Storie di gente comune L’Archivio ligure della scrittura popolare di Genova

Fabio Caffarena   

Abstract

L’Archivio ligure della scrittura popolare di Genova è un centro di ricerca del Dipartimento di storia moderna e contemporanea dell’Università di Genova che ha lo scopo di raccogliere, catalogare e studiare esempi di scrittura privata di gente comune, in particolare epistolari, diari e memorie di emigranti, soldati, prigionieri. In quasi venticinque anni di lavoro l’Alsp ha accumulato un patrimonio ingente, costituito da più di 250 unità archivistiche, tra le quali un fondo di oltre 700 quaderni di scuola, per un totale di oltre 45.000 carte. L’Archivio si distingue da molte altre istituzioni simili italiane e straniere interessate all’autobiografia, per le sue finalità eminentemente scientifiche. I documenti raccolti vengono utilizzati per affrontare temi come i processi di alfabetizzazione e gli usi della scrittura, l’emigrazione, le due guerre mondiali, il fascismo in una prospettiva “dal basso”.

Abstract english

The Ligurian Archive of Popular Writing is a research centre of the Department of Modern and Contemporary History at the University of Genoa. Its aim is to collect, catalogue and study private writings by ordinary people, i.e. letters, diaries, memoirs by emigrants, soldiers and prisoners. In its twenty-five year history, ALSP has collected over 250 archival units, including a file consisting of over 700 school writing books, totaling more than 45,000 papers. The difference between ALSP and many similar institutions in Italy and abroad is that its aim is primarily scientific. Documents are used to analyze issues such as literacy, the possible uses of writing, migration, the First and Second World Wars, Fascism etc.

Vostro nonno – sostiene il fracappellano maltese don Giuseppe Vellane Il Consiglio d’Egitto – ha scritto la sua storia? E vostro padre? E il mio? E i nostri avoli e trisavoli? Sono discesi a marcire nella terra né più e né meno che come foglie, senza lasciare storia… […] La storia! E mio padre? E vostro padre? E il gorgoglio delle loro viscere vuote? E la voce della loro fame? Credete che si sentirà, nella storia? Che ci sarà uno storico che avrà orecchio talmente fino da sentirlo? (Sciascia 1973, 59).

 Gli storici hanno sentito quella voce e cominciato anche ad ascoltarla: lo testimoniano i numerosi lavori che ormai da oltre una ventina d’anni affrontano i grandi eventi attraverso le storie minime, i vissuti soggettivi dei protagonisti, per mettere in luce le sfumature, evidenziare lo scarto che si determina tra dimensione collettiva e percorsiindividuali. Uno scarto che lascia intravedere il confine irregolare tra storia e memoria.

La comparsa della memoria e della soggettività nel discorso storico è strettamente correlata alla scelta ed alla raccolta delle fonti in grado di farle emergere in tutta la loro complessità. Attraverso le testimonianze scritte ed orali della gente comune è possibile penetrare gli eventi storici in cui uomini, donne, ma anche bambini, si trovano coinvolti partendo da un punto di osservazione privilegiato: dall’interno e dal basso. Si tratta di una prospettiva storiografica basata su frammenti deboli, su fonti fragili esposte ad un forte rischio di dispersione, tuttavia in grado di fornire risposte non trascurabili. In Italia le testimonianze scritte della gente comune sono diventate oggetto d’interesse e di studio sistematico a partire dalla metà degli anni Ottanta del Novecento, quando si è iniziato a considerare e ripensare la storia, in particolare la storia contemporanea, prendendo in considerazione anche il ruolo svolto dalle classi sociali subalterne. La massa imponente di scritture quotidiane disponibili rappresenta una fonte quantitativamente e qualitativamente rilevante e attesta che l’accesso alla scrittura non è una pratica direttamente collegata alla scolarizzazione e ai tassi di alfabetizzione, ma al bisogno di comunicare, di rinsaldare i legami sociali e culturali incrinati dagli eventi-separatori della modernità. Basti pensare agli oltre due miliardi e mezzo di missive scritte in Italia durante la Grande guerra dai soldati, molti dei quali semianalfabeti, al miliardo e mezzo ricevute al fronte dall’interno del Paese e all’incalcolabile numero di diari e memorie compilate durante il conflitto, senza considerare il mare di carta lasciato dagli emigranti (Caffarena 2005; Caffarena, Gibelli 2002; Gibelli 1991).

