di Enrico Mannari, Marco Gualersi, Antonella Ghisaura
Abstract
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L’Archivio Storico di Unicoop Tirreno è stato ufficialmente inaugurato il 10 ottobre 2009, ma la sua storia è ben più lunga. La cooperativa nacque a Piombino con il nome La Proletaria nel 1945, nello spaccio dell’ILVA. La sua storia si è sviluppata quindi per tutta la seconda metà del XX secolo: uscita dai cancelli della fabbrica e dai confini della città, La Proletaria si è espansa fondendosi o incorporando le cooperative più piccole allargando sempre di più il suo territorio e incrementando i propri soci; dopo due cambi di denominazione (nel 1991 in Coop Toscana Lazio e nel 2004 in Unicoop Tirreno) oggi la cooperativa è estesa su tutta la fascia tirrenica, da Carrara sino alla Campania.
Da tempo la cooperativa si è impegnata su temi come quelli della memoria e della storia; basti pensare alle celebrazioni del 50° e del 60° anniversario e alle pubblicazione di due volumi curati da Ivan Tognarini.
All’inizio degli anni ’80 si affermò la volontà di raccogliere presso un unico soggetto conservatore, in un’unica sede, tutta la documentazione prodotta nel corso della sua esistenza.
Il 12 aprile 1985 la Soprintendenza archivistica per la Toscana espresse la prima dichiarazione di “notevole interesse storico” per l’Archivio della cooperativa (provvedimento n. 493), a seguito di una rilevazione effettuata dai funzionari regionali che aveva portato alla redazione di un primo elenco di consistenza. Coop Toscana Lazio nell’ottobre del 1997 decise di iniziare il riordino e l’inventariazione, concentrandosi sulla documentazione cronologicamente più antica.
Nel 2008 è iniziato il secondo intervento, indirizzato a raccogliere la documentazione più recente ma soprattutto più eterogenea in termini sia di argomenti che di tipologie documentarie. In particolare l’attenzione si è concentrata, in primo luogo, sulla documentazione risultante dall’attività di conduzione e indirizzo della cooperativa ovvero di tutte quelle attività legate agli organi decisionali (consigli di amministrazione, assemblee dei soci, comitati esecutivi, collegi sindacali), attività di pianificazione e programmazione, gestione delle risorse economico-finanziarie di alto profilo; in secondo luogo l’intervento si è concentrato sulla documentazione risultante dall’espletamento delle attività sociali, testimonianza unica del radicamento su un territorio e del contatto con la popolazione (si tratta di tutte quelle attività promosse dalla cooperativa e realizzate, nella maggior parte dei casi, attraverso le sezioni soci locali).
I nuclei documentari sono stati prelevati dalle varie sedi e trasferiti in un unico luogo, a Ribolla: in questo processo è stato salvaguardato, per ogni raggruppamento prelevato, la fisionomia archivistica originaria.
Prima di procedere oltre occorre scrivere due parole sulla scelta del luogo dove è sorto l’Archivio. Ribolla è stato per lungo tempo un luogo simbolo: città mineraria dove la Montecatini aveva la propria sede, attraversò molti momenti difficili legati al lavoro nelle miniere che culminarono nell’esplosione di grisù del maggio 1954 che provocò 43 morti; la cooperazione era vista dagli abitanti come un mezzo per affrancarsi dai “padroni”: nel 1945 nacque la cooperativa MOC (Minatori Operai Contadini) che nel 1959 si fuse con altre piccole coop della zona per dare origine a Coop Unione, una delle ultime grandi incorporazioni che hanno contribuito alla nascita di Unicoop Tirreno. La sede di Coop Unione fu proprio l’edificio che era stato sede della Montecatini (la quale abbandonò la città dopo il disastro del ’54). Dopo la fusione con Unicoop Tirreno quest’ultima decise di utilizzare quell’edificio – così denso di significati e di storia – per valorizzare il proprio Archivio e unire idealmente i territori in cui opera (siamo infatti in Maremma, a metà strada tra l’estremo nord della Toscana e la Campania).
A seguito del trasferimento del materiale nella nuova sede di Ribolla e del successivo progetto di recupero e descrizione della nuova documentazione, la Soprintendenza ha avviato nel maggio 2009 un nuovo procedimento di “dichiarazione di interesse culturale”, concluso con il provvedimento n. 877 del 30 luglio 2009, che va a sostituire il precedente, comprendendo anche le nuove acquisizioni.
