di Alberto Malfitano
Viaggi nella storia di Giovanni Greco è un volume tanto agile quanto profondo. I viaggi che Greco propone sono percorsi nell’animo umano, esperienze e pensieri che vanno a comporre una serie di quadri che tratteggiano una visione dell’esistenza, laica e universale, profonda e meditata, con cui l’autore vuole dare il proprio contributo, sincero e appassionato, nello sforzo di rendere meno bui e più vivibili i tempi “gravosi” di questo inizio di millennio, tempi oppressi da un uso e un consumo superficiali della conoscenza, della cultura, del tempo libero, della religiosità. La storia, in tal senso, è intesa in senso artigianale, come quella che fuoriesce dalla bottega dei maestri d’arte e il cui metodo viene faticosamente e lentamente appreso dagli apprendisti, e ha a che fare più con il silenzio e la riflessione che con l’affermazione gridata di qualche presunto scoop d’archivio, è lo strumento d’indagine ch fornisce innumerevoli esempi, il serbatoio cui aggrapparsi per cercare una via differente rispetto alla dominante tendenza a un velocizzazione dell’esistenza, che non risparmia il sapere e le stesse relazioni umane, rendendole prive di reale significato e profondità. I viaggi raccontati sono quindi un insieme di scorci sul passato, alla ricerca di personaggi e di esperienze in grado di raccontare qualcosa, con il loro coraggio o il loro agire, all’umanità di oggi, così bisognosa di punti di rifermento per uscire dalle secche in cui si trova e trovare una direzione, innanzitutto etica. La storia, dunque, come “granaio per l’attuale durissimo inverno dello spirito” (p. 13). Ed è grazie al dono della leggerezza dello stile nel raccontare tanti quadri dell’umanità passata che Giovanni Greco propone una ricetta, solare e condita da tratti di fine ironia, che rendono la lettura un piacevole viaggio per una riflessione sulla condizione umana. Quella stessa meditazione che, per esempio, si trova nel capitolo sulla bontà del silenzio, un silenzio che non è mutismo ma meditazione e preparazione a un sapere diverso, più ricco e intenso, un silenzio che accomuna il saggio al “buon ignorante”, colui che agisce sulla spinta della curiosità, senza spocchia o saperi preconcetti, e che prende a modelli uomini del calibro di Montaigne, maestro del dubbio virtuoso, o personaggi come Selkirk, il naufrago che ispirò Defoe per il suo Robinson Crusoe, che utilizzò la propria condizione di solitudine per un viaggio dentro se stesso.
Il percorso di Giovanni Greco è quindi tutt’altro che una lettura ‘leggera’, se si intende con ciò un sinonimo di superficiale, ma è tanto più piacevole quanto più scava nella dimensione dell’animo umano, alla ricerca di quella strada da indicare o meglio, da suggerire, senza volersi proporre come maestri di etica, una definizione che l’autore rifugge, ma cercando comunque di tracciare un sentiero per una vita più consapevole della distinzione tra bene e male, e maggiormente ispirata a un empatia con il prossimo. Non a caso uno dei quadri più intensi è quello dedicato alla ricostruzione del cammino dei diritti umani, una costruzione storica che si è fatta strada faticosamente e che ancora ha molto cammino da percorrere, ma che maggiormente spiega quanto sia importante l’obiettivo di una società più tollerante e solidale, i cui componenti siano in grado di portare il fardello delle responsabilità invece che far di tutto per rifuggirle, in cui la storia sia un esempio ispiratore per sapere essere innovatori nella società attuale, per far sì che certe enunciazioni di principio sull’uguaglianza siano sempre più inverate nella pratica di tutti i giorni. E’ un viaggio, quello che Greco compie in questo volume, ricco di emozioni e di voglia di cultura, che non può essere solo quella iperspecialistica, come i tempi sembrano incessantemente richiedere, ma una cultura anche “generalista” e umanistica, che fornisca a ciascun individuo gli strumenti per crescere come persona, che mantenga intatta la curiosità e la voglia di apprendere, di imparare, di conoscere, di operare per il bene comune.