Per cercare di far riaffiorare questo flusso carsico di testimonianze popolari, rimasto a lungo negli abissi della dimensione familiare, negli anni Ottanta del Novecento sono sorti in Italia veri e i primi centri di raccolta delle testimonianze scritte, con il preciso intento di preservare la memoria labile delle classi popolari attraverso un capillare lavoro di scavo e di recupero sul territorio.

Tra i principali, oltre all’Archivio della scrittura popolare di Trento (Asp) e l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano (Adn), l’Archivio ligure della scrittura popolare di Genova (Alsp), un centro di ricerca del Dipartimento di storia moderna e contemporanea dell’Università di Genova istituito nel 1986 da Antonio Gibelli e dal suo gruppo di lavoro con lo scopo di raccogliere, catalogare e studiare le testimonianze di gente comune, in particolare epistolari, diari e memorie di emigranti, soldati, prigionieri, ma anche quaderni scolastici: una foglia metà verde e rigogliosa, metà ingiallita dal tempo – quasi ad evocare il passo di Sciascia – è il suo simbolo (Ricci 2003; Gibelli, Conti, Franchini 2002; Antonelli 1999).

L’Archivio ligure si distingue da altre istituzioni simili per le sue finalità eminentemente scientifiche. Gli studenti che seguono il seminario sulle scritture popolari nell’ambito dei corsi di storia contemporanea triennali e specialistici attivati presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo genovese hanno la possibilità di svolgere un percorso propedeutico-laboratoriale rivolto all’utilizzo diretto delle fonti documentali: in questo modo i partecipanti sono attivamente coinvolti nell’acquisizione e nello studio di nuove testimonianze, sulle quali, non di rado, discutono successivamente la tesi di laurea.

Attraverso gli studenti e il rapporto con studiosi attivi sul territorio è possibile ramificare la ricerca in modo capillare su un territorio ampio, ben oltre i confini regionali, e di penetrare nei circuiti delle relazioni interpersonali poiché la conoscenza diretta con i depositari della memoria facilita l’ideale esplorazione di tutte le soffitte e degli scantinati dove più facilmente si ritrovano esempi dimenticati di scritture comuni. Infatti un aspetto che distingue l’Alsp è che non riceve semplicemente i documenti, ma va direttamente a scovarli tramite i suoiricercatoriper salvarli dalla dispersione, dalla distruzione e dall’oblio ai quali sono naturalmente esposti. I primi luoghi dove cercare questi documenti sono le case private, sedi naturali e spesso involontarie di archivi di famiglia, magari dimenticati nei cassetti. Non è la stessa cosa che cercare presso archivi pubblici o presso archivi di grandi istituzioni: la ricerca in questo caso spesso deve avvalersi di mediatori, talvolta anche di associazioni che possono segnalare persone alle quali è utile rivolgersi.

Un canale di recupero è rappresentato dal circuito filatelico, all’interno del quale vengono smembrati interi epistolari in singoli pezzi o in lotti in base al loro valore commerciale, eliminando quelle parti che ne sono del tutto prive. In questo modo un corpus documentario compatto e leggibile, perché appartenente alla stessa persona o alla stessa famiglia, rischia di frammentarsi in molti pezzi: come fonte storica è così compromesso, distrutto. Stabilendo contatti e sensibilizzando i filatelici è possibile ottenere la segnalazione preventiva degli epistolari disponibili, la donazione degli scarti, la riproduzione digitale dei pezzi più preziosi.

Simile al caso dei filatelici è quello degli antiquari, che in seguito alla scomparsa di qualche vecchio proprietario acquistano in blocco il contenuto di case comprendente mobili, oggetti, carte. Solo una parte di questo materiale viene poi venduto, il resto (tra cui spesso documentazione privata) è eliminato oppure conservato per curiosità. È il caso di un antiquario che risiede in una località della montagna ligure, al confine con l’Emilia-Romagna, dove un tempo erano molto diffusi i mestieri girovaghi come il commercio ambulante e la conduzione di animali ammaestrati o di piccoli circhi in tutta Europa: nei suoi depositi aveva accumulato un immenso materiale, specialmente di natura epistolare, relativo a tali attività girovaghe, migliaia di carte che l’Alsp ha avuto la possibilità di riprodurre e studiare.