Il materiale conservato oggi all’Archivio Storico è molto eterogeneo e comprende fascicoli, registri, filmati su pellicola, VHS o digitali, audiocassette, locandine, inviti, fogli volanti, materiale fotografico, manifesti, volantini.
Ricapitolando: l’Archivio Storico di Unicoop Tirreno (ASUT) può essere definito a tutti gli effetti un archivio di concentrazione; esso raccoglie infatti archivi diversi, provenienti da soggetti diversi, cioè le molte cooperative che in vari momenti e attraverso varie vicissitudini si sono fuse in quella che oggi è Unicoop Tirreno.
La tracce documentarie in esso raccolte rappresentano un’efficace testimonianza delle vicende storiche dei rispettivi soggetti produttori. I processi di fusione e incorporazione che hanno caratterizzato a più riprese la storia di tutte queste cooperative, in particolare a partire dagli anni ’50, sono sicuramente gli eventi che più di ogni altro hanno avuto delle conseguenze sulla documentazione: spostamenti di sede, dispersioni, frammentazioni e successive riaggregazioni che hanno reso il lavoro di descrizione e inventariazione ancor più articolato e complesso, aspetto che costituisce il tratto maggiormente distintivo di questa tipologia di archivi di impresa. L’intervento di inventariazione e riordino ha portato alla pubblicazione di una banca dati che rappresenta l’attuale configurazione logica e fisica dell’Archivio.
Sono stati creati quattro complessi di fondi, che individuano quattro diverse sezioni dell’Archivio. Le prime tre sezioni accolgono tutta la documentazione che è stata descritta e ordinata nel primo intervento archivistico (più precisamente: la prima comprende la documentazione di tutte le cooperative incorporate da La Proletaria di Piombino; la seconda è relativa agli organismi consortili di tipo provinciale; la terza riguarda la documentazione della Cooperativa di Consumo La Proletaria di Piombino), mentre nella quarta è raccolto tutto il materiale che costituisce il secondo versamento, riguardante la documentazione di Unicoop Tirreno prodotta in epoca più recente, compresi i materiali documentari delle ultime cooperative che si sono fuse con essa.
Una trattazione a parte merita forse la parte delle fotografie. Si tratta di materiale molto consistente (sono stati contati più di 12.000 scatti) e sono una testimonianza preziosa dell’attività delle cooperative nei vari territori, tracce di iniziative, di luoghi, fatti, persone, di volti di cooperatori, lavoratori ripresi nelle loro occupazioni e nei momenti di svago.
Lunedì 20 giugno 2011, a un anno e mezzo dall’inaugurazione dell’Archivio storico di Unicoop Tirreno, è nata la Fondazione Memorie Cooperative, dando nuova forza all’obiettivo di promuovere con ogni mezzo la conservazione e la valorizzazione del patrimonio documentale, archivistico, fotografico, mediatico, culturale e storico del movimento cooperativo. Per raggiungere questo obiettivo la Fondazione promuove l’organizzazione di eventi, mostre, manifestazioni, convegni, seminari, corsi di formazione, pubblicazioni anche periodiche, film, in tema di storia e organizzazione del movimento cooperativo e delle cooperative.
Sin dal 2010 è on line il sito www.memoriecooperative.it. Il sito, recentemente ristrutturato e con molti contenuti e sezioni in più, raccoglie articoli, video, podcast, interviste, immagini: l’ambizioso obiettivo è quello di far diventare il sito una piattaforma, aperta a studiosi, cooperatori e operatori culturali, dove discutere di temi legati alla cultura cooperativa. Non è questo il luogo per parlare del work in progress del nostro sito e dei suoi vari contenuti (che meriterebbero una trattazione a sé): tuttavia è necessario spiegare qui i suoi legami con l’Archivio Storico, i suoi documenti, le sue storie e le sue iniziative. Il sito è suddiviso in tre macro aree: Focus (i cui contenuti escono a cadenza mensile e ruotano intorno a un tema, un pensiero o una parola strettamente collegati alla cultura e ai valori cooperativi), Educational (di cui ricordiamo un Calendario in cui vengono indicati fatti e personaggi della storia della cooperazione e l’Enciclopedia, dove si approfondiscono e si sviluppano i temi e concetti della cooperazione) e Magazine (una sezione che guarda al mondo cooperativo nazionale e internazionale, con segnalazione di eventi, pubblicazioni e ricerche). Molti contenuti del sito vengono elaborati utilizzando il materiale conservato all’Archivio Storico, oltre ovviamente a materiali provenienti da altri archivi; sulle pagine di Memorie Cooperative è inoltre possibile seguire gli eventi culturali organizzati dall’Archivio Storico e dalla Fondazione Memorie Cooperative.
