuso con l’intervento di Terenzio Maccabelli su Teorie del consumo e crisi economiche, teso a confutare l’esistenza di una vera e propria tradizione della teoria del sottoconsumo, così come è stata individuata in alcuni principali esponenti del pensiero economico, da Sismondi a Marx, da Hobson a Keynes, per giungere fino a Baran e Sweezy. Facendo riferimento alla tesi di Simon Kuznets sul rapporto diretto tra disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza e crescita economica, Maccabelli ha messo in evidenza come a partire dagli anni Settanta tale impostazione sia stata contraddetta dalle evidenze empiriche, che legano l’aumento della diseguaglianza ai fenomeni di crisi, in modo particolare alla crisi del 2001 e alla crisi finanziaria attuale. Al termine del convegno un vivace dibattito suscitato dai diversi temi toccati ha visto l’intervento di alcuni studiosi che hanno posto l’accento in particolare sulla rilevanza dell’impatto del marketing e dei fenomeni di discontinuità sulle dinamiche dei consumi.