Talvolta i documenti non sono nascostinelle case o nelle botteghe degli antiquari, ma sono espostinelle strade o nelle piazze. In una piazza di Genova, nel luogo dove un ragazzo di nome Carlo Giuliani fu ucciso nel corso delle manifestazioni del 2001 contro il G8, è sorto una specie di altare laico costituito da una cancellata dove persone di ogni età e condizione hanno continuato per anni ad affiggere messaggi di protesta, ricordo, affetto, solidarietà, rimpianto, in forma di fogli sparsi, interi diari personali, collage, oggetti simbolici, ritagli di giornale commentati. Anche questa è un’autobiografia: autobiografia collettiva dove la gente parla di sé, dei propri sentimenti verso il ragazzo scomparso, della propria ribellione contro le ingiustizie e le violenze. Questi documenti, esposti alla consunzione delle intemperie o alla distruzione dovuta a gesti vandalici, sono stati raccolti, fotografati uno ad uno, ordinati e ora anch’essi fanno parte dell’Archivio (Caffarena, Stiaccini 2005).

La ricerca può condurre infine nei posti più impensati, addirittura nei depositi di rifiuti, dove è capitato di ritrovare una grande quantità di lettere, atti notarili e ricevute: in alcune di quelle carte c’era la storia di una famiglia coinvolta dall’emigrazione nell’America del Nord e del Sud lungo l’arco di cinque generazioni tra Ottocento e Novecento. Con quei documenti è stato possibile ricostruire una storia. Perché le lettere e i documenti vengono gettati via? L’occasione può essere un riordino domestico, pratica spesso letale per gli archivi, ma soprattutto l’affievolimento dei legami sentimentali che, con il passare delle generazioni, legano le persone alle carte.

Attualmente l’Alsp conserva circa 250 unità archivistiche schedate che costituiscono un patrimonio documentale complessivo di circa 45.000 documenti, depositati in originale e/o riprodotti elettronicamente. I documenti sono suddivisi in fondi tematici, di cui si fornisce di seguito la descrizione, comprendenti le diverse tipologie testuali: decine di diari, memorie, autobiografie, ma soprattutto migliaia di lettere. Le testimonianze più antiche possedute dall’Archivio risalgono alla prima metà dell’Ottocento, le più recenti al secondo dopoguerra. Per i numerosi studiosi che frequentemente consultano i materiali custoditi, sono disponibili vari strumenti di ricerca (inventari, cataloghi, elenchi, rassegne bibliografiche) accessibili parzialmente anche in rete, nei quali sono inseriti tutti i dati ed i riferimenti relativi ai documenti, con indicazioni sulla schedatura, la disposizione fisica all’interno dell’archivio, eventuali tesi di laurea e pubblicazioni ad essi dedicate. Dal 2007 l’Alsp è impegnato infatti in un articolato progetto di digitalizzazione del proprio patrimonio archivistico finalizzato a rendere fruibile, con le opportune tutele, i documenti agli studiosi che ne faranno richiesta.

L’Archivio dispone inoltre di una biblioteca tematica con oltre 600 volumi, costantemente aggiornata, e di una sezione tesi di laurea in continua espansione che raccoglie ormai più di 250 ricerche sui temi delle testimonianze popolari.

Nel 2001 la Direzione generale per gli archivi ha inserito l’Alsp nel primo rapporto sugli archivi storici delle università italiane, nell’ambito del progetto Studium 2000 relativo alla tutela ed alla valorizzazione del patrimonio documentario degli atenei. Nel 2004 il centro ha ottenuto un finanziamento dal ministero per i Beni e le Attività culturali per la schedatura delle testimonianze della Prima guerra mondiale ai sensi della Legge 78 del 7 marzo 2001 riguardante la tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondiale. Dal 2005 partecipa al progetto Michael (Multilingual Inventory of Cultural Heritage in Europe), una piattaforma on line sul patrimonio culturale digitale europeo. A questo proposito, dal 2008 l’Alsp fa parte del progetto europeo European Memories, finalizzato alla costituzione di un archivio digitale europeo delle memorie dei cittadini europei in diverse lingue per lo sviluppo delle competenze sociali e civiche dei cittadini europei e la conservazione della memoria relativa alle diverse culture e tradizioni che compongono l’Europa. Dal 2009 l’Alsp è uno dei membri scientifici del Museo nazionale dell’Emigrazione italiana (Mei) istituito dal ministero degli Affari Esteri presso il complesso monumentale del Vittoriano di Roma. In considerazione del cospicuo patrimonio documentale conservato, nel 2010 l’Alsp ha ottenuto il riconoscimento di “interesse storico particolarmente importante” da parte del ministero per i Beni e le Attività culturali –Direzione generale per i Beni culturali della Liguria, ai sensi del Decreto Legislativo 42/2004 (Codice dei Beni culturali e del paesaggio).