Da sempre l’Archivio e poi la Fondazione Memorie Cooperative si è impegnata nella raccolta e nella divulgazione di interviste, testimonianze, memorie da parte di soci o di altre persone che sono in qualche modo state legate alla storia della cooperazione. In questo senso va la raccolta di testimonianze video sul sito www.memoriecooperative.it, nella sezione “I soci raccontano”. Si tratta di una serie di video registrati durante le visite delle sezioni soci o in occasione di iniziative o di eventi in cui i vecchi soci raccontano le proprie esperienze in seno alla cooperativa. Un’ultima segnalazione della valorizzazione del materiale documentario sul sito è la sezione Storie dall’Archivio, in cui vengono raccontate delle storie che riguardano documenti come video, verbali o scatti fotografici conservati sugli scaffali dell’Archivio”
Memorie Cooperative è una testata giornalistica registrata, coordinata da Luca Toschi, con la direzione di Enrico Mannari e l’apporto di una redazione caratterizzata dalla diversità di formazione e dalla varietà di competenze, formata da Barbara Baldi, Ilaria Marchionne, Gianluca Simonetta, Tito Menzani, Marco Gualersi e molti altri collaboratori (Lorenza Orlandini, Lorenzo Calistri, Marco Sbardella, Angelo Castiglione, Andrea Nardi, Teresa Santoro, Elisa Conigliaro, Elena Arisi, Alessia Bartolini, Andrea Paci, Elisa Bertoni, Sabrina Cardanelli, Lorenzo Liccioli).”
Nella nuova sede il materiale è stato oggetto di descrizione e riordino mediante l’utilizzo del software Arianna3, progettato e distribuito da Hyperborea S.r.l. per la gestione informatizzata delle attività di descrizione, inventariazione e riordino di archivi storici e di deposito (www.ariannaonline.it); un software che ha permesso la rappresentazione delle soluzioni individuate, restituendo agli utenti la complessità di questa nuova realtà documentaria. Dall’ottobre del 2012 questo database è liberamente consultabile dal sito della Fondazione.
La valorizzazione dell’Archivio passa attraverso il racconto delle storie che riposano sui suoi scaffali: uno degli obiettivi della Fondazione, infatti, è quello di farle uscire dalle mura dell’archivio, per ricordarle a chi le ha dimenticate e raccontarle alle nuove generazioni che non le conoscono; sono racconti di lavoro e di lotte, di un’azienda e degli uomini che l’hanno tenuta in vita per quasi un secolo. Nelle pagine del sito è possibile leggere alcune di queste storie, altre sono state narrate e riscoperte in iniziative promosse dalla Fondazione e da soggetti come le sezioni soci ed aree della cooperativa (specialmente le Politiche sociali e l’area di Educazione al Consumo Consapevole). Proveremo a presentare i diversi progetti in cui la Fondazione, con il suo Archivio che è il suo “cuore”, si è impegnata per raggiungere questi obiettivi.
Tra le varie iniziative messe in piedi in questi anni si devono ricordare: “Racconti di memorie” e “Facce di Coop per storie di Coop”. In entrambi casi si è trattato di iniziative messe in atto nel territorio in cui opera l’Archivio (ovvero Ribolla) volte al recupero della memoria del territorio e dei suoi abitanti. Il materiale fotografico conservato all’archivio è stato in entrambi i casi un pretesto per risvegliare i ricordi: in “Facce da Coop” venivano presentate agli anziani del luogo delle fotografie scelte tra quelle scattate nei luoghi vicini; queste risvegliavano dei ricordi di facce, luoghi ed eventi ormai lontani: oltre ad un aiuto fondamentale per una più precisa descrizione archivistica, gli anziani hanno potuto lasciare una preziosa testimonianza video.
In “Racconti di memorie”, giunta quest’anno alla II edizione, gli anziani hanno incontrato i giovani di oggi residenti nel territorio; le fotografie conservate in Archivio erano sono state ancora una volta il tramite del dialogo tra generazioni: gli studenti guardavano e commentavano le fotografie scattate tra gli anni ’50 e ’60 in questo territorio e ponevano delle domande agli anziani che parlavano dei loro ricordi legati a quelle foto. In questo dialogo venivano fuori non solamente i ricordi personali, ma prendeva forma un’immagine vivida della Ribolla che fu; in secondo luogo si tratta di un modo per fare storia lontano dai banchi di scuola e mettere direttamente in contatto passato e presente (il passaggio di testimone tra una generazione e l’altra è uno dei valori fondanti della cooperazione).”