I fondi archivistici

Grande guerra (1914-1918)

Descrizione: raccoglie testimonianze scritte prodotte – soprattutto in trincea – da soldati, sottufficiali e ufficiali. Si tratta in gran parte di epistolari scambiati dai combattenti con i familiari, ma non mancano diari e memorie autobiografiche. Completano il fondo alcune collezioni fotografiche (Caffarena, Sapuppo, Stiaccini 2006).

Consistenza: 15.000 documenti: 65 epistolari, 13 diari, 12 memorie, 5 collezioni fotografiche, 1 ricettario, 2 zibaldoni, 1 canzoniere oltre ad altri documenti miscellanei (mappe militari, stampati ecc.).

Seconda guerra mondiale (1939-1945)

Descrizione: il fondo raccoglie testimonianze scritte prodotte da soldati, sottufficiali e ufficiali. Si tratta in gran parte di epistolari scambiati dai combattenti con i familiari, ma non mancano diari e memorie autobiografiche. A differenza delle testimonianze relative alla Grande guerra, quelle del Secondo conflitto mondiale rivelano i caratteri di un conflitto totale, che coinvolge militari e civili nella stessa misura, soprattutto quando le città italiane cominciarono ad essere bombardate dagli Alleati. Completano il fondo alcune collezioni fotografiche oltre ad altri documenti miscellanei (stampati, quotidiani, pubblicistica varia, ecc.).

Consistenza: 10.000 documenti: 30 epistolari, 7 diari, 7 memorie, 1 autobiografia.

Emigrazione (1847-1980)

Descrizione: il fondo raccoglie testimonianze epistolari e diaristiche di migranti attraverso le quali è possibile sondare il fenomeno migratorio in profondità, mettendo in luce le strategie familiari e/o comunitarie alla base della scelta di lasciare la propria terra e affrontare viaggi fisici – ma anche mentali – in grado di ridefinire la propria identità soggettiva. Si tratta di scritture estremamente interessanti, in grado di mettere in discussione la dinamica esclusivamente pauperistica dell’emigrazione di massa fra Otto e Novecento, non legata esclusivamente a fattori espulsivi (dalla patria) e attrattivi (verso i paesi d’accoglienza).

Consistenza: 15.000 documenti: 26 epistolari, 5 memorie.

Scuola (1896-1985)

Descrizione: l’Alsp conserva quaderni scolastici compilati tra la fine dell’Ottocento e gli anni Ottanta del Novecento. Un “secolo di quaderni”, soprattutto del periodo fascista, confluito nell’Alsp seguendo vari percorsi, senza subire i processi di selezione delle collezioni, ma costituendo per alcuni aspetti un vero fondo archivistico. Se infatti il lavoro di scavo sul territorio e negli archivi familiari svolto dai ricercatori Alsp consente di inserire il quaderno tra le fonti per lastoria della soggettività, la possibilità acquisita istituzionalmente dall’Alsp, tramite un accordo di collaborazione con la Soprintendenza archivistica per la Liguria, di accedere agli archivi scolastici locali e di acquisirne parte dei documenti altrimenti eliminati, consente di tessere una fitta maglia di riferimenti intorno al documento-quaderno che, sfuggendo alla serialità delle carte ufficiali, diventa una tessera indispensabile dell’articolato mosaico di fonti (registri, diari di insegnanti, elaborati, carteggi, libri, pagelle, fotografie) utili per lo studio delle scritture infantili e delle istituzioni scolastiche. Il fondo scuola raccoglie anche una biblioteca tematica di testi scolastici, in gran parte del periodo fascista, utilizzabili come fonti primarie (Caffarena 2010).