La Fondazione ha poi portato avanti dei progetti di ricerca, accanto alle sezioni soci, su temi storici relativi ai vari territori di appartenenza. Per fare due esempi che hanno comunque una notevole importanza sia per la risposta popolare che hanno avuto sia per quanto riguarda la definizione di uno strumento di lavoro da parte della Fondazione, si possono citare le iniziative svolte a Piombino e a Roma. In effetti nel 2012 ricorrevano due importanti anniversari per la cooperativa, i quarantennali dall’incendio del primo supermercato della cooperativa, quello di via Gori a Piombino e l’apertura del primo supermercato a Roma, quello di Largo Agosta.
L’incendio del luglio 1972 dei Grandi Magazzini della Proletaria di Piombino, in via Gori, fu l’occasione per assistere – sia nelle drammatiche fasi dell’incendio che nei mesi successivi – ad una dimostrazione di “agire cooperativo”. Nelle prime ore dell’incendio la popolazione piombinese accorse per tentare di salvare dal magazzino tutto ciò che fosse ancora possibile salvare dalle fiamme: semplici cittadini (non solo operai delle acciaierie e portuali, un grande ruolo fu rivestito dalle donne e dai ragazzi, e persino dai negozianti concorrenti alla cooperativa) aiutarono i vigili del fuoco, dimostrando in questo modo l’attaccamento della città alla “sua” cooperativa. Nei mesi successivi si assistette ad una grande mobilitazione nazionale di solidarietà nei confronti della Proletaria: una comunità che travalicava i confini geografici e sociali e che si riconosceva nei valori cooperativi cercava di aiutare come poteva la “consorella” in difficoltà (chi donando la paga del giorno dell’incendio, chi – come i dipendenti della Proletaria – sottoscrivendo l’1% dello stipendio per due anni alla ricostruzione, chi facendo una colletta o esprimendo la propria solidarietà).
Nel quarantennale di questo episodio la Sezione soci di Piombino e la Fondazione Memorie Cooperative hanno deciso di mettere in pratica di nuovo quello spirito nella realizzazione di un documentario e di un quaderno. La Fondazione ha quindi condotto una ricostruzione storica sul materiale conservato all’Archivio Storico (ma cercandone anche altro), ha cercato e intervistato testimoni dell’epoca, coinvolto privati e istituzioni per condurre la ricerca. Sia durante la “prima” del cortometraggio sia il giorno della presentazione del quaderno che raccoglieva i risultati della ricerca si è assistito ad una grande risposta dei cittadini che sono intervenuti in gran numero.
Il 2012 è stato anche il quarantennale della contrastata apertura del supermercato di Largo Agosta a Roma, nel quartiere popolare di Centocelle: il primo negozio della Proletaria nella Capitale. Nel 1972, l’arrivo della Proletaria nella Capitale non fu certo facile: si dovette infatti scontrare con la giunta comunale di centro destra e i continui ostacoli burocratici e le ispezioni dei vigili; dovette tenere testa alle associazioni dei commercianti che facevano di tutto per non avere una nuova temibile concorrente; infine il supermercato ormai pronto per aprire, fu fatto oggetto di spari da parte di ignoti. Neppure i partiti di riferimento della cooperativa volevano questa apertura.
Tuttavia, i soci romani costituirono comitati e fecero un lavoro capillare per trovare sempre nuovi consensi e soci; un esempio della “militanza” attiva dei soci romani furono i turni notturni di dipendenti, soci e simpatizzanti al negozio, per difenderlo dagli atti vandalici. Infine, nel marzo di quell’anno il negozio fu aperto, dando inizio ad una storia lunga quarant’anni.
Per la celebrazione dei 40 anni del supermercato di Largo Agosta, la Fondazione ha coadiuvato la sezione soci (fornendo il materiale documentario e contribuendo alla ricostruzione storica dell’evento) per la realizzazione di un documentario con interviste ai testimoni dell’epoca. La presentazione del lavoro è avvenuta in due giorni di affollati festeggiamenti nella piazza antistante il negozio.
Ma non solo in questi progetti la Fondazione si è impegnata per il recupero e la riscoperta della storia cooperativa lungo la fascia tirrenica. Altri ve ne sono stati o sono in fase di realizzazione, che sperimentano nuovi modi per divulgare la storia o che utilizzano mezzi più “classici”.
Il progetto “Piombino, le sirene e la Proletaria” si è concentrato nella ricerca di documenti storici della città di Piombino dal dopoguerra in poi, conservati dai cittadini e non ancora trovati dagli studiosi. Si è trattato quindi di raccogliere memorie, ricordi a proposito della città e delle “anime” che l’hanno in quegli anni caratterizzata: le acciaierie, la cooperativa, il mare; molti cittadini hanno portato tessere e foto che hanno ritrovato nelle soffitte, altri hanno lasciato delle testimonianze video. Il corso di Scrittura Creativa dell’Università della Terza Età di Piombino ha fatto una ricerca nell’archivio del Comune e ha scritto dei testi che mischiavano il materiale documentario con i propri ricordi. L’IPSCT Ceccherelli di Piombino ha fatto una ricerca sul prestito sociale, indagando sia le radici storiche del fenomeno, sia la sua attualità tra i concittadini. Si è trattato insomma di un racconto “dal basso” della storia della città, fatto da chi ci ha vissuto. Anche questa iniziativa si è conclusa con una grande partecipazione di pubblico: utilizzando le memorie raccolte è stato realizzato uno spettacolo teatrale che ha raccontato la storia della città alle nuove e vecchie generazioni, in una serata molto partecipata e replicata più volte con lo stesso successo di pubblico.
Il 2013 vede la Fondazione impegnata in una nuova ricerca di storia locale: accanto alla Sezione soci di Cecina e Donoratico infatti sta portando avanti una ricerca sulla storia della cooperazione nel comune di Castagneto Carducci. Per far questo sono stati consultati i documenti conservati all’Archivio, e altre fonti documentarie depositate alla Camera di Commercio, all’Archivio di Stato di Livorno, in archivi notarili e di tribunali e sono state raccolte testimonianze e ricordi da vecchi soci e cooperatori del Comune.
Tra i progetti ancora in corso di definizione possiamo citare un progetto di ricerca sulle donne e la cooperativa dal 1945 sino agli anni ’90, in vista del 70° anniversario di Unicoop Tirreno.
Dal 2011 la Fondazione, insieme all’Area di Educazione Consapevole di Unicoop Tirreno, porta avanti dei progetti con le scuole: Etica e Impresa e Viaggio nella cultura cooperativa. In entrambi i casi gli studenti hanno cercato negli archivi delle loro città, intervistato i cooperatori dei loro territori e ascoltato i ricordi di quelli chiamati dalla Fondazione. Lavorando su questo materiale gli studenti hanno fatto delle ricerche di storia locale, illuminando fatti e persone che da troppo tempo erano stati dimenticati.
Dallo scorso anno è attivo il Bando di selezione “L’Unione fa la Coop”: gli studenti che vi partecipano devono fare una ricerca sui documenti d’archivio o cercare e ascoltare le memorie di vecchi soci e cooperatori. Anche qui l’obiettivo è quello di riscoprire la storia della cooperazione nel proprio territorio; per farlo però i ragazzi hanno la possibilità di usare molti e diversi linguaggi: dal testo scritto, al fumetto, al video, alla composizione multimediale. Il premio per il miglior lavoro è un buono di 500 euro di forniture scolastiche.
La Fondazione sta lavorando ad una serie di lezioni sulla storia della cooperazione in Italia dalle origini ad oggi, da presentare ai soci e ai dipendenti di Unicoop Tirreno.
La Fondazione ha promosso e continua a promuovere una serie di pubblicazioni, dando vita ad una vera e propria collana di studi di storia cooperativa.
Nel 2012 è uscito Custodire il futuro, a cura di Enrico Mannari, Antonella Ghisaura e Marco Gualersi, e edito da Mind: è un libro che riunisce una presentazione dell’archivio e della sua storia, nonché contributi di studiosi e personalità della cooperativa sulla storia e sulla cooperazione.
Nello stesso anno è stato pubblicato Piombino, luglio 1972: un racconto cooperativo curato da marco Gualersi. Nella pubblicazione, frutto del lavoro per l’anniversario dal tragico incendio del supermercato di Piombino si possono trovare il cortometraggio girato da Carlo Alessandro Argenzio, una ricostruzione storica basata sui materiali d’archivio e le testimonianze di alcuni piombinesi, e i testi scritti dal gruppo di scrittura creativa di Uni3 Piombino.