Consistenza: 1.000 quaderni, documentazione scolastica varia (10 registri scolastici), oltre 100 testi scolastici.

Amore (1880-1966)

Descrizione: il fondo conserva epistolari che, al di là delle singole vicende sentimentali, sono in grado di evidenziare le dinamiche ed i rapporti di genere e le relazioni familiari tra Otto e Novecento.

Consistenza: 2.000 documenti: 10 epistolari, 1 memoria.

“Carlo Giuliani” (2001-2005)

Descrizione: Agende, disegni, messaggi scritti su sacchetti del pane, pacchetti di sigarette, tovaglioli di carta, biglietti del treno. Dal 20 luglio 2001 a Genova la cancellata di piazza Alimonda è diventata luogo di memoria collettiva, spazio dove i fatti che portarono all’uccisione di Carlo Giuliani sono rimasti impigliati a lungo. Persone di ogni età e condizione, la maggioranza delle quali non ha mai conosciuto Carlo, hanno sentito il bisogno di lasciare una traccia del loro passaggio e delle emozioni sperimentate: messaggi di madri e diari di adolescenti, incoraggiamenti alla resistenza, pensieri di scoramento e di commozione, riflessioni di ex-militanti e genitori che aggiungono poche righe in calce al disegno di un bambino, ma anche santini di padre Pio, cd musicali, cartoline spedite a Carlo in “piazza Carlo Giuliani ragazzo” e consegnate dal postino sulla cancellata. Tutti questi materiali sono stati raccolti in un apposito fondo.

Consistenza: 2.500 carte (oltre a vari oggetti).

Biografia

Fabio Caffarena insegna Storia contemporanea e Fonti per la narrazione storica presso l’Università di Genova. È coordinatore dell’Archivio ligure della scrittura popolare di Genova.

Bibliografia

 

 

Antonelli Q.

1999                Scritture di confine. Guida all’Archivio della scrittura popolare, Trento, Museo Storico.

Bevilacqua P., De Clementi A., Franzina E. (cur.)

2001                Storia dell’emigrazione italiana. Partenze, Roma, Donzelli.

Caffarena F.

2005                Lettere dalla Grande Guerra. Scritture del quotidiano, monumenti della memoria, fonti per la storia. Il caso italiano, Milano, Unicopli.

2010                Dalla cartella…all’archivio. I quaderni scolastici dell’Archivio Ligure della Scrittura Popolare di Genova (ALSP), in Meda, Montino, Sani.

Caffarena F., Sapuppo R., Stiaccini C.

2006                La Grande Guerra in archivio. Testimonianze scritte e fotografiche, Soprintendenza Archivistica per la Liguria.

Caffarena F., Stiaccini C.

2005                Fragili, resistenti. I messaggi di piazza Alimonda e la nascita di un luogo di identità collettiva, Milano, Terre di Mezzo.

Conti P., Franchini G., Gibelli A. (cur.)

2002                Storie di gente comune nell’Archivio Ligure della Scrittura Popolare, Acqui Terme, EIG.

Gibelli A.

1991 (20073) L’officina della guerra. la grande guerra e le trasformazioni del mondo mentale, Torino, Bollati Boringhieri.

Gibelli A., Caffarena F.

2002                Le lettere degli emigranti, in Bevilacqua, De Clementi, Franzina.

Meda J., Montino D., Sani R. (cur.)

2010                School Exercise Books. A Complex Source for a History of the Approach to Schooling and Education in the 19th and 20th Centuries, Firenze, Polistampa.

Ricci L. (cur.)

2003                Archivio diaristico nazionale. Inventario, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali. Direzione generale degli archivi.

Sciascia L.

1973                Il Consiglio d’Egitto, Torino, Einaudi.

Siti Internet

Archivio della scrittura popolare di Trento: www.museostorico.tn.it.

Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano (Arezzo): www.archiviodiari.it.

Archivio Ligure della Scrittura Popolare di Genova: www.alsp.unige.it.

Michael (Multilingual Inventory of Cultural Heritage in Europe): www.michael-culture.org.