Una trattazione a parte meritano i libri scritti dal Presidente della Fondazione Sergio Costalli: il primo contributo sulla riflessione cooperativa in questi anni di crisi è stato Identità e cambiamento, uscito nel 2009 per Debatte Editore, curato da Enrico Mannari, con una presentazione del Presidente di Unicoop Tirreno Marco Lami e un saggio del professor Luca Toschi. Si tratta di una conversazione con Costalli sulla natura e sul ruolo della cooperazione nella realtà di oggi.
Nel 2011 è uscito In viaggio verso Itaca, edito da Mind (una raccolta di scritti e discorsi che promuoveva una serie di riflessioni sulla cooperazione per tracciare una rotta ideale tra gli scogli – ovvero la crisi, non solo economica – della contemporaneità).
Nel 2013 è uscito La città co-operativa della Bruno Mondadori: Costalli continua a portare avanti la sua riflessione a tutto tondo sulla crisi economica degli ultimi anni, mettendo sul tavolo un dialogo con i pensatori del passato e una proposta per rilanciare l’idea cooperativa.
Biografia
Enrico Mannari. Direttore scientifico della Fondazione Memorie Cooperative. Laureato in Storia moderna all’Università di Pisa, ha proseguito gli studi e le ricerche presso la Fondazione Luigi Einaudi e l’Università di Essex, lavorando sui temi di storia sociale, con particolare attenzione ai temi del conflitto e del ribellismo nell’età contemporanea e successivamente sugli aspetti storici e comunicativi della cooperazione di consumo. Su tali tematiche ha pubblicato diversi saggi (in particolare per gli Annali Feltrinelli e Il Mulino). Recentemente ha pubblicato una selezione di scritti di Gobetti e Gramsci “Sul Risorgimento” per Mind ed ha curato, insieme a Marco Gualersi e Antonella Ghisaura, il volume “Custodire il futuro. L’inventario dell’Archivio storico di Unicoop Tirreno”, ed. Mind. Ha svolto attività di ricerca e di consulenza per imprese e istituzioni pubbliche, è stato docente a contratto in comunicazione organizzativa presso l’Università di Firenze ed attualmente docente presso il Master di comunicazione istituzionale della Luiss Government. Collabora al quotidiano “Il Tirreno”.
Marco Gualersi. Storico e collaboratore della Fondazione Memorie Cooperative. Laureato in Storia Contemporanea all’Università di Pisa. Fa parte sin dal 2010 della redazione di www.memoriecooperative.it. Il suo lavoro con la Fondazione si è concentrato nella realizzazione di progetti con le scuole, nella ricerca documentaria e storica. Ha curato nel 2012 il quaderno “Piombino, 1972: un racconto cooperativo”. È coautore e curatore del libro “Custodire il futuro” insieme a Enrico Mannari e Antonella Ghisaura. Tra i suoi progetti attualmente in corso c’è quello di una ricerca sulla storia della cooperazione nel territorio di Castagneto Carducci, insieme alla Sezione soci di Cecina-Donoratico.
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Bibliografia
Costalli S.
2009 Identità e cambiamento. Marchi distintivi del mondo Coop, Livorno, Debatte Editore.
2011 In viaggio verso Itaca. Pratiche e riflessioni di un cooperatore tra futuro e realtà, Milano, Mind Edizioni.
2013 La città co-operativa, Milano, Bruno Mondadori.
Mannari E., Ghisaura A., Gualersi M. (cur.)
2012 Custodire il futuro. L’Archivio Storico di Unicoop Tirreno, Milano, Mind Edizioni.
Tognarini I.
1997 La Proletaria. Una cooperativa di lavoratori dalle origini al grande balzo (1945-1971), Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane.
2005 Dalla Proletaria a Unicoop Tirreno. La Cooperazione di consumo nell’Italia tirrenica (1971-2004), Bologna, Il Mulino.
Zamagni V., Battilani P., Casali A.
2004 La cooperazione di consumo in Italia. Centocinquant’anni della Coop Consumatori: dal primo spaccio a leader della moderna distribuzione, Bologna, Il Mulino.
Siti consigliati
www.memoriecooperative.it: è il sito della Fondazione Memorie Cooperative.
www.e-coop.it: sito istituzionale delle Coop di consumo; al suo interno si trovano le iniziative e i progetti di Unicoop Tirreno.
http://www.e-coop.it/web/unicoop-tirreno/coop-e-scuola : Guida Sapere Coop con le proposte alle scuole per l’anno scolastico 2013-2014 dell’Area di Educazione al Consumo Consapevole di Unicoop Tirreno. Si possono trovare anche le iniziative Ecc con la Fondazione.